28 Ottobre 2010 di Lance Carter
Un resoconto analitico dell’ondata di scioperi selvaggi avvenuti con successo durante il 2010 in Cina presso le fabbriche automobilistiche, in larga misura giapponesi.
Tra maggio e luglio del 2010 una serie di scioperi significativi negli impianti di componenti per automobili si è verificata nelle regioni costiere della Cina. Gli scioperi in Cina non sono una novità, ma la recente ondata è notevole almeno sotto tre aspetti: l’ammontare delle concessioni fatte ai lavoratori; il grado di pubblicità che ha inizialmente avuto sui media cinesi; e l’aver contribuito a mettere all’ordine del giorno una riforma del sindacato. Nonostante gli scioperi fossero diretti principalmente contro i salari iniqui, ci sono stati anche dei tentativi di puntare alla questione maggiormente politica della rappresentanza sindacale. I lavoratori con cui ho parlato, che hanno partecipato agli scioperi nelle fabbriche della Honda, sono stati chiaramente politicizzati dagli eventi ed erano ben consapevoli degli scioperi che si verificavano in tutta l’industria automobilistica cinese.