“Diritto” di sciopero e di rappresentanza sono sotto attacco. E’ un attacco che parte da lontano attraverso un progressivo processo di controriforme fatte da governi, padroni e sindacati confederali che vogliono fiaccare qualsiasi espressione di resistenza dei lavoratori.
Se il protocollo d’intesa interconfederale del 31 maggio sulla rappresentanza, giudicato “positivo ed importante” anche dalla FIOM di Landini, ribadisce una blindatura delle relazioni sindacali tesa a sancire il diktat padronal-confederale, la recente decisione della Commissione di Garanzia sullo sciopero, in seguito alle lotte che hanno investito la Granarolo e la Lega Cooperative a Bologna, di inserire tra i servizi pubblici essenziali la movimentazione e il trasporto di merci genericamente deperibili con conseguente applicazione delle procedure previste dai codici di autoregolamentazione e delle norme della legge 146 del 1990 (legge “anti-sciopero”) è un’ulteriore conferma che il padronato, a dispetto di qualsiasi dispositivo di legge, vuole sottomettere ed inginocchiare i lavoratori di questo paese riscrivendo regole e contratti a proprio piacimento.
La decisione della Commissione di Garanzia sullo sciopero accompagna e rafforza il licenziamento di 9 operai dell’Adriatica e 41 lavoratori in appalto alla Granarolo “colpevoli” di aver partecipato allo sciopero nazionale dei facchini del 15 maggio (che ha paralizzato l’interporto della città e fermato l’attività di molti colossi della logistica in larga parte del paese) ed essersi opposti ad una decurtazione del 35% del loro salario, decisa dai vertici della cooperativa in “stato di crisi” che detiene l’appalto, mentre si facevano straordinari.
Da qualche anno il crescente movimento degli operai del settore della logistica nel nostro paese sta facendo parlare di sé attraverso lotte e scioperi condotti con determinazione, fuori da logiche e dinamiche concertative. L’insieme di queste lotte, hanno concorso allo sviluppo e all’allargamento di questo movimento che si compone per la stragrande maggioranza di lavoratori immigrati, sottoposti al ricatto della legislazione razzista di centro-sinistra (Turco/Napolitano) e centro-destra (Bossi/Fini), riscuotendo la solidarietà attiva di molte realtà politico-sociali che hanno sostenuto le lotte e supportato la cassa di resistenza e gli scioperi nazionali del 22 marzo e del 15 maggio 2013, promossi dal Sindacato Intercategoriale COBAS e dall’ Associazione per i Diritti dei Lavoratori COBAS. I licenziamenti di Bologna, a partire dall’inconsistenza giuridica delle motivazioni, stanno a significare che, nell’epoca delle grandi intese, c’è una volontà politica precisa di affrontare la questione della lotta per un nuovo e dignitoso contratto di lavoro attraverso la repressione più brutale, tesa a colpire chi oggi si oppone alle politiche di austerity, alle lobby delle cooperative “rosse”, “bianche” o del colore dei soldi riciclati della mafia, cercando di smantellare un sistema di sfruttamento immorale quale è quello delle cooperative. Questo è il messaggio forte che i padroni della Granarolo, vogliono lanciare all’intero movimento di lotta della logistica.
NON POSSIAMO PERMETTERE CHE CIO’ AVVENGA.
La manifestazione fatta a Bologna il 1 giugno è stata una prima risposta all’attacco repressivo in atto, ma la risposta deve andare oltre la questione specifica del settore della logistica. L’attacco al “diritto” di sciopero e alla resistenza della classe lavoratrice, così come alle condizioni salariali e contrattuali, riguarda i lavoratori nel loro complesso. E’ necessario avviare un nuovo percorso di lotta che, da una parte, riesca a vincere la battaglia sui licenziamenti, dall’altra, sia in grado di produrre un salto di qualità sul terreno dell’intensificazione della lotta in tutti i territori per continuare in modo allargato sulla strada del miglioramento delle condizioni contrattuali e retributive, già in parte conquistato con le lotte di questi ultimi anni.
Sulla base di questi elementi, è fondamentale costruire un ampio movimento di lotta assieme a tutte le realtà sindacali, politiche e sociali che intendono schierarsi nella difesa degli interessi dei lavoratori per respingere questo ignobile attacco e per decidere un piano di azione che sostanzi una campagna di lotta, mobilitazione e denuncia politica a sostegno dei processi di autorganizzazione operaia indipendenti dalle compagini politiche e sindacali asservite agli interessi capitalistici.
DOMENICA 16 GIUGNO a BOLOGNA dalle ore 10.30 alle 15.00.
ASSEMBLEA APERTA A TUTTE LE REALTA’ DI LOTTA, AI MOVIMENTI SOCIALI E SINDACALI.
presso “La Scuderia”, Piazza Verdi 2.
Sindacato Intercategoriale COBAS – Associazione per i Diritti dei Lavoratori COBAS – Confederazione Cobas (settore Privato)