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CARREFOUR: QUALCHE APPUNTO DI STORIA LOCALE.

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Nel territorio pavese si continua a tenere costante l’attenzione per le lotte operaie contro cooperative e consorzi che gestiscono gli appalti Carrefour. Per quanto periferico rispetto a nodi logistici di punta come Cameri (NO), è opportuno rispolverare la vicenda pavese e riflettere su quanto accaduto negli anni recenti. Con un brevissimo resoconto si vuole ricostruire la vicenda che ha permesso l’edificazione del grande centro commerciale in via Vigentina, con annesso parcheggio (area ex Fiat) e che rientra a pieno titolo nella logica economica, che da sempre caratterizza il colosso francese, di acquisire nuove fette di mercato. Diciamo oltretutto che la politica delle larghe intese, da noi, era già un dato di fatto.

 

2 aprile 2007: il consiglio comunale, sulla base di una precedente delibera, approva un parcheggio di 7900 mq, raggirando oneri di urbanizzazione (su compensazione) attraverso l’inusitata formula di “zona di interscambio tra periferia e città”. Inoltre i metri quadrati si sono trasformati in 38.000! Rimane a tutti gli effetti un parcheggio “ad uso pubblico”.

 

9 maggio 2007:la conferenza dei servizi approva 11.100 mq di superfice commerciale in deroga agli 8.100 concessi dalla regione.
Union Investment Real Estate, la società immobiliare tedesca che ha comprato il capitale sociale della galleria di negozi Carrefour, ha invece informato, tramite nota ufficiale, che la superficie complessiva dell’area di vendita è di circa 20.000 mq, (7.700 solo l’ipermercato chiuso all’interno della galleria”). La successiva transazione di vendita e il passaggio al fondo Unillmo (del gruppo Investment) ammonta a circa 74 milioni di euro e viene resa nota solo nel gennaio 2008.

 

30 luglio 2007: prima variante al piano di lottizzazione.

 

19 novembre 2007: la Giunta comunale delibera la seconda variante al Piano di lottizzazione dell’area prendendo atto, a posteriori, dell’allargamento del parcheggio. Si ricorda che in via Ortaglia degli Orti già nel luglio di quell’anno la superfice era passata da 43.400 a 60.500, “per attrezzature di interesse comune” e forse “spettacoli viaggianti”. (eludiamo i commenti!)

 

6 dicembre 2007: viene inaugurato il Centro commerciale.

 

(Per approfondimenti:
http://sconfinamento.wordpress.com/territorio/affaire-carrefour/: Carrefour: allargarsi è bello, 9 febbraio 2008.
http://circolopasolini.altervista.org/2007/12/dossier-carrefour.html: Dossier Carrefour, di Irene Campari.)

 

Questo è uno dei tanti esempi dove si incontra il doppio (anzi triplo, con quello finanziario) filo del capitale che fagocita territori e persone sotto la silente indifferenza della popolazione locale.
Qualcuno potrebbe anche chiedersi che legame ci sia tra l’acquisto dell’immobile e l’applicazione giunglesca dei Contratti Collettivi Nazionali, erosi e ormai verso l’estinzione.

 

Un volo pindarico, ma con un senso. Pavia è uno dei tanti territori dove Carrefour ha acquistato spazio in un’ottica di competitività nel mercato globale, poi rivenduto a cifre esorbitanti; tutto ciò che guadagna viene dalle azioni in borsa e soprattutto dallo sfruttamento del plus-valore dell’operaio, che sia esso cassiere o facchino, volendo ricostruire una filiera molto più lunga si potrebbe raggiungere persino il bracciante agricolo a cottimo e il confezionatore del formaggio del marchio omonimo. Il profitto viene fissato nel capitale immobiliare, tutto in chiave accumulativista.
Gli operai dal canto loro si ritrovano in condizioni sempre peggiori di fronte alla decurtazione di salario sotto varie voci, o ad altri sudboli modi per aumentare la produttività (es. clausola flessibile), in qualsiasi caso per raggiungere i trend stabiliti dal padrone.

 

I soggetti in gioco vengono spesso coadiuvati dalle governance del territorio che, a fronte dei tagli statali agli enti locali si rivalgono sugli oneri di urbanizzazione per incassare liquidi; e le tariffe più alte, nel comune di Pavia, riguardano proprio la categoria di “Commerciale grande distribuzione” ,(urbanizzazione primaria 89,49 euro /mq, secondaria 102 euro).
Altro fattore da tenere in considerazione, tenendo l’occhio allenato nella lettura del contesto, è l’espansione dell’urbe verso nuovi spazi, la tendenza al modello di città diffusa o sprawl.

 

Se spesso accade che siano le aree industriali dismesse a trovarsi nel mirino dei Rentiers alcune divulgazioni recenti, che andrebbero approfondite e sistematizzate, hanno dimostrato che c’è in atto un processo di “urbanizzazione della campagna”, ed in alcune regioni (prima tra tutte Calabria, secondo le statistiche), il suolo agricolo si è drasticamente ridotto per lasciare spazio a nuovi edifici inabitati e strutture inutili, ecomostri, Centri Commerciali e Capannoni di logistica, e ciò che ne consegue con le linee dei trasporti.

É in queste fasce o meglio “zone di interscambio tra periferia e città” (cit. sup.) che si svolgono tante lotte, nel cuore del conflitto tra capitale e lavoro.