Riportiamo l’articolo apparso sulla stampa fiorentina che vede implicate vecchie conoscenze: i prestanome Del Negro, già noti rappresentanti della cooperativa Papavero che operava per la GLS a Cerro al Lambro (MI). Qui, nell’agosto del 2010, furono licenziati 15 lavoratori del S.I. Cobas in seguito alla lotta contro le condizioni di lavoro imposte dalla cooperativa.
L’intreccio tra “sistema cooperative” e malaffare, da noi già più volte denunciato, trova quindi una nuova conferma. Non si tratta di episodi contingenti, di mele marce sparse qui o là – come vorrebbero far credere politici, sindacati e istituzioni compiacenti – è una condizione strutturale in base alla quale, in parallelo all’attività delle cooperative, nella maggioranza dei casi, si accognagna una illegalità diffusa che si esprime a vari livelli e forme. Alle istituzioni preposte, nelle varie articolazioni, il compito di combattere il malaffare.
Noi come S.I. Cobas continueremo la lotta contro questo sistema che genera enormi profitti con lo sfruttamento di centinaia di migliaia di lavoratori, con l’aggravante di una sostanziale illegalità (buste paga, contributi, sicurezza, condizioni di lavoro, caporalato, …) e la negazione di ogni diritto.
“Firenze. «Colletti bianchi» in arresti per corruzione e reati fiscali.
Un notaio, 4 imprenditori, 4 commercialisti, un dipendente del ministero dello Sviluppo economico e tre prestanome sono i destinatari di 13 misure cautelari
Un notaio, quattro imprenditori, quattro commercialisti, un dipendente del ministero dello Sviluppo economico e tre prestanome sono i destinatari di 13 misure cautelari che ha eseguito la guardia di finanza di Firenze. I destinatari dei provvedimenti, disposti dal gip su richiesta della Procura, sono accusati di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte sui redditi e corruzione. È in corso il sequestro di beni per 4,5 milioni di euro.
Il sequestro (immobili, conti correnti e quote societarie), è l’importo equivalente all’entità delle imposte (più sanzioni ed interessi) non versate al Fisco in cinque anni. Per quanto riguarda le misure cautelari, nove sono arresti domiciliari, una detenzione in carcere, due sono obblighi di dimora e una riguarda la sospensione dall’esercizio professionale. Tra le persone agli arresti domiciliari, c’è il dipendente del ministero, accusato di corruzione. L’operazione è denominata «colletti bianchi».
Bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte sui redditi. Sono i reati contestati al commercialista fiorentino Nicola Ermini, 53 anni, arrestato dalla Guardia di Finanza su ordine della procura di Firenze. Destinatarie di misure cautelari anche altre dodici persone, tra cui commercialisti, imprenditori, un notaio e un dipendente del ministero dello sviluppo economico. Otto le persone denunciate. Confiscati beni per 4,5 milioni di euro. Secondo l’accusa Ermini, tesoriere della Margherita e membro del collegio sindacale della centrale del latte di Firenze nel 2007, coinvolto nel crac della banca Romanelli avvenuto nel 2003, avrebbe commesso gravi irregolarità nella gestione della ditta edile Tecnorent, con sede a Firenze e fallita nel 2009, di cui era il legale rappresentate. Secondo quanto accertato dagli investigatori, coordinati dai pm Giuseppe Soresina e Angela Pietroiusti, nel 2006 la società avrebbe realizzato fittizi aumenti di capitale. In un caso con l’acquisizione di un ramo di un’azienda edile campana, la Fratelli Esposito snc, il cui valore, 835.000 euro, si è basato su una perizia contenente dati non veritieri. In un’altra occasione, attraverso il conferimento di obbligazioni di una società mineraria spagnola, il cui valore era di fatto pari a zero. Ancora, distraendo dalle casse sociali 235.000 euro, sotto forma di compensi mai approvati dall’assemblea dei soci.
Ermini, che risulta titolare di circa 75 partite Iva, si è spogliato formalmente di tutti i suoi beni, tra cui due immobili di prestigio nel centro di Firenze, in modo da sottrarli alle riscossioni forzose da parte del fisco, intestandoli a tre prestanome: Denis Del Negro, 23 anni, finito agli arresti domiciliari, il padre Samuele Del Negro, 43 anni e il nonno Giancarlo, entrambi sottoposti ad obbligo di dimora nel comune di Firenze. Essenziale la complicità di un notaio residente a Firenze, Giuseppe Greco, 62 anni, agli arresti domiciliari. Nell’ambito dell’operazione, denominata «colletti bianchi» sono finiti ai domiciliari anche gli imprenditori campani Felice Esposito, Giuseppe Esposito, Marco Longobardi e Giuseppe Esposito, oltre ai commercialisti Diego Lambertini e Francesco Mazzeo, entrambi residenti in Campania. Interdetto dall’albo un altro commercialista di Napoli. Ai domiciliari, per il reato di corruzione, anche il dipendente pubblico Valter Canavese, 51 anni, accusato di aver ricevuto somme di denaro per favorire le persone coinvolte nel fallimento. 26 gennaio 2012 da corrierefiorentino.corriere.it“