Brembio. Si Cobas reagisce alle accuse dell’azienda dopo gli ultimi furti.
Brembio «Non siamo dei sabotatori: se c’è stato un furto lo si denunci, ma non si facciano passare i lavoratori come ricattatori violenti»: è forte la reazione del Si Cobas all’accusa della multinazionale Fiege Borruso che mercoledì aveva denunciato «l’ennesimo episodio di sabotaggio» dopo aver scoperto l’ammanco delle batterie dei dispositivi elettronici in uso al magazzino di Brembio. La Fiege aveva accusato mercoledì i lavoratori di aver messo in atto politiche di scontro e di sabotaggio, con rallentamenti della produzione, ammanchi e continui ritardi. «Al contrario, da mesi siamo impegnati a cercare di migliorare la produttività, che soffre di molti problemi di carattere gestionale, e cerchiamo di dialogare con l’azienda – dice Aldo Milani del Si Cobas, il sindacato più forte nello stabilimento -. Se c’è stato un furto, come tale deve essere denunciato, siamo noi i primi a volerlo. Invece, proprio non capisco come si possa accusare i lavoratori di sabotaggio, quando il lavoro è poco e gli operai sono a casa in ferie obbligate. Che vantaggio ne trarrebbero? Piuttosto i dipendenti temono che ci sia un disegno aziendale per scaricare su di loro la colpa del calo produttivo dovuto a disorganizzazione e difficoltà di mercato».L’ultima produzione registrata nello stabilimento era di una media di 97 colli all’ora per dipendente. Ancora un paio d’anni fa la piattaforma, allora poco sindacalizzata, vantava produzioni tra i 180 e i 200 colli l’ora, «usurante e insostenibile» per i Cobas, una media scesa poi a 60 nei periodi più caldi di un anno fa, quando tra tensioni e scioperi per il rinnovo dei contratti delle cooperative, si consumarono anche degli scontri davanti ai cancelli con le forze dell’ordine. Da allora, le tensioni non sono mai rientrate del tutto e anche il primo febbraio si è registrato uno sciopero a sorpresa per la difformità di vedute sull’obbligo di esaurire le ferie arretrate.«Le tensioni ormai vanno avanti da troppo tempo e temiamo davvero che prima o poi accadano episodi gravi – commenta Guido Scarpino della Filt Cgil, secondo sindacato -. Noi non condividiamo lo stato di perenne scontro voluto dai Cobas e che ora sta sfuggendo di mano pure a loro. Abbiamo chiesto ufficialmente alla prefettura di convocare le parti per cercare di ritrovare un po’ di misura e buon senso, magari avviando una fase di raffreddamento nello stile di quanto avviene per i servizi pubblici essenziali. Il rischio vero è che l’azienda decida di scappare da Brembio, e allora tutti potranno dire addio ai posti di lavoro». Andrea Bagatta da Il Cittadino del Lodigiano 18 febbraio 2011