La CGIL ha indetto lo sciopero generale del 6 maggio 2011 su dodici punti rivendicativi. Ed è il terzo dopo quello dichiarato dai sindacati di base l’ 11 marzo e il 15 Aprile 2011.
Non è uno, né tre, scioperi generali che risolveranno i problemi aperti dalla crisi: disoccupazione, cassa integrazione, perdita dei diritti, attacco al salario, avanzare del razzismo; ma da esso/i è necessario partire per costruire quel fronte di classe dei lavoratori che serve ad opporsi con la lotta agli attacchi governativi e confindustriali. Questo, senza avere illusioni sul fatto che a “risolvere” la crisi penserà il governo di “sinistra”, come crede la Cgil con questo sciopero.
Noi diciamo di prendere esempio dalle lotte delle cooperative della logistica, dove il diritto e la dignità dei lavoratori, produttori di ricchezza, vengono conquistati con la lotta, opponendosi tutti i giorni ai soprusi, fino al blocco della produzione, quando è necessario.
Diciamo ai lavoratori italiani di guardare alla lotta delle masse del nord Africa, per capire che “non è la democrazia” la nostra ancora di salvezza, soprattutto in occidente, ma l’organizzazione dal basso per cercare di non pagare la crisi e opporsi sul serio alle manovre del governo e della Confindustria.
Noi non diciamo ai lavoratori di non scioperare il 6 Maggio 2011, tutt’altro.
Gli scioperi si possono fare tutti, ma la partecipazione deve servire a rafforzare il percorso di rivendicazione dei diritti, del salario, del lavoro e dei contratti, del permesso di soggiorno per gli immigrati, e la realizzazione dell’unità fra lavoratori Italiani e stranieri.
Lo sciopero generale elettorale è fine a se stesso, non serve a niente e a nessuno, per servire deve essere inserito in un percorso di lotta per creare coscienza e unità.
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SALARIO GARANTITO AI DISOCCUPATI
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DIRITTO AL LAVORO
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CONTRATTO PER I DIPENDENTI PUBBLICI
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PERMESSO DI SOGGIORNO PER TUTTI GLI IMMIGRATI.
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NO ALLA FIAT E AI SUOI RICATTI.
5 maggio 2011 S.I.COBAS SANITA’