Venerdì 7 ottobre, presso i magazzini della ESSELUNGA di Pioltello, gli operai delle cooperative del consorzio SAFRA (Apollo, Asso e Servizi Generali Italia) hanno scioperato concentrandosi davanti alla porta del reparto drogheria. Sfidando il colosso Esselunga di padron Bernardo Caprotti, che tradizionalmente tende ad escludere qualsiasi relazione sindacale con i lavoratori impiegati nei suoi magazzini e supermercati dove vige un vero e proprio regime da caserma, gli operai sono pienamente consapevoli di aver intrapreso una dura battaglia.
Circa quindici anni fa, infatti, la lotta che si era sviluppata presso gli stessi magazzini da parte di circa 80 lavoratori, in maggioranza asiatici, fu stroncata dai licenziamenti. Nonostante queste difficoltà un nucleo di lavoratori oggi presenti nel sito ha deciso di aprire un nuovo percorso di lotta.
Lo sciopero, partito alle 17.00 e terminato alle 04.00 di oggi, ha coinvolto gli operai del turno pomeridiano e serale e ha prodotto un significativo ritardo nello stoccaggio e nella movimentazione delle merci. Gli oltre 120 operai immigrati scesi in sciopero contro i licenziamenti politici (una richiesta è il rientro di Worynwon Ezekil) e l’arbitrio dei caporali, per migliori condizioni di lavoro e salariali e per difendere l’agibilità sindacale che il consorzio e la committenza vorrebbero loro negare, hanno ricevuto il sostegno di una sessantina di operai di altre cooperative, giunti dalla Fiege Borruso di Brembio, dalla TNT di Piacenza, dalla PAM di Trezzano, dalla Ortofin di Trezzano e Liscate, dalla Ceva di Corte Maggiore, dalla Star di Agrate, dalla GLS di Cerro al Lambro e del coordinamento milanese di sostegno alle lotte delle cooperative.
Contrastato dall’arrivo massiccio di carabinieri e forze di polizia in assetto antisommossa (sempre pronti ad intervenire nei confronti degli operai in lotta e sordi e ciechi dinnanzi agli abusi padronali e all’infiltrazione e gestione mafiosa delle cooperative), lo sciopero con picchetto è stato il passaggio conseguente al rifiuto delle cooperative del consorzio di non riconoscere la sindacalizzazione degli operai ed aprire un tavolo per discutere le rivendicazioni contenute nella piattaforma sindacale.
Contrastare il sindacato significa non soltanto negare le rivendicazioni economiche ma la possibilità che i lavoratori della logistica alzino la testa. Come un delegato afferma in una dichiarazione rilasciata a IL GIORNO sabato 8 ottobre, «Noi con questo sciopero chiediamo innanzitutto la dignità del lavoratore in azienda. Noi qui siamo trattati come animali, sfruttati e anche ricattati. Veniamo lasciati a casa tre giorni su sei per riposo, ma senza giustificazioni. Lo fanno per tenerci buoni e per farci capire che non dobbiamo alzare troppo la testa, altrimenti veniamo licenziati»
Nell’assemblea che ha concluso lo sciopero che, secondo l’azienda ha causato un danno economico di «50mila euro per ogni mezz’ora di blocco» gli operai hanno deciso il mantenimento dello stato di agitazione, la preparazione di nuove azioni di lotta, sin quando non riceveranno dei segnali soddisfacenti dalla controparte, e di rispondere con scioperi immediati nel caso si verificassero rappresaglie anche contro un solo lavoratore. Milano, 08.10.2011 – Sindacato Intercategoriale Cobas Sciopero Esselunga sulla stampa