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ILVA, tra disoccupazione, malattia e salvaguardia del profitto

Dopo aver praticamente ricevuto in dono dallo Stato (nel loro gergo: “acquisito”) l’Italsider e ridenominatala “Ilva”, il suo padrone, Riva e soci di famiglia, si sono visti bloccare con un più che motivato sequestro (falso e corruzione) l’area a caldo dello stabilimento di Taranto. A p r i t i   c i e l o !
Riva, accusato dal PM di pensare solo al “profitto”, è stato immediatamente difeso da tutti gli ambienti confindustriali ma non solo: “e a cosa dovrebbe pensare un’azienda se non al profitto?”. Nessuno pare ricordarsi dell’acciaio, dello “sviluppo”, del “benessere” della città (Taranto come Genova ecc.) cui dovevamo rendere tutti grazie al beneamato padrone che, bontà sua, ce li donava graziosamente.
Ora scopriamo invece che senza tanti “doni”, lor signori non possono ottenere il loro naturale scopo, il profitto. Che il benessere, lo sviluppo, persino l’acciaio di questo caso, sono solo una mera, secondaria, conseguenza,  proprio come l’inquinamento! Che è per difendere questo scopo che il padrone dell’Ilva ha corrotto funzionari e dichiarato controlli ambientali ed interventi correttivi mai effettuati.
Anche il governo non ha gradito quest’intervento della magistratura e, confidando nel ‘riesame’ del sequestro, ha immediatamente stanziato 336 milioni per la bonifica delle aree inquinate “non aziendali”, con ciò ammettendo che il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva non sia poi così campato in aria come si vorrebbe far credere.
Non da meno il sindaco di Taranto, che, secondo stupite fonti giornalistiche, avrebbe sollecitato gli operai in sciopero ad occupare il municipio. Ma c’è poco da stupirsi. La recita è sempre la stessa con sindaci, presidenti di provincie e regioni, deputati e senatori, che, elettoralmente preoccupati, si avvalgono di sindacati, FIOM in testa, sempre all’avanguardia quando si tratta di mandare allo sbaraglio gli operai per difendere il posto di lavoro … altrui, in questo caso di Riva. Sindacati, concertativi ad ogni costo, che “difendono” la forza-lavoro non in quanto tale ma solo quale conseguenza del “posto”, magari per trasmettere poi voti a partiti tipo PD!!!!.
Non si preoccupino.
Non sarà questo il caso ma, aiutati dal governo che gli paga le varie bonifiche, di padroni disposti a sacrificarsi per “acquisire” i posti di lavoro, gli stabilimenti che Riva non molla di sicuro, ne troveranno sempre. Insomma non è un caso che il governo dei “tecnici” si sia accollato 336 milioni (a mille euro mese detassati, diecimila retribuzioni salvate per almeno tre anni) per avviare la bonifica dei danni prodotti per salvare il profitto di Riva, ma neanche un euro o una parola per garantire le retribuzioni operaie.
Perché per lo Stato (e suoi partiti e sindacati concertativi) e padroni sarebbero invece i lavoratori, pretendendo garanzie ed ammortizzatori sociali adeguati, i veri parassiti che, pretesa delle pretese,  quando licenziati, vorrebbero essere retribuiti senza lavorare!!!!
Ma i veri parassiti sono proprio loro,  proprio il loro Stato, capace solo di far debiti su debiti, e proprio lor padroni capaci di produrre una crisi mondiale solo per far soldi con i soldi giocando in borsa, o capaci di far profitti solo impiegando sempre meno lavoratori, licenziando ed incrementando così il loro portafogli e la nostra disoccupazione.
Disoccupazione e licenziamenti cui possiamo opporci solo rivendicando che ogni risorsa vada agli ammortizzatori sociali, per un salario garantito.
PER LA RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO!PER LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI !!!!

S.I. COBAS – Sin.Base