Lunedì sera gli operai hanno presidiato dalle 21 fino all’una e mezza di notte i cancelli della logistica Zingali. Ma la loro protesta non è finita: ieri lo stesso gruppo di lavoratori si è presentato alla stazione carabinieri di Melegnano per fare denuncia contro l’azienda e la società che gli fornisce la manodopera; sotto accusa le condizioni di lavoro e presunte violazioni relative alle norme sulla sicurezza e la tutela dell’ambiente. «Non sono parole campate in aria – spiega Eugenio Bizzoni del sindacato Si Cobas -, perché i lavoratori hanno foto e filmati che suffragano quello che dicono. Siamo sicuri che non mancheranno i controlli». D’altronde già lunedì, accompagnati dal delegato Rsa Alfredo Martinez, i carabinieri hanno accettato di eseguire un sopralluogo sul perimetro dell’azienda, senza entrare nel capannone. Quattro le gazzelle sul posto, provenienti dalla stazione di Melegnano, dalla tenenza di San Giuliano e dal nucleo radiomobile di San Donato. «È già stata presa visione delle magagne che ci sono», commenta Martinez, uno dei 13 turnisti che hanno partecipato al sit in (quasi il numero completo di coloro che avrebbero dovuto lavorare e che hanno invece deciso di incrociare le braccia) impedendo ai camion l’ingresso nella logistica. Qualcuno per impedire il passaggio degli autoarticolati si è addirittura sdraiato sull’asfalto, qualcun altro ha cercato di spingere via con le proprie mani i pesanti camion. Ma alle 23.30 i primi veicoli pesanti hanno cominciato a entrare, facendosi largo tra le bandiere sventolate dei Si Cobas, mentre la protesta che è proseguita fino all’1.30 alla presenza anche dei responsabili dell’impianto Zingali di Cerro e del referente della cooperativa Migliora che hanno chiesto alle forze dell’ordine di poter svolgere le attività aziendali. «I lavoratori si trovano in una situazione di difficoltà e chiedono tutele – sottolinea Bizzoni -: da mesi non vedono la busta paga, pur ottenendo lo stipendio che è decurtato secondo noi ingiustificatamente di 200 euro. Tra l’altro, nelle mansioni svolte, sono costretti a turni senza adeguato riposo e maneggiano materiali chimici pur non avendo seguito idonei corsi». «Noi siamo tutti padri di famiglia – conclude Martinez – e non possiamo vivere in queste condizioni. Lo abbiamo voluto urlare davanti ai cancelli della Zingali. Lavoriamo per una cooperativa, su turni, con paghe irrisorie peraltro abbassate ingiustamente. Chiediamo almeno correttezza». E per queste ragioni ci saranno nuove iniziative da parte dei Si Cobas, forse nuovi presidi come quello di lunedì sera. Emiliano Cuti da il Cittadino di Lodi – Sudmilano 25 luglio 2012