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False cooperative, frode per centinaia di milioni di euro

 

False cooperative, frode per centinaia di milioni di euro. Maxi sequestro di beni. Operazione della guardia di finanza di Cremona coordinate dalla Procura della Repubblica di Crema Spino d’Adda – Gli uomini del Comando Provinciale di Cremona hanno sequestrato beni e attività economiche per oltre 23 milioni di euro, frutto di un’ingente frode fiscale e contributiva commessa da finte cooperative di lavoro con un giro di fatture false di oltre 600 milioni di euro e una evasione di IVA per 120 milioni di euro.

Macellazione

Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crema, è emerso che alcuni Consorzi di Cooperative di lavoro, attivi nelle provincie di Cremona e di Lodi da una decina di anni, affittavano ad aziende, lombarde ed emiliane, della macellazione e della grande distribuzione circa 800 lavoratori per un giro d’affari di oltre 200 milioni di euro.

Il versamento dell’Iva

Su questi importi gravava un’Iva – per circa 40 milioni di euro – che gli indagati avrebbero dovuto versare allo Stato, praticamente nella sua totalità. A questo punto scattava il meccanismo della frode che aveva lo scopo di appropriarsi completamente dell’imposta dovuta.

I promotori della truffa

I promotori della truffa, L.G. di 52 anni e G.D. di 65 anni, entrambi ex macellatori di Spino d’Adda, hanno organizzato una filiera di società cooperative fittizie – intestate a prestanome e operative per solo un paio d’anni circa – le quali avevano il compito di emettere fatture false per addebitarsi l’imposta dovuta e poi scomparire secondo il classico sistema delle società cosiddette ‘cartiere’.

Giro di fatture false

Al momento i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Cremona hanno individuato 4 consorzi e circa 70 cooperative che hanno posto in essere un vorticoso giro di fatture false, triplicando il fatturato complessivo dei Consorzi e, di conseguenza, l’IVA evasa. Come sottolineano i finanzieri “rilevante anche l’evasione contributiva, se si pensa che la metà degli stipendi veniva versata ai lavoratori in nero”.

Sequestrate auto, terreni e un’azienda agricola

Al termine di questa prima fase di accertamenti e al fine di tutelare l’imponente credito vantato dal fisco il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crema ha emesso un decreto di sequestro preventivo per cautelare i beni degli indagati, ponendo i sigilli a terreni e immobili (uno dei quali di notevole valore), autovetture (tra cui Ferrari e Porsche), a una prestigiosa imbarcazione di 32 metri, nonché a due società immobiliari, un’azienda agricola e un allevamento di cavalli di razza e tre eleganti bar del centro di Lodi, tutti beni acquistati con l’ingente profitto della frode.

Gli indagati

Sono al momento indagate, per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, 20 persone e altre 6 per il reato di riciclaggio.

di Riccardo Cremonesi