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Risposta alla – lettera aperta di Granarolo alla città di Bologna- in attesa della liberazione dei compagni arrestati

Granarolo S.p.A oggi pubblica sui principali quotidiani di Bologna un avviso a pagamento titolato “LETTERA APERTA DI GRANAROLO ALLA CITTA’ DI BOLOGNA”, un comunicato rivolto alle istituzioni e alla cittadinanza con cui questa azienda si auto assolve da tutte le proprie responsabilità e cerca di ridare “lustro” alla propria immagine
appellandosi alla propria storia e al proprio valore sociale (?).
Soldi sprecati. Le responsabilità di Granarolo sono quelle di avere appaltato per anni la propria logistica e movimentazione merci a cooperative che non applicavano gli istituti previsti dal contratto collettivo nazionale garantendo, conseguentemente, per sé lauti profitti facendo leva sullo sfruttamento della forza lavoro, soprattutto immigrata, alle dipendenze delle cooperative in appalto.
E’ responsabilità di Granarolo aver firmato nel mese di luglio un accordo presso la prefettura. Un accordo che prevedeva la ricollocazione di 23 licenziati entro il mese di ottobre e l’apertura di un confronto a partire dal mese di novembre per far rientrare i restanti.
Accordo da essa non rispettato e per tale motivazione, a partire dal mese di ottobre, di fronte al fatto che solo 9 lavoratori sono stati collocati su 51, si sono intensificate le forme di protesta nei confronti della multinazionale.
Sotto un occulta regia, oggi,  Granarolo, Sindaco di Bologna e Presidente della Provincia  attaccano congiuntamente l’intero movimento dei lavoratori della logistica suggerendo loro forme di protesta più “leggere”.
Riteniamo di non avere bisogno di maestri in tema di gestione delle situazioni di vertenzialità: sappiamo benissimo che il miglioramento delle condizioni materiali (o almeno il non peggioramento delle stesse) passa necessariamente dalla lotta dei lavoratori contro ogni sistema di sfruttamento  , ottenendo dei risultati sul terreno delle rivendicazioni per migliorare il proprio livello di vita e di lavoro, in questo caso attraverso la lotta contro le articolazioni dello sfruttamento che avviene nel sistema delle cooperative all’interno della Lega Coop come nelle altre cooperative .
Scioperi e picchetti sono un’arma che i lavoratori utilizzano di fronte all’arroganza padronale, al sistema capitalistico basato sullo sfruttamento e per questo essi sono attaccati e colpiti dalla polizia al servizio dello Stato organo del dominio borghese.
Per questo veniamo additati dal Presidente della Legacoop come “estremisti preoccupanti come la mafia”. Come se in fondo rivendicare la piena applicazione degli istituti contrattuali previsti dal CCNL nel settore della logistica fosse qualcosa di rivoluzionario. In effetti, in una certa misura lo è: tali rivendicazioni mettono in discussione, nella misura che la lotta si estende a migliaia di lavoratori , il sistema di complicità politico, economico, sindacale fondato in Emilia Romagna dalla triade PD, Legacoop e Cgil.
Solo un affermazione condividiamo del comunicato odierno e citiamo testualmente: “Continuiamo a subire il blocco di uomini, mezzi e merci in entrata ed in uscita dal nostro stabilimento, il boicottaggio dei nostri prodotti all’interno dei centri commerciali”.
Siamo lusingati dal ricevere da essa l’onore delle armi,  perché i blocchi e, conseguentemente, i danni economici continueranno. Così come le azioni di boicottaggio dei loro prodotti: l’unico interesse di Granarolo è non subire danni di immagine omettendo le proprie responsabilità. Noi invece rilanciamo la campagna di boicottaggio portandola anche oltre i confini nazionali.
Non ci fermeremo perche’ usano i manganelli, non ci intimoriscono con gli arresti perche’ i lavoratori che scioperano sono forti delle loro ragioni e della solidarietà di classe. Non servira’ a sminuire la nostra volonta’ di lotta tenendo ingiustamente in carcere i due operai della DHL e della Susa perche’ hanno osato manifestare stendendosi  pacificamente per terra.  Non abbiamo paura delle intimidazioni e delle aggressioni poliziesche (giovedi’ per liberarsi di noi hanno utilizzato anche le bombolette di gas urticanti) noi andremo avanti fino al rientro di tutti i lavoratori licenziati.

Oggi. davanti al tribunale. stiamo aspettando di accogliere i due compagni che saranno liberati dal carcere di Dozza.  ( #granarolo )Mercoledì presidieremo la prefettura dove andremo a dire le nostre ragioni al nuovo Prefetto che ci ha convocati alle ore 11.
25 gennaio 2014 – S.I.Cobas