La giornata di solidarietà con la lotta dei lavoratori Ikea lanciata dal coord. a sostegno delle lotte nelle coop. che si è svolta Sabato 22 Dicembre è stata estremamente positiva, centrando l’obbiettivo che era quello di rilanciare la lotta all’Ikea e di tutto il coordinamento.
Dopo i volantinaggi di fronte ai punti vendita Ikea di Corsico e San Giuliano Milanese (contemporaneamente i compagni di Torino andavano a Collegno a bloccare l’ingresso del negozio) che ci hanno permesso di portare la voce della lotta direttamente in casa del padrone Ikea, la giornata è proseguita con un’assemblea al csa Vittoria nella quale si è aperto il confronto e il dibattito tra i lavoratori delle cooperative e le realtà solidali. All’ordine del giorno c’era anche, oltre al sostegno della lotta ai magazzini Ikea di Piacenza, la necessità di dotare il coordinamento di una strutturazione più efficiente e stabile che possa dotare queste lotte di un alveo politico che superi la sola questione tradeunionistica delle lotte stesse.
Andare oltre il settore dove sono presenti i lavoratori della logistica per allacciarsi alle lotte che altri settori di classe portano avanti nella prospettiva politica anticapitalistica, per una vita e una società senza sfruttamento, è stato l’argomento emerso con forza da tutti gli interventi dell’assemblea di ieri. E’ chiaro, che di fronte a leggi, decreti sempre più volti al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro e, soprattutto, ad una risposta non all’altezza della situazione, data dall’arretratezza politica che mostrano ampi settori di lavoratori che sono ancora legati al metodo concertativo o, peggio, mettono in atto forme di autolesionismo personale per pietire l’attenzione dei padroni e del governo, queste lotte sono oggi un conflitto avanzato al quale si deve guardare e dal quale può nascere un fronte più ampio di lotta.
Da alcuni interventi è emerso un collegamento naturale tra queste lotte e quella della val di Susa contro la ferrovia ad alta velocità. E’ infatti chiaro che la logistica rappresenta oggi un settore chiave per i profitti e l’accumulazione del capitale, essa movimenta le merci che dovrebbero transitare tra Torino e Lione, quelle stesse merci che i lavoratori delle cooperative movimentano verso i punti vendita delle catene dei supermercati di tutta Italia. Per questo lottare al fianco di queste lotte, oggi vuol dire schierarsi anche contro le speculazioni e le grandi opere di cui, in questa fase, i padroni hanno bisogno per rilanciare l’accumulazione capitalistica, scaricando, così, la crisi su le classi subalterne.
A partire dalla lotta di quattro anni fa che sostenemmo alla Bennet di Origgio, ci troviamo oggi in una situazione di continua espansione in tutti i territori: da quello milanese al piacentino, da Bologna si è raggiunto, da poco Roma, e Brescia, oltre al nord est d’Italia. Questi lavoratori, al 99% immigrati lottano con coraggio e determinazione contro lo sfruttamento schiavistico, nonostante il vile ricatto del permesso di soggiorno e la minaccia dei CIE.
Altro elemento di estrema positività sollevato nel confronto di Sabato è come lo sviluppo di queste lotte stia attivando meccanismi di collegamento non solo di parole, tra realtà di compagni e studenti, così come successo a Bologna, a Torino con i picchetti di fronte ai punti vendita che hanno bloccato per oltre 2 ore l’accesso ai clienti stimolando tra l’altro tra di essi solidarietà e sostegno verso i lavoratori, nonostante le cariche della polizia.
Uscire dalla semplice sfera dell’attività sindacale vorrebbe dire, inoltre, garantire un livello di maggior coscienza politica dei lavoratori che attraverso la dura lotta per ottenere diritti nei propri magazzini rischiano comunque di perdere ciò che è stato ottenuto in fasi successive, visto che le vittorie possono essere ribaltate dai padroni che hanno pur sempre oggi i rapporti di forza dalla loro, anche grazie all’appoggio di cui godono da parte delle istituzioni politiche, sindacati confederali e polizia.
Per ciò svilupperemo l’organizzazione del coordinamento, lavorando sulla stabilizzazione della cassa di resistenza, per una campagna contro i processi politici che nei prossimi mesi investiranno i compagni e i lavoratori che hanno lottato davanti ai magazzini e per la costruzione di un’assemblea nazionale. Collegare concretamente tutte le vertenze in corso: all’Ilva di Taranto, alle centinaia di fabbriche che stanno licenziando, agli studenti in mobilitazione continua, fino ai disoccupati e ai precari. Questo è l’unico mezzo per arrivare ad una ricomposizione della classe.
La giornata si è conclusa con una cena a sostegno della cassa di resistenza nella quale sono stati raccolti 1650 euro, una piccola dimostrazione di quella solidarietà che si sta sviluppando per questi lavoratori in lotta.
Milano, 23 dicembre 2012
Coordinamento a sostegno delle lotte nelle cooperative.