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Comunicato stampa sulla situazione all’IKEA di Piacenza

Martedì 30 luglio, i lavoratori delle cooperative del Consorzio Gestione Servizi (CGS), hanno aderito in forza allo sciopero decretato dal SI. Cobas a seguito della negazione della richiesta di assemblea sindacale retribuita da svolgersi presso il Deposito Ikea di Piacenza per discutere dei problemi contrattuali esistenti.

Tutti i lavoratori, salvo poche unità, hanno incrociato le braccia e partecipato alle Assemblee esterne esprimendo le loro valutazioni e decidendo i passi da compiere nel breve periodo per affermare quella battaglia di verità, giustizia e dignità costantemente calpestata dalle bugie e dai comportamenti antisindacali di vari soggetti coinvolti in questa vertenza.

Il fermo dell’attività per l’intera giornata e la decisione di effettuare il blocco degli straordinari per l’intera settimana è stata la risposta da parte dei lavoratori (non solo associati al il S.I.Cobas) al maltolto, evidenziando, ancora un volta, la sostanziale rappresentanza che esiste nel Deposito.

Una risposta a coloro i quali, giocando sul termine della “rappresentanza”, vogliono negarla nella sostanza. Una prassi che continueremo ad adottare, nella misura in cui ci vengono negati spazio ed agibilità sindacale, ogni volta che vorremo discutere dei nostri problemi, in assemblee vere e partecipate dove la parola è dei lavoratori e non di qualche burocrate.

Mentre CGIL-CISL e UIL “rompono” al tavolo del rinnovo del CCNL Trasporto merci, spedizione e logistica perché le associazioni  padronali vorrebbero riconoscere meno soldi di quelli da loro richiesti ed indicono scioperi nazionali che poi abortiscono il giorno dopo, come quello che era previsto per il 5 agosto, non fanno, nel frattempo, rispettare quanto stabilito dal contratto scaduto il 31/12/12 e stipulano, continuamente, accordi al ribasso, territoriali (si veda per il territorio piacentino l’Accordo Quadro Provinciale, firmato da CISL e UIL) ed aziendali.

Di scioperi nazionali, sulla base di una piattaforma rivendicativa e migliorativa relativamente al rinnovo del CCNL, il S.I.Cobas ne ha promossi tre negli ultimi mesi che hanno coinvolto migliaia di lavoratori che, dopo assemblee partecipate, si sono fermati in mezza Italia. Un concetto di rappresentanza, pensiamo, che fa la differenza e che è sufficiente a rispondere allo stolto di turno sempre pronto a denigrare il nostro sindacato.

Dopo lo sciopero di martedì 30 luglio è giunta la notizia che IKEA Italia Distribution procederà entro settembre ad una gara per il rinnovo del contratto d’appalto dei servizi di movimentazione merci presso il Deposito di Piacenza “con l’obiettivo di monitorare il mercato e garantire che IKEA utilizzi sempre i migliori fornitori”.

A Parere del Sindaco Dosi questo atto è “forse non in via esclusiva, direttamente conseguente alle vicende che nei mesi scorsi hanno caratterizzato il sito piacentino di Ikea, portandolo sulle pagine, anche nazionali, di tutti i giornali, per la presenza dei picchetti e il blocco dell’attività produttiva. Una situazione, questa, definitivamente chiaritasi con il recente intervento della Direzione territoriale del Lavoro, che ha accertato l’assenza di violazioni contrattuali e il rispetto delle norme previste dal contratto nazionale di lavoro da parte delle cooperative e della stessa Ikea”.

I sindacati confederali, dal canto loro, ci tengono a precisare che IKEA ha espresso “un convinto apprezzamento per gli otto anni di collaborazione avuti con il Consorzio CGS. Apprezzamento che, a parere delle OO.SS. Confederali, è supportato dal risultato finale delle ispezioni svolte dalla DTL piacentina di esito positivo”.

Il presidente del CGS Giampiero Gortanutti, invece, intervistato ha ribadito che “abbiamo dimostrato di essere sempre stati corretti, come ha comprovato il Dpl”.

Ma cosa ha accertato la DTL?

In base alle denunce fatte dal SI.COBAS alla Direzione Territoriale del Lavoro relativamente  all’arbitrarietà dell’impiego orario dei lavoratori in forza preso il deposito, che sostanziava una iniqua distribuzione del lavoro tra i soci delle tre cooperative presenti e per molti, conseguentemente, si traduceva in magrissime buste paga, la DTL ha accertato che esisteva un accordo sull’orario di lavoro ‘multiperiodale’ sottoscritto da FIT-CISL e UILTRASPORTI con i vertici delle cooperative Cristall, San Martino ed Euroservizi.

Accordo attuato senza nessuna e previa consultazione con i lavoratori, che non ne erano a conoscenza, e sul quale la nostra O.S. nutre giustificate riserve visto che è saltato fuori come una ciambella di salvataggio in soccorso alle cooperative.

La DTL si è espressa su questo, e non su altro, ed ha verificato che, in base a questo accordo sul “multiperiodale”, le ore di lavoro perse entro il 31 agosto 2012, salve le assenze giustificate, devono comunque essere retribuite, anche se non effettivamente lavorate, e che le ore di lavoro perse nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2012, salvo giustificate ragioni imputabili al lavoratore, dovranno essere recuperate entro il 31 agosto 2013 e se questo non avvenisse, devono comunque essere retribuite, anche se non effettivamente lavorate.

Il maldestro tentativo delle cooperative di conciliare con i lavoratori, presso la DTL,  le ore di lavoro perse entro il 31 agosto 2012 (che sono tenute a pagare) proponendo loro di fargliele recuperare entro il 31 agosto 2013, costituisce un’altra “perla di saggezza” che non fa onore a queste cooperative.

Possibile che dopo il clamore che questa vertenza ha suscitato nessuno si sia accorto delle cose che non vanno e che tutti dicano che è “tutto a posto”?

Hanno mai visto le istituzioni locali, le OO.SS. confederali, gli ispettori dell’Ikea, le buste paga di questi lavoratori?

    E’ lecito che le coop Cristall e San Martino arbitrariamente non riconoscano a moltissimi lavoratori  gli scatti di anzianità e l’EDR (per i lavoratori già in servizio alla data del 26 gennaio 2011)?
    Sanno questi signori che questi istituti concorrono a formare la paga base di un lavoratore ed incidono sugli altri quali TFR, 13^ ,14^, etc?
    E’ lecito conferire tredicesime e quattordicesime (prassi utilizzata da tutte e tre le cooperative) non attenendosi a quanto stabilito dal CCNL e cioè che il computo per le frazioni di mese superiori ai 15 giorni devono essere considerate come mese intero e non sulla base delle ore lavorate nel mese? Sanno che la tredicesima deve essere pari alla retribuzione globale mensile in atto al mese di novembre e la quattordicesima pari alla retribuzione globale mensile in atto al 30 giugno?
    Sanno che le tre cooperative, sapientemente, evitano di esporre nella busta paga l’accantonamento e la rivalutazione del TFR? (…)

Senza fare l’elenco di tutte quelle voci che compongono i conteggi analitici che abbiamo fatto e che evidenziano significativi ammanchi che queste cooperative devono ai loro soci-lavoratori e che verranno rivendicati nelle sedi opportune, diciamo, dal nostro piccolo osservatorio, che non è tutto a posto!

Il S.I.Cobas non fa “propaganda artefatta” e di argomenti ne ha da vendere, cari signori confederali. Mentre vi sedete al tavolo o appendete comunicazioni nelle bacheche sindacali nel Deposito, ricordatevi che messi assieme non vi avvicinate lontanamente alla rappresentanza reale che il SI.Cobas esprime nel Deposito IKEA e non saranno divieti, omissioni nel recepire le iscrizioni dei lavoratori al nostro sindacato da parte delle cooperative, la costante azione antisindacale nei nostri confronti, a far desistere o spaventare i lavoratori nel rivendicare giustizia e dignità.

E’ mai possibile che ogni volta che il S.I.Cobas rivendica in un appalto la semplice e piena applicazione del CCNL (firmato, lo vogliamo ricordare, da CGIL-CISL-UIL) le cooperative puntano i piedi perché, a loro parere, “non ci stanno dentro” e trovano proprio nei firmatari di quel contratto i loro più comprensivi sostenitori? E’ mai possibile che, nei diversi appalti, le cooperative richiamate dal nostro sindacato alle loro responsabilità di rispetto contrattuale, non trovano altro da fare che aprire lo “stato di crisi” per fregare parte del salario ai loro benamati soci.

Se le cooperative non riescono ad applicare il Contratto Nazionale, anche in virtù di tariffe prefettizie, o le tariffe d’appalto sono troppo basse, e allora è il prefetto a doversi porre delle serie domande, o le cooperative sono troppo avide, e allora la loro moralità fa a cazzotti con la presupposta finalità mutualistica e la “moral suasion” dell’Amministrazione comunale va a farsi benedire.

Mentre Ikea conferma che continuerà ad applicare le tariffe prefettizie, che in vista degli aumenti contrattuali relativi al rinnovo in corso del CCNL dovrebbero, a rigor di logica, essere ritoccate al rialzo, informiamo tutte le istituzioni locali, gli organi di controllo preposti ed i sindacati confederali, qualora sfuggisse loro, che nella maggior parte degli appalti nel territorio le decantate tariffe minime prefettizie per i servizi di facchinaggio, fissate attraverso apposito decreto ministeriale n.10/2011 (Prot. N. 22192), non vengono applicate e dei paventati controlli, da quello che ci risulta, non vi è nemmeno l’ombra, salvo i controlli e l’applicazione di dispositivi repressivi al nostro sindacato (si veda il foglio di via comminato al coordinatore nazionale del SI.Cobas Aldo Milani e ad altri due lavoratori che hanno solidarizzato con le lotte) nella misura in cui scioperiamo per rivendicare quello che, anche secondo legge, dovrebbe essere applicato.

Il risultato di questa pantomima è da una parte personaggi illustri che si  sciacquano la bocca con parole gettate al vento e propositi inconseguenti e, dall’altra, lavoratori che continuano ad affrontare i problemi di sempre, truffati e sottopagati.

Ad IKEA vogliamo comunque augurare un buon esito nella sua ricerca di “migliori fornitori” che onorino, in primo luogo, il vincolo contrattuale che hanno con i loro lavoratori, mentre confermiamo, dal canto nostro, che faremo la nostra parte per arrivare a questo obiettivo e per difendere “i livelli occupazionali”.

Le voci di corridoio che qualcuno sta facendo girare nel deposito che in caso di cambio appalto ai lavoratori in forza non è garantito il permanere in IKEA, con l’intento di seminare paura e sbarazzarsi dei lavoratori scomodi, è un segnale sul quale vigileremo, una missione di “moral suasion” del nostro sindacato.

Coordinamento provinciale S.I.COBAS

Piacenza, 5 agosto 2013
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Cari compagni , ritengo, come voi, che sia stato un buon risultato, relativo anche al fatto che un solo nucleo di lavoratori dell’intera filiera abbia dimostrato, con la propria determinatezza, che si può resistere agli attacchi padronali.

E’ un risultato che può essere di riferimento all’insieme del proletariato, il quale,  nella stragrande maggioranza, subisce l’attacco padronale fidando non sulla propria forza – reale quando esercitata – ma sul sostegno di sindacati e partiti opportunisti.

Il 27 settembre noi,  insieme ad altri compagni del nord Italia, andremo a Napoli a sostenere il picchetto dei compagni del Comitato cassa integrati e licenziati dell’Alfa Sud e per manifestare con gli altri compagni di altre situazioni di lotta che hanno aderito all’assemblea di Napolidel 29 luglio.

È un’iniziativa che tende a realizzare la necessaria unità d’azione tra lavoratori di diversi settori, per cominciare a creare un reale fronte di lotta, con obiettivi e metodi classisti.

Saremmo orgogliosi di avere tra le fila di questo fronte che si sta costituendo i compagni della Fincantieri.

Vi chiediamo di intervenire affinchè all’iniziativa di settembre possano partecipare anche alcuni dei compagni della Fincantieri.

Un forte abbraccio e un saluto a pugno chiuso.
Aldo Milani Coordinatore Nazionale S.I. Cobas

Milano, 5 agosto 2013