Per capire se lo sciopero sia o no uno strumento superato basta recarsi ai cancelli dei magazzini della logistica per rendersi conto come i facchini si organizzano e vincono contro il padrone.
Stamattina, il Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat, insieme al SI Cobas e al Laboratorio Politico Iskra sono intervenuti all’assemblea indetta dalla Fiom alla presenza del segretario nazionale Maurizio Landini svoltasi alla sala dell’orologio di Pomigliano. Mimmo Mignano , intervenendo a nome dei cassintegrati e licenziati, ha evidenziato come a Pomigliano e nell’intero gruppo Fiat ci troviamo di fronte a una situazione di palese illegalità e di totale calpestamento di ogni più elementare diritto operaio. Una situazione che ha raggiunto il culmine nelle ultime settimane con l’elezione-farsa delle nuove RSA, laddove decine di operai hanno denunciato le pratiche di voto di scambio messe in atto da sindacalisti corrotti di FIM-UILM-FISMIC-UGL. Il comitato di lotta ha sottolineato il proprio appoggio alle battaglie degli operai Fiom, invitandoli a superare frammentazioni oramai datate e ad unirsi in un unico fronte di lotta contro Marchionne, Renzi e i sindacati collusi, ma nello stesso tempo ha attaccato pubblicamente il segretario Landini per la sua condotta rinunciataria e tesa a distogliere i lavoratori dall’unica vera arma a disposizione nella lotta contro la Fiat: lo sciopero. Proporre, come fa Landini, di accettare persino il sabato lavorativo per poi devolvere una parte del salario da esso ricavato per sostenere i cassintegrati e i licenziati significa, nella sostanza arrendersi ed avallare il Piano Marchionne.
Per i padroni noi operai siamo carne da macello. Possiamo lavorare, e con questo vivere, solo se siamo utili alla valorizzazione del capitale che i padroni investono. Quando le vendite tirano, la produzione deve andare. Allora il padrone ci fa lavorare sempre, notte e giorno, anche il sabato e la domenica. Quando le vendite diminuiscono ci mette in parcheggio, in cassa integrazione o, con le nuove regole del loro burattino Renzi, fuori senza salario.
Quando le cose vanno bene viviamo solo per il lavoro senza un minuto per noi, quando vanno male facciamo la fame. Questa è la moderna società dei padroni, quella che stanno costruendo con il terrore nelle fabbriche e con le “riforme” dei loro servi della politica come Renzi.
Landini, quando accetta di far lavorare noi il sabato, con la scusa della solidarietà, ci dice che dobbiamo piegarci alla logica di Marchionne e di Renzi.
Quando ci dice che lo sciopero è un’arma superata e bisogna essere creativi, nasconde dietro un falso modernismo il proprio fallimento come capo di un’organizzazione di difesa degli operai che non è più capace di svolgere il proprio ruolo.
Gli operai non scioperano più perché tutte le mediazioni, gli accordicchi, le concertazioni, che anche la FIOM in passato ha praticato invece della lotta, ci hanno portato a questo punto, con la maggior parte degli operai combattivi in cassa integrazione, nei reparti confino, licenziati, o guardati a vista e isolati nei luoghi di lavoro e tutti gli altri sottomessi dalla paura di fare la stessa fine.
Essere consapevoli di questo ci può fare ripartire. E se ripartiamo l’arma fondamentale che abbiamo noi operai è e rimane lo sciopero.
Per questi motivi, il comitato di lotta propone agli operai FCA e ai cassintegrati del reparto confino di Nola una strada diversa: dire NO in maniera chiara al sabato lavorativo, riprendere a scioperare contro il regime fascista di
Marchionne a partire dal prossimo 6 marzo dove si terrà una manifestazione/presidio per mettere fine ai reparti confino e riportare i 316 all’interno dello stabilimento FCA di Pomigliano, e per denunciare la vergogna dei licenziamenti politici in Fiat, ed il rispetto della stessa legge Fornero che prevede la risoluzione in 40 giorni tra datore di lavoro e lavoratore, legge che lo stesso tribunale di Nola non ha rispettato perché la prima udienza e’ stata fissata dopo un anno, e chiedere alle strutture sindacali non colluse il contributo di un euro per ogni trattenuta sindacale che vada a finanziare una vera cassa di resistenza nazionale a sostegno di licenziati e cassintegrati.
Gli applausi, il sostegno e la solidarietà espresse nell’assemblea da decine di operai sono la dimostrazione che a Pomigliano sono oramai maturi i tempi di una nuova unità di lotta tra tutti coloro che non intendono piegare la testa di fronte allo squadrismo del terzo millennio di Marchionne, Renzi e sindacati asserviti.
In questi giorni costruiremo ovunque iniziative con tutti i cassintegrati e gli operai combattivi per dar vita il 6 marzo ad una vera giornata di lotta.
Napoli, 25/2/15
Comitato di lotta Cassintegrati e Licenziati fiat
SI Cobas Napoli e Caserta
Laboratorio Politico Iskra