Nella giornata del 16 febbraio 2011 i sottoscritti hanno appreso il contenuto della comunicazione della Fiege Borruso di Brembio a firma di Roberto Buzzone, attraverso la quale dopo aver constatato la sparizione delle batterie che vengono utilizzate per il funzionamento delle attrezzature elettroniche palmari e voice picking in dotazione al personale del magazzino, venivano lanciate precise accuse ai lavoratori occupati all’interno del magazzino medesimo.
In particolare, si legge in tale comunicazione, che: “(…) Tale sottrazione è l’ennesimo episodio di sabotaggio perpetrato ai danni della ns. Azienda e si configura con sempre maggior chiarezza in un tentativo di intimidazione, di minaccia e di terrorismo strisciante che ormai da più di un anno vede Brembio come teatro dei più assurdi e ingiustificati pretesti per fermare, ostacolare e boicottare il normale andamento delle attività (…) per porre un freno ad una situazione che vede ormai veri e propri atti di delinquenza (…) e che si trovano oggi ostaggi, anch’essi, di un gruppo di persone, minoritario, violento e distruttivo che nulla ha in mente se non quello di creare disagio, confusione e paura (…)”.
Ciò costituisce accusa infamante a carico dei sottoscritti offendendone la personalità e il decoro.
Inoltre manca allo stato, non solo la prova dell’effettivo accadimento della sparizione di tali materiali, ma le accuse sono state lanciate in modo generico, senza previo accertamento delle responsabilità.
Per tali fatti e per le accuse e le gravi ingiurie mosse nei confronti dei sottoscritti, si intende richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria affinché accerti i reati che vorrà ritenere ricorrenti nella fattispecie descritta.
Brembio, 17 febbraio 2011.
Seguono firme