L’aggressione militare che in queste ore è stata rivolta alla Libia, da Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Italia, dietro il pretesto di un intervento fatto a fini umanitari, per impedire l’ulteriore uccisione di civili oppositori al regime di Gheddafi è in realtà l’ennesimo inganno operato a danno delle popolazioni dei paesi coinvolti nel conflitto. Attraverso questa strategia politica militare, i governi padronali di paesi a capitalismo più avanzato, puntano a sostenere e ottenere precisi interessi economici, attuando la pratica di rapina, sopraffazione e oppressione verso i popoli dei paesi a capitalismo più arretrato.
Questo agire da sempre trova il pieno supporto nelle stesse risoluzioni dell’ONU che è nei fatti il comitato di affari e centro operativo dell’organizzazione mondiale -ASSASSINI S.p.A. L’ONU non ha mai salvato nessun paese da regimi dittatoriali, e la sovranità dei popoli resta solo un bel principio da citare perché mai viene applicato.
Questa pratica predatoria imperialista, viene legittimata e diffusa nelle masse dietro il mezzo della propaganda, grazie all’informazione ufficiale che viene data dai massa-media i quali essendo funzionali al sistema, lavorano intellettualmente e culturalmente a manipolare cause e i perché oggettivi ai fatti della stessa realtà. Il contenuto culturale ideologico politico che passa è sempre quello che c’è un nemico, un dittatore, un nuovo terrorismo, da combattere e abbattere, per far trionfare la democrazia. Quella democrazia che noi conosciamo molto bene perché è presente nei nostri paesi, tanto strombazzata dai nostri politici e governi come esempio di civiltà superiore.
Una falsa democrazia che non ci garantisce ne la libertà dai bisogni essenziali e tanto meno l’uguaglianza la giustizia, ma ci rilascia invece solo sfruttamento e miseria. Sappiamo cosa significa questa democrazia, la democrazia borghese dei nostri padroni. Cosa ci differenzia in tutto questo dagli altri regimi? Noi operai e lavoratori continuiamo ad essere utilizzati solo come massa da manovra, per interessi e fini che non ci appartengono e che non corrispondono ai nostri veri bisogni, usati come comparse a far numero dentro un vecchio copione che si ripete. Un copione già inscenato nella storia sia passata come quella presente, le due guerre mondiali e quelle più recenti la guerra in Afghanistan e quella in Irak.
Un copione che se ancora oggi attecchisce, lo si deve al fatto che tra le masse lavoratrici non esiste più una capacità critica sulla realtà. È venuta a mancare la politica di classe, propria della classe operaia la sua stessa organizzazione politica con carattere antagonista e anticapitalista, capace di contrapporsi e contrastare la concezione, politica e pratica della classe padronale che è al potere del sistema capitalistico. Se così non fosse il cosciente e il dissenso politico, di operai e lavoratori, come anche quello delle masse popolari, andrebbero verso tutt’altra direzione. Non appoggerebbero in modo supino la politica messa in atto dai governi di destra e di sinistra, la sinistra borghese, funzionale alla politica del padrone.
Ma sosterebbero l’autodeterminazione dei popoli, la fratellanza, l’internazionalismo per il fine unico e comune della classe operaia una sola e uguale in tutto il mondo; quello di lottare per il superamento di questo sistema padronale classista, basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
La crisi economica spinge e trasforma le guerre commerciali in guerre armate, per le materie prime, le risorse energetiche come il petrolio. Materie e risorse che diventano sempre più indispensabili, per combattere la concorrenza nella guerra dichiarata per i profitti privati su i mercati mondiali. I governi di Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Italia, nascondono dietro il termine democrazia interessi economici materiali. Esporteranno sicuramente la loro democrazia, che porterà a quei popoli la pace eterna. La Libia troverà la libertà nei bombardamenti, nelle stragi di civili, una nuova dittatura vestita da democrazia.
Se l’appoggio viene dall’esterno, saranno loro a comandare sulle risorse attraverso loro fantocci. L’ipocrisia mostrata dai governi dei paesi che si sono buttati come avvoltoi, sull’opportunità a loro offerta da questo nuovo conflitto è stata senza ritegno. Se poi si pensa che ad appoggiare la guerra contro la Libia, ci sono gli stessi paesi appartenenti alla lega araba, come il Bahrein e l’Arabia Saudita che hanno governi a espressione di regimi dittatoriali che si sono distinti nella repressione sanguinaria contro le manifestazioni popolari fatte dagli oppositori agli stessi regimi. Oppositori che a differenza di quanto è accaduto nella rivolta libica, sono insorti senza armi.
Se Gheddafi deve o non deve più stare al potere in Libia, questa è una questione che deve risolvere da sé il popolo libico e senza interferenze o ingerenze alcune. Chi crede che la democrazia si possa esportare o che serva l’intervento esterno per realizzarla, finge di non capire che dietro c’è solo un interesse economico dei padroni. Gli esclusi dalle risorse Libiche colgono la situazione per rientrare in gioco.
Noi operai vorremmo poter dire agli oppositori libici, non illudetevi se le potenze occidentali intervengono, non è perché hanno a cuore le vostre sorti, ma semplicemente perché vogliono mettere mano sulle vostre risorse energetiche, vi useranno per il loro scopo. Solo una politica di classe, della classe operaia internazionale è legittimata a sostenere e solidarizzare con gli altri paesi. Nel frattempo l’aiuto che possiamo dare è la lotta contro i nostri padroni i nostri governi responsabili della miseria e della schiavitù nostra e degli altri popoli.
SI COBAS MODENA 21/03/11