Logistica

Candiolo: giornata di protesta nella piattaforma logistica Safim – Dimar

dimar

dimar

 

Ieri pomeriggio i lavoratori della Cooperativa Stella dell’appalto Safim a Candiolo escono in massa per protestare contro un accordo di ricatto tra Safim e la compiacente Cisl.
La s.c. Stella è una di quelle tante cooperative create da committenti, in questo caso dalla Safim, per eludere oltre al fisco e i contributi previdenziali soprattutto i diritti dei lavoratori. Stella nasce circa 5 anni fa per volere della Safim srl, che mette come presidente una testa di legno che ha il compito di eseguire gli ordini di Safim e svolgere il ruolo di caporale.

 

Fino a un anno fa i circa 80 lavoratori , svolgevano normalmente ogni mese dalle 240 alle 280 ore mensili, e grazie a un accordo con la Cisl le 80 -100 ore di straordinario venivano pagate forfettariamente 100 € al mese ( 1 € all’ora) senza contare le incomprensibili voci delle buste paghe. Un anno fa pero un gruppo di lavoratori presero coraggio e si organizzarono col Sicobas, dopo pochi mesi la forza si estende fino a conquistare migliori condizioni economiche. Oltre al contratto della logistica e ai passaggi di livello si riesce a conquistare l’indennità mensa e vari altri elementi retributivi.
Questi miglioramenti hanno determinato una tensione da parte del committente che in questi giorni decide di internalizzare tutti i dipendenti, ma lo fa con un accordo con un sindacato non rappresentativo, la Cisl, che aveva solo 4 iscritti mentre il Si Cobas ne contava 60 iscritti.

 

Diventa chiaro l’obiettivo della Safim , da una parte offre la carota dell’assunzione interna, dall’altra prende in mano il bastone del comando (dimostrando ulteriormente l’interposizione di manodopera ) cercando di eliminare il Cobas che i lavoratori si erano costruiti. Lo stesso titolare della Safim incitava i lavoratori ad iscriversi a qualsiasi sindacato fuorche al Sicobas se volevano acquisire i loro diritti.
Resta però il fatto che l’accordo con la Cisl, cancella di fatto tutto quanto si era acquisito e si stava acquisendo: i livelli retributivi e soprattutto la trattativa per recuperare quanto eluso con lo sfruttamento negli anni passati..

Non è la prima volta che un padrone non voglia parlare o trattare con noi, anzi succede quasi sempre, e quasi sempre però avviene che è la forza dei lavoratori a condurli a miti consigli. È solo una questione di tempo per la Safim.

 

Non sarà l’invocazione alla democrazia o a leggi sulla rappresentanza a determinare i rapporti con i padroni, bensi la forza che sapremmo imporre in ogni lotta contro lo sfruttamento.

 

S.i. cobas Torino

1/10/2015