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Marlane: ancora si gioca sulla pelle dei morti

Quanta gente deve morire perchè la loro vita venga presa in considerazione ? Non bastano oltre cento morti ed ammalati di tumore ? A Paola nel processo Marlane evidentemente questi numeri non bastano. Forse qualcuno dovrebbe incendiarsi davanti al Tribunale,immolandosi, scatenando una rivolta delle coscienze. Perchè qui adesso si tratta di avere coscienza più che di senso della giustizia.
Coscienza per le sofferenze di intere famiglie abbandonate dallo Stato e dalle istituzioni, coscienza per chi ha sacrificato la propria vita per il lavoro,
coscienza per i sopravvissuti che ancora soffrono per le malattie contratte in quella fabbrica diventata un campo di concentramento. Ma purtroppo le persone imputate di omicidio colposo plurimo e di disastro ambientale non sono gente comune. Qui come imputati, sempre contumaci, a dispregio della giustizia italiana,abbiamo pezzi grossi, come Marzotto, insignito solo poche settimane fa con un francobollo commemorativo per le sue attività industriali, e con lui dirigenti della confindustria e del settore tessile veneto ancora operativi e collegati al mondo della finanza italiana. Il mondo politico calabrese tace.
Nessuno porta solidarietà a questi familiari che non interessano a nessuno, nessuno partecipa ai nostri sit-in che soli con i familiari facciamo ad ogni udienza a testimonianza che esiste una Calabria che vorrebbe essere diversa. Ci troviamo ad assistere all’ennesimo proditorio rinvio. Ad un estenuante teatrino che gli avvocati difensori dei kapò della Marlane, l’avv.Perugini in testa a nome dei Ghedini,Giarda,D’Ascola,Lucibello,Germanà Tascona dello studio Pisapia, l’onorevole PDL Paolo Sisto,tirano fuori ad ogni udienza. Spulciano tra un rinvio e l’altro, fra le corrispondenze , le notifiche, le convocazioni, e trovano gli errori che anonimi cancellieri commettono e ne chiedono subito l’annullamento, che vengono immediatamente accolti dal Presidente. La giustizia in Italia funziona così. Chi è forte vince, chi è debole paga. Ed eccoci al nuovo rinvio. In una data davvero incredibile. Il 30 dicembre. Il giorno prima di Capodanno. MA NOI CI SAREMO LO STESSO. CON LE NOSTRE LENZUOLA BIANCHE
SIMBOLO DEGLI AMMALATI DI TUMORE DOVE E’ SCRITTA TUTTA LA NOSTRA RABBIA PER QUESTO PROCESSO CHE NON VUOLE CELEBRARSI.

SI Cobas Coordinamento Calabria /  Osservatorio Nazionale Amianto / Rete Difesa Territorio “Franco Nisticò” / CSOA Rialzo Cosenza /  Associazione  Culturale Skatakatascia U*CS Francavilla /   Movimento Ambientalista del  Tirreno / ACSSA di Montalto Uffugo