Noi siamo uniti!
Il padrone della Titan div. Sirmac del comune di Valsamoggia (Bologna) ha
deciso di licenziarci, siamo 193 famiglie. Giovedì 16 ottobre, nell’incontro con i
delegati, i padroni hanno annunciato l’intenzione di voler chiudere lo stabilimento
di Valsamoggia, illustrando un piano industriale a dir poco ambiguo, se non proprio
assurdo. Lo schema “occupazionale” che ci hanno presentato prevederebbe 75
esuberi, 62 trasferimenti nell’altro stabilimento Titan div. Siria di Finale Emilia e
56 dipendenti che resterebbero a Valsamoggia per un piccolo reparto freni, unica
produzione rimanente.
Un piano assurdo e ambiguo essenzialmente per 3 motivi:
1. – Non ha senso pensare che il nostro reparto presse possa essere spostato nello
stabilimento Titan div. Siria di Finale Emilia già solo in considerazione dell’enorme
costo di trasferimento delle 16 presse, e ciò al solo fine di risparmiare 40 km di
trasporto in camion e le spese generali di uno stabilimento già di proprietà Titan; tra
l’altro, le tonnellate di scarto d’acciaio vengono rottamate nell’azienda accanto, senza
spostamento alcuno.
2. – Assurda la conferma degli acquisti delle produzioni in Cina iniziate già nel 2012:
dopo aver annunciato la chiusura del nostro stabilimento, alla nostra richiesta di
delucidazioni rispetto a tali acquisti, ci hanno risposto con faccia di bronzo, sfrontati
come se le 193 famiglie fossero uno dei loro tanti numeri, che gli acquisti dalla Cina
sono previsti anche per l’anno 2015. Come a dire: ti licenzio anche se il tuo lavoro
fino a ieri mi ha portato profitti, oggi servirebbe ancora, ma acquistando in Cina
guadagno un centesimo in più, quindi, come se fossi una merce, non mi servi più!
3. – Ambiguo l’acquisto di una pressa gigante ancora in fase di montaggio nel
nostro stabilimento, con rispettive due buche enormi per lo spostamento della
vecchia e l’installazione della nuova. Alla nostra domanda sul perché in una
fase di investimento vi sia la volontà di licenziare, ci hanno risposto che quello
dell’installazione della pressa era un progetto vecchio. Si capisce come non ci paia
sensato sentirci dire che ci vogliono portare via tutte le presse mentre ne stanno
montando una nuova.
Oltretutto, a completamento di questo surreale piano industriale, i delegati dello
stabilimento di Finale Emilia non hanno ricevuto nessuna garanzia in merito ad un
piano di rilancio industriale poiché anche quello stabilimento soffre di esuberi ed i
lavoratori sono sotto contratto di solidarietà.
Noi operai e impiegati della Titan div. Sirmac, tra tante assurdità e ambiguità,
abbiamo una sola certezza: continueremo a lottare uniti, senza mai mollare, nell’unica
direzione possibile, quella di impedire la chiusura della fabbrica.
La nostra dignità di uomini e donne non può essere calpestata da logiche di profitto
disumane e per questo resisteremo con forza e coerenza. Condurremo la nostra lotta
senza arretrare di un passo, con la serietà che ogni giorno mettiamo nell’affrontare i
tantissimi problemi quotidiani. Le nostre vite oggi sono prese nella morsa del rischio
della perdita del lavoro, in questi giorni figli, mogli e mariti, così come i nostri
compagni, vedono nei nostri occhi la tristezza del lavoratore e della lavoratrice a cui
vogliono togliere la dignità dopo averli spremuti per decenni.
Ma attento padrone, nei nostri occhi non abbiamo solo tristezza e rassegnazione, nei
nostri occhi sono accesi più che mai la rabbia e l’orgoglio che da sempre come operai
e operaie coscienti ci portiamo dentro, la rabbia e l’orgoglio di chi ha sempre lottato
per la giustizia sociale convinto della necessità di battersi per inclinare i piani del
capitale.
Il sistema capitalista viaggia più veloce dell’unità di classe, prova ad accerchiarci con
logiche di guerra, sfruttamento e divisione, mentre noi, proletari di tutto il mondo,
non siamo pronti a reagire per ribaltare questo stato di cose. In Italia e non solo, dal
2007 in poi le fabbriche hanno chiuso come un gioco di DOMINO, una dietro l’altra,
ed i tentativi di reazione dei lavoratori si sono spesso scontrati con divisioni interne e
mancanza di ogni sostegno e solidarietà esterni.
E’ ora di dire basta ai padroni, di far loro capire che è finito il tempo in cui potevano
fare nelle fabbriche, sulla pelle dei lavoratori, qualunque porcheria per garantirsi
maggior profitto. Come lavoratori della Titan contrasteremo queste logiche
economiche fino alla fine con ogni mezzo necessario. La nostra lotta sarà radicale,
saremo uniti come sempre e ci batteremo con intransigenza per difendere il nostro
posto di lavoro, intraprendendo le azioni di lotta con intelligenza e serietà.
Riconosciamo il sostegno e la solidarietà già ricevuti, essenziali per la nostra vittoria,
consapevoli e certi della necessità di doverne ricevere ancora fino alla vittoria.
Operai TITAN div. Sirmac Valsamoggia Bologna