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LA CRICCA DELLA LOGISTICA

Di seguito riportiamo una serie di articoli apparsi in questi giorni sul Mattino di Padova sul sistema delle coop della logistica. A piè pagina i link al sito.

Ernesto Milanesi 5 novembre 2010.

Dall’inchiesta della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza è affiorata recentemente la «cricca della logistica». Sono finiti in manette Willi Zampieri, 40 anni, a capo di una rete di consorzi e cooperative del facchinaggio; i consulenti Paolo Sinagra Brisca, 62 anni, e Patrizia Trivellato, 57 anni. A tutti e tre sono, in seguito, stati concessi gli arresti domiciliari. Secondo l’accusa, devono rispondere di evasione fiscale pari a una ventina di milioni di euro, oltre alla truffa e al falso.

Nei faldoni dell’inchiesta compare anche il nome di Floriano Pomaro, 46 anni, residente in città in via Rizzetto 2/C. Ecco il suo ritratto di vera eminenza grigia del business della logistica, non solo a Padova. Era un ragazzo di Lendinara (Rovigo) che trasportava frutta e verdura fino al Mercato di Padova. Ma ha sempre avuto il guizzo da «padroncino» che sa nutrire l’intraprendenza personale all’ombra del «giro giusto» di quelli che contano. Così nell’ultimo lustro è diventato insostituibile ogni volta che la logistica si inabissava nel labirinto di società, coop, consorzi e fatturazioni incrociate. Pomaro (nato il giorno di Ferragosto del 1964) è diventato sinonimo di affari nel quadrante di Padova Est tanto da comparire 14 volte nella visura storica della Camera di commercio.

All’inizio, faceva base a Saonara con tre società a responsabilità limitata (cessate) in perfetta sintonia con la sua iniziale attività: Gsg (275 lire su 20 milioni di capitale nel 1995), Fruit Service (6 milioni di quote su 30 milioni, impresa cancellata nel 2003) e Ortoservice (10 dei 50 milioni, chiusura datata 1999). Carica cassette nel Polesine: prodotti agricoli per i grossisti del Maap. Sta al volante su e giù per l’autostrada, in piena notte a sfidare la nebbia. Ma si fa notare a Padova, abbastanza per spiccare il primo salto con la coop Consorzio Europa e la scarl Eurocoop. Dall’autotrasporto «semplice» al facchinaggio che significa mettere un piede dentro Magazzini Generali, l’unica società direttamente controllata dal Comune.

Renzo Sartori (ciellino Doc, ex assessore della giunta Zanonato) ricopre prima la carica di presidente, poi quella di direttore generale nell’ultimo mandato amministrativo di Magazzini affidato a Venanzio Rosina (uomo-simbolo della Cna). E’ il momento giusto, perché il controllo pubblico sulla «catena della logistica» viene spezzato dalla nuova alleanza fra ciò che resta delle storiche cooperative rosse e la galassia che fa capo alla Compagnia delle Opere.

Girano bei soldi, il lavoro di facchinaggio diventa su chiamata, le piattaforme si privatizzano. E Pomaro è lì pronto a darsi da fare, più che disponibile. Se Willi Zampieri è stato dipinto come il dominus della logistica opaca intorno a Corso Stati Uniti, allora Floriano Pomaro ha le carte in regola per incarnare l’eminenza grigia in un mondo che non può prescindere dalle “coperture” come dalla manovalanza di pronto intervento.

Il nome di Pomaro rispunta sempre. Con Multiservizi Srl, che nasce per sfalciare il verde e poi si allunga fin dentro il core business di Magazzini. Del resto, con Plurigest Sas di Pomaro & C anche il bar interno è sotto controllo: una buona occasione di diversificare gli investimenti. Il vecchio camionista non si lascia sfuggire nuove opportunità. Ecco costituita la Carrozzeria Officina Nordest Srl, insieme a Trasporti & Servizi Srl. Quest’ultima con sigla Tiesse apre la nicchia del noleggio dentro Magazzini: muletti, attrezzature, finanche le auto di rappresentanza in leasing. Non basta, perché c’è My Net Srl che si occupa della distribuzione del gasolio. Pomaro risulta già così gestire un piccolo monopolio.

Eppure le società si moltiplicano, dimostrando in modo incontrovertibile anche le connessioni dirette con Zampieri e Sartori. Il ragazzo di Lendinara tratta con il primo, ma lavora spalla a spalla soprattutto con il secondo. Log System è la Scarl con sede in Corso Stati Uniti, 18. Capitale di 11 mila euro. Una società-imbuto nata nel 2002: Magazzini Generali la crea, perché una volta stipulati i contratti si avvale di Log System che affida il lavoro direttamente alle cooperative. Presidente del CdA era Federico Dianin, 54 anni, con residenza in Corso Stati Uniti 18. Consiglieri di amministrazione (insieme a Pomaro) Loris Cervato, 42 anni, Villafranca, via Balla 25/e; Renzo Sartori, 52 anni, ex direttore di Magazzini; Moreno Lando, 52 anni, Piove di Sacco, via Paolo VI 18/c. Magazzini Generali deteneva il 18% della società con Logycoop Srl (società con Pomaro) al 10,5%; My Net Srl (ancora Pomaro) e Sdag Gorizia al 10% ciascuno; Eurocoop (sempre Pomaro) al 6%. Nelle 14 quote sotto il 2% compare anche Tiesse, altra sigla di Pomaro. Sembra che siano stati i “maestri” di Target Service, coop di Rimini, a riprodurre l’architettura capace di diluire le grandi commesse dentro il vortice della privatizzazione.

Intanto con le imprese edili che fanno capo alla Compagnia delle Opere scatta l’operazione «torre della logistica» con la formula del leasing in costruendo. Rappresenta un altro capitolo dell’immobiliarismo all’interno dell’area vasta che comprende Consorzio Zip, Magazzini e Interporto: le torri fioriscono ovunque. Resta il fatto che Pomaro incamera un paio di piani all’interno della struttura concepita da Magazzini. E proprio a quell’indirizzo hanno sede legale un bel po’ di attività.

In Polesine, nonostante il clamoroso fallimento Bic (fondi europei nebulizzati dal crac), resiste un altro link con il locale Interporto. Nel CdA siede Stefania Sorze, vice direttore di Magazzini prima della nascita del maxi-polo della logistica: è riuscita abilmente a negare ogni responsabilità nella gestione dei fondi sociali europei, oggetto dell’inchiesta di magistratura e Fiamme Gialle nel 2007; tuttavia, è un altro nome di tutta evidenza nelle indagini recenti.

Pomaro, invece, risulta in contatto con personalità di primo piano. E’ il caso diServizi Logistici, la Srl che ha iniziato la sua attività nell’ottobre 1997. Impresa privata con sede (di proprietà) in via Svezia. Era vincolata nei primi cinque anni a non fare concorrenza a Magazzini Generali. Nel 1999 ha aperto un magazzino in Corso Spagna; nell’ottobre 2004 si sono aggiunti quelli di via Nuova Zelanda e via Inghilterra; poi un magazzino a Conselve in via della tecnica. Nel CdA il ruolo di presidente (e, in sostanza, proprietario) è affidato a Leonardo Padrin, consigliere regionale Pdl. Amministratore delegato era Paolo Zampieri: 62 anni, nato e residente a Este, ex direttore di Magazzini. Consiglieri Moreno Lando, 50enne residente a Piove di Sacco e Walter Stefan, 55 anni di Saonara, all’epoca consigliere provinciale e braccio destro del presidente Vittorio Casarin. In seguito alle perquisizioni dei finanzieri a Magazzini, il 26 ottobre 2007 Renzo Sartori si dimette. Al suo posto viene nominato Roberto Ongaro, 60 anni di Ponte San Nicolò, uomo del Pd ed ex presidente del Consorzio Zip. Pomaro è sulla cresta dell’onda. Si affida per la contabilità a Natalia De Silvestro, la commercialista di fiducia della CdO. Coltiva a modo suo la «sussidiarietà» nel Consorzio nazionale operatori logistici. E compare anche nella Salute & Persona, società di mutuo soccorso, come nella Task Coop.

Non è più l’uomo dei facchini. Ormai Pomaro intraprende strade sempre più impegnative, ben al di là dei confini veneti. E’ sbarcato a Parma, dove c’era da guadagnarsi una mega-commessa industriale chiavi in mano. Ma anche al Marr di Rimini con tanto di biglietto da visita. E gli affari vanno bene anche con le piattaforme in Basilicata e Campania, come a Roma. L’eminenza grigia della «logistica alla padovana» ormai vince premi.

In portafoglio, Pomaro risulta attualmente detenere 3.667 euro di quote (su 11 mila) di New Gest Srl; un milione di lire (su 10 milioni) della Scarl Eurocoop nel febbraio 1999; altri 15.050 euro di proprietà (su 43 mila) depositati nel marzo 2009 per Multiservizi Srl; ancora 7.500 euro pari al 50% del capitale sociale di Tiesse Srl nel marzo 2010, quando ne deteneva 13.500 nel 2003.   link

Così gabbavano i Magazzini Generali

Paolo Baron 6 novembre 2010

Un mare di sigle fra coop, scarl e srl, per un solo fine: l’uso strumentale della disciplina giuridica delle cooperative al fine di arricchirsi alle spalle di enti pubblici, imprese e lavoratori. Ne è convinta la Procura della Repubblica di Padova che nel settembre scorso ha concluso un’indagine sulla «cricca della logistica» che ha portato a decine di indagati e tre arresti: l’imprenditore Willi Zampieri, 40 anni di Saonara (è ai domiciliari), il consulente fiscale Paolo Sinagra Brisca di Padova, 62 anni (ha l’obbligo di dimora), e la consulente del lavoro Patrizia Trivellato, 57 anni, residente a Padova (ha l’obbligo di dimora). La figura centrale di tutta l’inchiesta (coordinata dal pm Orietta Canova e portata a termine del Nucleo di polizia tributaria della Finanza), per la Procura è Willi Zampieri, ex camionista con il pallino degli affari, uomo discreto quanto infaticabile, presidente del VillatoraSaonara calcio e politicamente vicino a Forza Italia. Un imprenditore, insomma, in grado di diventare in una decina d’anni «l’artefice e organizzatore – è scritto nei documenti depositati in tribunale – di una complessa associazione a delinquere costituita da una stabile struttura formata da lui medesimo e dai suoi essenziali consulenti Sinagra Brisca e Trivellato, oltre che da plurimi collaboratori a lui legati. Lo scopo comune è lo sfruttamento delle potenzialità di arricchimento offerte dall’uso strumentale della disciplina giuridica delle cooperative al fine di commettere un numero indeterminato di reati». Fra i quali evasione fiscale, omesso versamento di contributi previdenziali, truffa e falso. Willi Zampieri all’interno del comparto della logistica padovana si muoveva come nel salotto di casa sua. Conosceva tutti, si interfacciava – attraverso le sue aziende – con privati ed enti pubblici. Tanto per fare un esempio, quando scoppiò il caso Magazzini Generali, l’allora direttore Renzo Sartori (ciellino doc ed ex assessore della giunta Zanonato) chiamò al telefono proprio Zampieri per sincerarsi dello stato di salute delle cooperative utilizzate dall’Ente. Zampieri oltre che con Sartori, faceva affari anche con Floriano Pomaro, l’eminenza grigia dei Magazzini Generali al centro della prima puntata dell’inchiesta della «cricca della logistica» pubblicata ieri sul mattino a firma di Ernesto Milanesi. Floriano Pomaro e Renzo Sartori non sono coinvolti nell’indagine della Procura che ha portato in cella Zampieri. Ma che fra Pomaro e Zampieri (e in seconda battuta anche Sartori) ci fosse una stretta collaborazione lo si evince dai documenti redatti dal giudice per le indagini preliminari Paola Cameran. Pomaro risulta essere, infatti, nel consiglio di amministrazione di Log System Scarl, società cooperativa creata appositamente dai Magazzini Generali per gestire i contratti. MG, grazie a Log System (di cui Pomaro detiene un 10% attraverso la Logycoop srl) subappalta a cooperative o consorzi di secondo livello. Scrive il gip: «Le sinergie e la confidenza sono tali che Logycoop o Log System possono permettersi di trasferire un dipendente delle cooperative cartolari di secondo livello che fanno capo a Willi Zampieri (per lo più intestate a prestanomi, ndr) senza neppure avvertirlo. Evidentemente Zampieri è una persona amica». Per il gip che ha disposto il sequestro dei beni e delle società di Zampieri, alcune telefonate (intercettate) fra Pomaro e Zampieri «evidenziano il livello di promiscuità tra l’associazione criminosa di cui Zampieri è il promotore, da un lato, e le società a partecipazione pubblica Logycoop e Log System». Tra queste conversazioni quelle ritenute interessanti sono quelle intercorse tra i due il 5 e l’8 settembre del 2008. Zampieri informa Pomaro della possibilità di acquisire un nuovo cliente che necessita di duemila metri di celle frigorifere nel Veneziano, per movimentare circa un milione e mezzo di colli all’anno. Scrive il Gip: «Pomaro nella prima telefonata fa riferimento al “solito giro”, ossia al fatto che l’Ente autonomo Magazzini Generali acquisisce il grosso cliente il quale poi viene “girato” a Willi Zampieri, che lo acquisisce con le proprie società di primo livello (Sdl, Work System, Consorzio Enjey) e gestisce la commessa con la sua struttura operativa formata dalle cooperative di “secondo livello”: costi stracciati e amministratori “teste di legno”». Il 5 settembre Pomaro richiama Zampieri. Floriano Pomaro: «Organizziamo una visita veloce all’interporto di Venezia dove noi abbiamo a disposizione quasi 300 metri. Eventualmente gli facciamo delle celle frigorifere, quello che gli serve, pim, pum, pam, un magazzino nuovo di zecca, mai entrato nessuno». Willi Zampieri: «Ok. Oggi io gli faccio una e-mail e metto per conoscenza anche a te… Perché loro devono concludere in fretta, questa roba a gennaio deve partire». Pomaro: «Eh, se ci danno l’ordine adesso per gennaio parte, nel senso che l’ultima volta in un mese e mezzo abbiamo messo in piedi tutta la cella dell’Aspiag (società proprietaria dei marchi Despar, Interspar ed Eurospar), per cui insomma, non ci sono problemi. E tra l’altro è Magazzini Generali che ha gli immobili per cui sarebbe perfetto. Magazzini Generali si porta a casa il cliente e dopo gli facciamo il “solito giro”». Tre giorni dopo i due riparlano. Pomaro: «Ho visto la e-mail che mi hai girato, cosa ti serve?». Zampieri: «Sicuramente la tariffa, capire un attimino cosa è il costo di affitto di quel capannone là, quanto costa la coibentazione, se gli facciamo un tutto compreso oppure se gli facciamo un affitto a parte». Pomaro: «E lui cosa si aspetta?». Zampieri: «Mah, io gli farei due proposte, gli direi: l’affitto coibentato costa questo; se invece vuoi un costo a collo, costa questo. Dopo… Dopo decidi tu quello che vuoi fare». Pomaro: «Hai un’idea di quanti colli?» Zampieri: «Sì. Io so, colli, persone, so tutto quello che serve da sapere, per cui se ti serve il costo industriale io sono in grado di dartelo». Pomaro: «Ti chiedo questo perché tieni conto che io ho già parlato con Sartori (Renzo, all’epoca direttore di Magazzini Generali, ndr), c’è la disponibilità dei Magazzini Generali per tutto quello che serve, per cui l’investimento e quant’altro… A fronte chiaramente di un contratto lungo, anche se tu vuoi – hai capito? – fare un ragionamento dove loro ci garantiscono un minimo di colli movimentati e pagano un tutto compreso». Zampieri: «Io preparo la parte industriale, tu preparami la parte dell’affitto. Tu mi dici cosa costa coibentato chiavi in mano». Pomaro: «Eh, il problema Willi, è che io sono via, cioè nel senso che sto partendo adesso e rientro venerdì, vado giù al Sud a fare un giro per (…) di cui dopo parleremo. Così adesso sento Sartori e casomai questo lavoro qua lo fai insieme direttamente con Enzo, perché mi pare che ci fosse una certa urgenza, giusto?». Zampieri: «Eh, sì. Lui vuole risposte entro domani anche perché sta definendo con altri, per cui o lo prendiamo così tra capo o collo se no…». Pomaro: «Quanti milioni di colli fa?». Zampieri: «Un milione e trecentomila, però ha detto che se abbiamo abbastanza spazio facciamo presto ad arrivare attaccati ai due milioni. Comunque attuali, garantiti, un milione tre cinquanta». Pomaro: «Insomma così si lavora là con 15 persone? Più o meno, no?». Zampieri: «Bravo». Pomaro: «Va bene, allora faccio un passaggio con Sartori, gli dico che si metta a disposizione, capito? Per quanto riguarda Magazzini Generali che tanto, quando si sono tirati fuori i costi che addebitano ad Aspiag, vedrai che lira più, lira in meno, siamo là eh». Zampieri: «Esatto o con Sartori o con la Sorze (Stefania, all’epoca vice direttore di Magazzini ndr), che uno dei due mi dia delle informazioni». Pomaro: «Ah, va buò». link

Sindacalisti addomesticati con i soldi

Paolo Baron 8 novembre 2010

Descrizione: Descrizione: Descrizione: Sindacalisti addomesticati con i soldiPer governare il malaffare la «cricca della logistica» aveva bisogno di agganci e favori dentro e fuori i Magazzini Generali, il mondo del lavoro e le cooperative in genere. Dentro Magazzini, Willi Zampieri, 40 anni, imprenditore di Saonara, finito in cella (ora è ai domiciliari), aveva intessuto stretti rapporti con Floriano Pomaro e Renzo Sartori (ex direttore di GM). Fuori, il controllo era assicurato grazie ai suoi uomini di fiducia, Mirco Michelotto (amministratore unico di Work System e consigliere del Consorzio Enjey fino al 29 settembre 2006) e Cesare Augusto Temporin (socio fondatore e amministratore fino al 16 ottobre di Jdon Global e consigliere del Consorzio Enjey), era in grado di bloccare sul nascere le proteste dei lavoratori e di controllare sindacati. Il primo (Mirco Michelotto) – come scrive il Gip Paola Cameran – «è una sorta di alter ego di Zampieri e concorda con lui, esegue e fa eseguire le direttive circa la gestione delle cooperative di lavoro oltre che mantenere i contatti con i consulenti Trivellato e Sinagra Brisca (Patrizia 57 anni e Paolo 62 anni, entrambi arrestati e ora con l’obbligo di dimora), benché l’ultima parola spetti sempre a Zampieri». Il secondo (Cesare Temporin) «organizza, nell’ambito delle direttive impartite da Zampieri, il lavoro delle varie cooperative ed è capace di mantenere buoni rapporti con i lavoratori, i sindacati e gli ispettori del lavoro». Willi Zampieri, dunque, controlla ogni cosa, chiedendo di essere costantemente informato, tanto da essere soprannominato dai suoi dipendenti «il Verbo» o «il Divino». I suoi collaboratori gli inviavano quotidiani o settimanali report via e-mail di quanto succedeva. Si tratta, è contenuto nei documenti depositati in tribunale, di una «dimostrazione diretta della gestione verticistica della complessa organizzazione aziendale creata per guadagnare il massimo a spese dei lavoratori, dell’Inps, dell’Erario». Ma come faceva Zampieri, attraverso Temporin, a consolidare i buoni rapporti con i sindacati? A spiegarlo, ancora una volta sono le carte della Procura (l’indagine è stata condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Orietta Canova con l’aiuto del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza), ma anche i documenti firmati dal Gip per il sequestro dei beni: «Non va taciuta la capacità del gruppo di “addomesticare” funzionari del sindacato preposti alla tutela dei diritti dei lavoratori delle piattaforme logistiche», è scritto. Gli inquirenti sono venuti in possesso di queste informazioni («connivenze, neppure gratuite, di esponenti sindacali che hanno agevolato l’illecita gestione dei lavoratori invece che contrastarla») grazie alle intercettazioni. Telefonate che dimostrano, secondo l’accusa «la pervasività e in definitiva la pericolosità del gruppo che ha saputo ritagliarsi spazi di amichevole connivenza anche nell’ambito dei propri contraddittori istituzionali». Significative sono le conversazioni di Cesare Temporin incaricato, appunto, della gestione dei contenziosi con i lavoratori e i sindacati. Le telefonate – per il Gip – provano l’intervento assai duro di Temporin «che fa ravvedere Vittorio Rosa», interessando un tale Nini (poi identificato in Edoardo Chiesa, dirigente del sindacato Cisal Faisa) «considerato un dirigente sindacale a lui vicino». Vittorio Rosa, invece, è un sindacalista che nel gennaio del 2007, in qualità di presidente del Sindacato Lavoro e Società aderente alla Cisal, avviò una vertenza relativa a sei infermiere professioniste che avevano svolto la loro opera alla casa di riposo Breda con retribuzione sottopagata, che era intervenuto a favore di una lavoratrice in gravidanza alla quale avevano fatto scadere il contratto a termine. In questo caso il suo intervento è di tutt’altra natura.

Rosa: «Ciao carissimo». Temporin: «Ciao, dimmi». Rosa: «Io non ti devo dare più consigli? Eh?». Temporin: «Perché?». Rosa: «E’ venuto da me quel signore là (Odilo Ferro, licenziato dopo un lungo periodo di malattia ndr)». Temporin: «Chi?». Rosa: «Quello che avete licenziato per mhm…». Temporin: «Giusta causa?». Rosa: «Sì». Temporin: «Ma mi hai detto tu come fare la lettera». Rosa: (ridendo) «E, infatti, sono incompatibile». Temporin: (ridendo) «Sei incompatibile». Rosa: «Va beh, niente, comunque adesso vediamo». Temporin: «Comunque senti, se c’è bisogno ci vediamo. Gli ho fatto il modello F22, ci sediamo al tavolino, se lui riuscisse a lavorare io non è che avrei problemi, eh, però ha dei problemi, ha fatto un infarto in cella, eh? Il problema mio è che non posso far fare nessuna movimentazione di carico». Rosa: «Vedo un attimo e ti faccio sapere». Ma per il Tribunale v’è di più. «Stupefacenti – scrive il giudice per le indagini preliminari – sono le conversazioni delle quali emerge come, grazie ai 2000 euro versati proprio ad Edoardo Chiesa, l’associazione si sia assicurata l’intesa del sindacato circa il “trasferimento” di un centinaio di lavoratori da una cooperativa insolvente ad un’altra (da Jdo a Dragon Fly). Il tramite del trasferimento è ancora Temporin, il quale, per quanto emerge dalle intercettazioni è in grado di gestire non solo i rapporti formali con i sindacati, ma anche rapporti, «decisamente opachi ma funzionali al perseguimento dell’obiettivo del gruppo». Temporin: «Ciao Nini». Chiesa: «Ciao». Temporin: «Già fatto tutto. Ti stanno arrivando 2.000 euro». Chiesa: «C’è un’altra cosa, c’è un discorso su quella carta che mi hai dato da firmare, guarda che… Hai messo che applichi il contratto del 29/01/2005, guarda che è stato rinnovato dopo». Temporin: «Però è quello che fa base…». Chiesa: «Sì, quello fa base magari. Aggiungi però se puoi “e successivi rinnovi”». Temporin: «Ok. Io lo faccio passare, così firmiamo tutti e due e poi cambiamo. Chiesa: «Sì, dopo facciamo che io ti ho chiesto un incontro perché sarebbe da mettere anche quanti lavoratori passi». Temporin: «Ah, sì va bene. Io ti chiedo un incontro e nell’incontro formalizziamo». Chiesa: «Allora io ti chiedo un incontro, intanto tu approvi una carta dove scrivi, sono stati trasferiti numero tot di lavoratori con nomi e cognomi, con livelli vicino, a questa altra azienda con nomi e cognomi e sotto metti tutta la descrizione che hai messo qua». Temporin: «E mettiamo con il rinnovo del contratto». Chiesa: «E bla, bla, bla e facciamo un accordo con la nuova società, cioè praticamente…». Temporin: «Va benissimo, sto già preparandola». link

Il sistema padovano dei Magazzini «esportato» a Parma grazie a Sincro

Ernesto Milanesi 9 novembre 2010

Un asse consolidato negli anni. Un’intesa che continua nel segno della logistica. Renzo Sartori e Floriano Pomaro operano in coppia anche fuori dal Veneto. Sartori, 53 anni, ingegnere, residente in via Marangon 38, ciellino di comprovata fede: è stato assessore nella prima giunta Zanonato, quindi presidente e direttore generale di Magazzini Generali, sempre «connesso» con l’universo della Compagnia delle Opere. Pomaro, nato a Lendinara (Rovigo) il giorno di Ferragosto del 1964, è residente in città in via Rizzetto 2/C: comincia come autotrasportatore di ortofrutta dal Polesine al Maap, poi entra nel «giro» del facchinaggio e diventa l’eminenza grigia della logistica. Fra l’autunno 2006 e l’inizio 2008, Sartori e Pomaro hanno gestito il «contratto provvisorio» dell’affare Bernardi: 26 milioni di capi d’abbigliamento da movimentare, a scadenza settimanale, nella rete distributiva. Una vicenda che il mattino ha documentato, in attesa di ulteriori verifiche tuttora in corso. E’ già agli atti, invece, la «rete» di complicità e connivenze che emerge dagli atti dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica con il supporto della Guardia di finanza. Come descritto nelle prime quattro puntate di quest’inchiesta. La coppia Sartori & Pomaro resta, comunque, sotto i riflettori non solo nel quadrante di Padova Est. Si dimostrano protagonisti della privatizzazione di Magazzini Generali, l’unico ente controllato al 57% dal Comune. Ma anche in grado di «esportare» questa specie di sussidiarietà nella logistica. L’ingegnere e l’ex autotrasportatore compaiono nella creazione di Log System, società coop a responsabilità limitate con sede in Corso Stati Uniti, 18. Si rivelerà un ottimo «imbuto» gestionale. Magazzini stipula i contratti della logistica per poi avvalersi di Log System Scarl, cui affida il compito di appaltare il lavoro alle coop di facchinaggio. Di fatto, è la partita doppia della gestione: da una parte il vero business; dall’altra l’erosione del patrimonio pubblico, caricato dei costi. Presidente del CdA di Log System era Federico Dianin, 54 anni, con residenza in Corso Stati Uniti 18. Consiglieri di amministrazione, insieme a Sartori e Pomaro, Loris Cervato, 42 anni, Villafranca, via Balla 25/e; Moreno Lando, 52 anni, Piove di Sacco, via Paolo VI 18/c. Le quote della Scarl vedevano Pomaro più che interessato con il 10,5% di Logycoop Srl, il 10% di My Net Srl, il 6% di Eurocoop e l’1% di Tiesse. E’ Sartori a far lievitare l’operazione «torre della logistica» con la formula del leasing in costruendo con il cantiere affidato alle imprese della CdO, a cominciare da Mattioli. Alla fine, sarà Pomaro ad incamerare un paio di piani all’interno della struttura direzionale, che sorge a fianco del complesso dei Magazzini. Il 2008 si rivela però come il capolinea di questo «sistema». Si profila all’orizzonte la fusione di Magazzini con Interporto: obbiettivo dichiarato dai soci pubblici (Comune, Provincia e Camera di commercio) è la nascita del maxi-polo della logistica. In programma, soprattutto, un nuovo CdA molto più snello e senza più poltrone per gli amministratori di Magazzini. Anche lo staff che fa capo a Sartori sarà destinato al «setaccio», mentre perfino il contratto del direttore generale sarà trasformato in una consulenza a termine. Dunque, due anni fa si avvia a conclusione la gestione dell’abbigliamento imperniata sulla «sinergia» fra Magazzini e Multiservizi Srl (che opera in via Svezia 9, con un capitale di 43 mila euro e Pomaro come amministratore unico). Ma occorre soprattutto cercare alternative strategiche alla piazza padovana. Così nell’estate 2008, il tandem Sartori & Pomaro emigra a Parma dove si prospetta un ghiotto affare: la logistica formato industriale per marchi alimentari di prima grandezza, non solo a livello nazionale. Il 29 luglio – davanti al notaio Mario Rossi di Parma – viene costituitaSincro, società consortile a responsabilità limitata. Ha sede legale a Parma in via Po 136 A; ma dal 1º settembre 2009 si doterà di un ufficio amministrativo a Padova in corso Stati Uniti 18/B. Sincro nasce con obbiettivi precisi, elencati nell’atto costitutivo: «Trasporto merci, attività di magazzino e logistica in senso lato, spedizioniere per l’Italia e per l’estero, acquisto e vendita immobili, presentazione di progetti all’Unione europea, allo Stato e alle Regioni per finanziamenti nella formazione, centrali fotovoltaiche, impianti localizzazione satellitare, energie alternative». In buona sostanza, logistica in grande stile senza mai dimenticare le opportunità dei fondi europei: dopo la stagione della formazione, si apre quella delle energie pulite. Il capitale sociale di Sincro (20 mila euro) risulta così suddiviso: 17.300 euro di quote detenute da La Magica Srl di Parma con sede in via Po 136 A; 1.200 alle Primo Taddei, cooperativa «rossa» di Parma con sede in via Colorno 63/A; 400 euro a Tlt, società consortile di Milano, via Paruta 6; 100 Consorzio nazionale operatori logistici, società in cui è già presente Pomaro con sede a Padova di nuovo in Corso Stati Uniti 18/B; infine 1000 euro di quote per Log System Scarl sempre con sede in Corso Stati Uniti 18/B. Il Consiglio di amministrazione di Sincro risulta così composto: presidente a tempo indeterminato Renzo Sartori; amministratore delegato Gianpaolo Calanchi, classe 1964, residente a Salsomaggiore (Parma) in via Bellaria 24/A; consiglieri Ivano Bernazzoli, nato nel 1964 e residente a Sala Baganza (Parma) in via Gruzza 16; Arnaldo Rampini, classe 1958, residente a Parma in strada budellungo 133; Daniela De Donato, classe 1973, residente a Parma in via Puzzarini 2; e Floriano Pomaro. In Emilia, insomma, si riproduce il medesimo scenario operativo sperimentato a Padova. Di nuovo Legacoop insieme alle sigle riconducibili alla CdO. Ancora società, consorzi e scarl che occupano la linea a cavallo fra pubblico e privato. L’ultima «fotografia» della Camera di commercio riassume così l’identikit di Renzo Sartori. Fin dal 1997, presidente delConsorzio osservare per agire con sede a Milano, in via Arese 10: impresa che, per altro, risulta essere inattiva. Dal 2002 in Log System Scarl, ruolo che era giustificato dalle cariche di presidente e direttore di Magazzini Generali. Tuttavia, l’11 maggio 2010 Sartori è stato nominato consigliere di amministrazione per i successivi tre anni. Dal 2004, in My Net Srl (la società costituita da Pomaro, in origine come distributore di gasolio) Sartori compare come consigliere di amministrazione «fino alla revoca». E infine dal 2006, amministra come consigliere fino all’approvazione del bilancio 2010 anche Logy.Ve Srl con sede a Marghera in via dell’Elettricità 21: impresa che è inattiva. link