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Comunicato S.I.Cobas su manifestazione 23 novembre 2013

“….noi, come SI Cobas, non siamo un sindacato che punta a raccogliere le briciole con rivendicazioni spicciole; noi, con le nostre lotte vogliamo cambiare lo stato di cose esistente, vogliamo cambiare la condizione di tutti I lavoratori, e per far questo la sola possibilità è liberarsi da questo sistema economico e politico”.
Questa la sintesi politica della manifestazione di ieri, 23 novembre a Bologna, nelle parole finali del coordinatore nazionale del SI Cobas, Aldo Milani.

La manifestazione, indetta dal SI Cobas, per portare all’attenzione della città la situazione in atto in una delle principali aziende del territorio: la Granarolo, si è svolta all’insegna della determinazione e compattezza dei protagonisti.

Un migliaio tra operai della logistica e solidali con le loro lotte hanno attraversato il centro di Bologna. A portare la loro solidarietà militante, delegazioni di cobas di molte grandi aziende della logistica da Roma, Milano, Brescia, Piacenza, Verona, Padova, Ancona, alle quali si è aggiunta l’adesione di tante realtà sociali e politiche ed in particolare per la realtà bolognese del Crash.
Presente anche una nutrita delegazione dell’ADL di Padova, che ha “ricambiato”  la nostra presenza del giorno precedente alla manifestazione di Padova.

La manifestazione si è svolta in modo assolutamente pacifico e senza alcun problema di sorta. La speranza, neppure troppo velata, espressa da parte di qualcuno (non certo amico degli operai della Granarolo) che questo appuntamento di lotta  potesse sfociare in  episodi tali da poter essere poi strumentalizzati e ritorti contro gli stessi partecipanti, si è manifestata nella sua sostanza: un goffo tentativo di mistificazione delle ragioni alla base della sacrosanta lotta di questi lavoratori.

Il diritto al lavoro, il diritto a vedere riconosciuti le minime tutele garantite dal contratto nazionale, il diritto ad una retribuzione adeguata alla prestazione lavorativa fornita, la denuncia del comportamento di padroni, sindacati, istituzioni; sono state i temi delle parole d’ordine lanciate dal corteo.

In primo piano naturalmente la rivendicazione dell’applicazione di quanto concordato per il reintegro dei licenziati con le controparti padronali, sotto l’egida del prefetto, la scorsa estate.

Un rivendicazione assolutamente priva di ogni forma di credulità nei confronti delle controparti e delle istituzioni, ma fondata sulla determinazione e la consapevolezza della forza di questo movimento che sta sconvolgendo i piani di molti protagonisti nel settore della logistica e non solo.

I lavoratori sanno che solo con la lotta potranno vedere riconosciute le loro ragioni. Non a caso nelle ultime due settimane hanno dato vita a 14 azioni di sciopero solo su Bologna.
Sanno che di fronte hanno un potentato economico con fortissime implicazioni politiche; sanno anche che gli stessi organi dello stato non sono, né mai saranno, dalla loro parte.

Sanno che solo l’estensione di queste lotte, la creazione di un fronte che superi i limiti del settore della logistica, insieme alla solidarietà di classe di altri lavoratori,  potranno creare le condizioni per una vittoria finale, alla Granarolo come in molte altre realtà.

Proprio in queste settimane si sono costituiti, oltre a nuovi Cobas della logistica, altri nel settore della ceramica (Sassuolo), alberghiero (Bologna e Cento), metalmeccanico (Metalcastello-gruppo Marcegaglia, fonderia a Silla, e uno a Bologna con 42 lavoratori tutti iscritti al SI Cobas), chimico.

La lotta quindi continua e si estenderà sempre più, come già sta accadendo. La realtà lavorativa è in movimento (un diesel più che un motore a benziana, ma comincia a schioppettare!),  la manifestazione del 19 ottobre a Roma ha dato il primo segnale in tal senso, e fatti come quelli in corso a Genova confermano questa tendenza.

Milano, 24 novembre 2013
Sindacato Intercategoriale Cobas

Alcuni link con immagini e video: radio città del capo  – profilo facebook di Gianluca Botta    – ringraziamo le fonti.