Negli occhi delle centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini che approdano stremati in Sicilia
(2.600sono rimasti in fondo al mare dall’inizio dell’anno) o in Grecia, in marcia verso la Germania
attraverso i Balcani è impresso un mondo di miseria, oppressione, sfruttamento e guerra che va
rovesciato dalle fondamenta.
Gli Stati europei, che per decenni hanno saccheggiato le regioni da cui questi fratelli di classe
provengono, che sono fautori o complici delle guerre da cui essi fuggono, che speculano sulla fame
che li spinge a cercar fortuna altrove, giocano a scaricare ciascuno sul paese vicino il dovere
dell’accoglienza, e si trovano d’accordo solo sul respingimento dei “migranti economici” colpevoli di
fuggire solo dalla miseria e non anche dalla guerra.
Noi non dimentichiamo i milioni di italiani ed europei emigrati nelle Americhe più di un secolo fa, e
verso il centro Europa negli anni ’50 e ’60 del ‘900 che dalla fuggivano la stessa miseria di questi nuovi
migranti.
I paesi imperialisti d’Europa e d’America dicono di essere terre di libertà e democrazia ma si
cingono di fili spinati e di centri di detenzione per chi ha commesso il “crimine” di cercare un lavoro e
una vita migliore.
Gli imperialisti europei hanno imposto la miseria ai lavoratori greci, ora la Germania si presenta con
il cuore in mano – ma solo per i siriani! – una carità pelosa per prendere due piccioni con una fava:
forza lavoro qualificata che in questo paese comincia a scarseggiare e un veicolo di
influenza politica sul Medio Oriente.
Ovunque in Europa i Salvini, Le Pen, e Farage cercano i voti dei poveri aizzandoli contro gli ultimi
arrivati, accusati di essere la causa della loro povertà: in realtà per dividerli e poterli sfruttare ancor
più. La crisi colpisce il proletariato e la borghesia cerca di sviare la risposta di questi verso i propri
fratelli di classe che arrivano da altri paesi in cerca di lavoro.
Ma quando Cameron ha minacciato di chiudere le porte anche ai giovani europei (40 mila emigrati
italiani in Gran Bretagna in un anno) i media borghesi hanno gridato contro la violazione dei
diritti… Anche i giovani italiani senza lavoro hanno dovuto rendersi conto di cosa vuol dire la politica
delle porte chiuse.
Basta con queste campagne di menzogne e di odio!
Basta muri, reti, filo spinato, CIE, CARA, impronte e permessi di soggiorno!
Libertà per tutte le persone di viaggiare e stabilirsi e lavorare dove si sceglie di vivere!
NO all’Europa fortezza! Siamo per l’accoglienza senza discriminazioni non solo per solidarietà
umana, ma per solidarietà di classe.
Unità tra lavoratori italiani, europei e immigrati: respingiamo i politicanti che seminano divisione e
odio per dividerci e sfruttarci!
Le lotte dei lavoratori della logistica organizzati nel SI Cobas con le lotte, hanno dimostrato che con l’unità tra proletari, con la lotta comune si possono imporre al padrone il rispetto della dignità dei lavoratori e dei contratti, si possono migliorare le nostre condizioni tutti insieme e vedere come il nemico da combattere siano i borghesi
ed i lorogoverni.
Solo con l’unità internazionalista tra i lavoratori di tutto il mondo potremo rovesciare questo sistema
che per la ricchezza di pochi impone sfruttamento, miseria e morte alla massa.
SABATO 19 settembre 2015 MANIFESTAZIONE A BOLOGNA IN SOLIDARIETÀ DI
CLASSE CON CHIUNQUE SIA COSTRETTO A MIGRARE DALLE LORO TERRE .
TUTTE LE SEZIONI DEL SI COBAS SI ATTIVERANNO PER INTERCETTARE ED AIUTARE TUTTI COLORO CHE
ARRIVANO IN ITALIA E ALLA RIUNIONE DEI SINDACATI DI BASE A LIVELLO MONDIALE PORRANNO LA
QUESTIONE DI COME SOSTENERE LE LOTTE PER UNIFICARE TUTTA LA FORZA LAVORO INTERNAZIONALE
CONTRO LE BORGHESIE DEI PAESI IMPERIALISTI CHE AFFAMANO E PROMUOVONO LE GUERRE PER
RICAVARE I LORO SOVRAPROFITTI.
APPUNTAMENTO ALLE ORE 15 DA PIAZZA UNITA’ !
SI COBAS NAZIONALE
Autorganizzati, passa al SI COBAS