Apprendiamo da un articolo pubblicato su “PiacenzaSera.it” che, in merito alla nostra presa di posizione datata 2 aprile e titolata “Gli operai dei magazzini GLS danno la sveglia a CGIL-CISL-UIL“, dove denunciamo il maldestro tentativo padronal-confederale di escludere il S.I. Cobas (al fine di non legittimarci) da una soluzione alla vertenza in corso alla GLS di Piacenza, la CGIL è rammaricata dalle “accuse e falsità … gravissime e del tutto infondate e pretestuose” che abbiamo espresso e che è intenzionata ad attivare i propri avvocati “per ripristinare verità e difendere l’immagine nostra e della parte assolutamente maggioritaria dei lavoratori” e che la CISL ci accusa di “usare strumenti e linguaggio di stampo fascista”.
Nel frattempo, riconfermando quanto già espresso ed in attesa che gli avvocati si attivino “per ripristinare verità”, ci prendiamo la briga di fare un po’ di chiarezza.
Secondo il segretario generale della Cgil di Piacenza Paolo Lanna una “quarantina di persone su una sessantina di addetti”, di cui “decine di lavoratori”sarebbero loro iscritti, avrebbero preso parte all’assemblea “svoltasi, ovviamente, senza nessun dirigente di GLS o di Forza 4”.
Peccato i lavoratori della cooperativa in forza al magazzino GLS di Piacenza non arrivano ad 80 e che più di 60 sono iscritti al S.I. Cobas. Essendo in lotta ed in presidio permanente da quando per ritorsione è partita la serrata e non accettando il fatto di fare una assemblea sindacale senza rappresentanti del loro sindacato, i lavoratori hanno deciso di disertarla inviando solo 5 dei loro per sapere cosa avessero da dire.
Come è possibile, allora, che si sia svolta una assemblea con “presenti circa una quarantina di persone su una sessantina di addetti”?
Se la matematica non è un’opinione, ma una scienza esatta significa, allora, che la CGIL è priva di scienziati.
All’assemblea erano presenti:
* circa 15 “soci-lavoratori” della coop. Forza 4, di cui 3 non impiegati nel magazzino GLS di Piacenza, in maggioranza albanesi, “affiliati” al tanto criticato “caporale” Ronald, anch’esso albanese, per i metodi utilizzati insieme al suo compare Caramello, siciliano, che -per mantenere un linguaggio sobrio- mortificano la dignità degli operai;
* 2 responsabili della GLS; 2 responsabili della Coop. Forza 4; 5 delegati del S.I. Cobas. Per un totale, quindi, di 24 persone.
Noi del SI-Cobas ammettiamo di non essere degli scienziati, ma, da lavoratori, ci siamo imparati a fare bene i conti altrimenti è difficile arrivare alla fine del mese.
Le falsità sono evidenti e quantificabili in questo caso: una sedicente “assemblea sindacale” con 24 persone, inclusa committenza (GLS) e cooperativa appaltatrice (Forza 4). Sulla base di questo esempio di democrazia operaia e sindacale che vede la maggioranza dei lavoratori restare fuori in presidio e la triplice impegnata a darsi un ruolo senza il loro consenso, il segretario generale della Cgil di Piacenza Paolo Lanna ha la sfrontatezza di affermare che “i lavoratori hanno espresso forte preoccupazione per il loro posto di lavoro, chiedendo di poter riprendere l’attività quanto prima. Il mandato ricevuto dai lavoratori in assemblea, dunque, è questo: interrompere i blocchi e garantire la normale attività aziendale”.
Secondo la versione confederale, quindi, loro rappresenterebbero la maggioranza dei lavoratori e noi la minoranza e da sprovveduti incoscienti faremmo azioni per impedire che i lavoratori entrino a lavorare.
Al segretario della CGIL consigliamo di fare un corso scolastico accelerato per imparare a contare perché noi, diversamente da lui, possiamo in ogni momento certificare 61 deleghe di nostri iscritti, mentre lui, tutt’al più, può produrre la certificazione di qualche iscritto, alcune deleghe probabilmente “raccolte” nelle ultime ore e non certo tra gli scioperanti. Cosa ancor più grave è che lui e i compagni di merende della CISL sostengono che sarebbero i lavoratori ad impedire che il lavoro si svolga e non invece la GLS, artefice della serrata in risposta all’ultimo sciopero dei lavoratori.
Al posto di denunciare l’illegale serrata dell’azienda questi signori, totalmente scollegati dai lavoratori del magazzino della GLS di Piacenza (e non solo), si preoccupano di sostenere nei fatti le false motivazioni aziendali per colpire gli stessi lavoratori in lotta.
Le bugie però hanno le gambe corte e probabilmente a lorsignori non resta che farfugliare fantasiose balle per appoggiare una serrata contro i lavoratori che lottano per ottenere l’applicazione integrale del contratto nazionale che loro hanno firmato e per il riconoscimento del sindacato che a stragrande maggioranza hanno scelto e costituito.
Intanto i lavoratori che presidiano l’azienda, in assenza di una giusta soluzione, continueranno a mettere in campo la loro protesta in ogni posto dov’è presente la GLS (dopo i magazzini di Cerro al Lambro è toccato a quelli d Bologna) per costringerla ad aprire il sito di Piacenza, applicare integralmente il contratto nazionale e riconoscere il S.I. Cobas come un sindacato che li rappresenta.
Milano 04/04/2012
per il S.I. Cobas
il coordinatore nazionale
Aldo Milani