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Sanità: una partita a scacchi per fregare le pedine.

Se dobbiamo cominciare a trovare gli aggettivi per far capire ai colleghi cosa bolle in pentola, possiamo senza dubbio dire che andiamo verso una riorganizzazione della “schiavitù moderna”dei lavoratori degli Istituti Clinici di Perfezionamento, un nome altisonante per significare lo smantellamento della sanità pubblica .

I poliambulatori, spina dorsale dell’assistenza sanitaria sul territorio, da anni subiscono l’aggressione delle scelte politiche a favore degli amici degli imprenditori e che spingono verso la mercificazione della salute.

In questa situazione, il direttore generale dei poliambulatori ha deciso unilateralmente la riorganizzazione dei servizi attuando la mobilità selvaggia di tutti i caposala, che diventano pedine da spostare senza logiche e senza criteri.

Questa situazione non può che provocare una disorganizzazione con una ricaduta negativa sui servizi che ad oggi funzionano grazie all’impegno di tutti gli operatori sanitari e amministrativi.

Stessa sorte toccherà sicuramente al personale infermieristico, se la RSU non si opporrà con decisione. Quello che avviene negli ICP è la tendenza alla riduzione consistente delle ore di specialistica e la conseguente possibilità di chiusura dei poliambulatori di Milano.

L’assistenza sul territorio è un boccone prelibato per i privati, i preti, i tanti amici di Formigoni, e le cooperative che fanno parte della galassia della “Compagnia delle Opere”.

Un futuro costellato da lavoro precario e sotto-salari, con il conseguente aumento delle spese sanitarie a carico degli utenti .

La legge Brunetta, la presenza di sindacati consenzienti a queste politiche, lavoratori che non protagonisti in prima persona, tutto questo permette e continua ad alimentare un degrado economico, normativo e perdita di dignità ,che colpisce, prima gli operatori sanitari, poi gli utenti.

Anche all’ospedale Bassini di Cinisello, per risparmiare e non assumere più dipendenti di ruolo, affidano l’assistenza nei reparti sanitari a personale della cooperative e ad agenzie interinali, che possono avere tutta la buona volontà di questo mondo, ma non potranno mai affezionarsi ad un lavoro sottopagato e precario all’infinito.

La ristrutturazione in negativo avanza in tutti i reparti, per es. in quello di riabilitazione geriatria, l’operatore OSS ,che affianca l’infermiere professionale ,deve abbandonare il reparto durante il turno notturno, per andare a sopperire ad altri compiti generati dalla carenza del personale in altri reparti. Mettendo, così, a rischio anche la sicurezza dei pazienti e della stessa infermiera che rimane da sola.

Pure all’ospedale di Sesto San Giovanni, non viene risparmiato da questa “cura dimagrante”: sempre meno personale di ruolo, e più personale precario.

Le promesse (non mantenute) del Direttore Generale , fatte nel 2010, sulla eliminazione delle cooperative ha, al contrario, lasciato il posto ad una realtà fatta da nuove e più massicce presenze di soci lavoratori.

Una ristrutturazione che non risparmia nessuno; anche per gli impiegati del CUP aumenta la mobilità selvaggia, e l’orario di lavoro non ha più limiti (ad esempio al Bassini sono obbligati a restare anche una o due ore oltre l’orario di servizio fino a che non si smaltisce l’utenza agli sportelli). Negli altri Cup i dirigenti sono intervenuti esprimendo la loro fantasia, tragica per chi lavora tutti i giorni 9 ore, subendo la decisione del dirigente quando decide di far recuperare le ore in eccesso.

CARI COLLEGHI E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI REAGIRE, DENUNCIAMO TUTTE LE SITUAZIONI DI SOPPRUSO CHE AVVENGONO QUOTIDIANAMENTE NEI POSTI DI LAVORO E ORGANIZZIAMOCI PER IMPEDIRLE.

RAFFORZIAMO L’AUTORGANIZZAZIONE E SOSTENIAMO IL SI COBAS I.C.P

per contatti telefonare al giovedì dalle 18.00-20.00 allo 0249661440 fip. Milano8-2-2011