Logistica

Articolo de il manifesto: Si fermano per 24 ore i lavoratori della logistica

manifesto per sciopero 29 ottobre

manifesto per sciopero 29 ottobre

Sciopero nazionale. Oggi e domani la mobilitazione indetta da Sicobas e Adl. In gioco il diritto alla rappresentanza sindacale, per avere voce in capitolo nel rinnovo del contratto

Scio­pero nazio­nale di 24 ore: oggi e domani Sico­bas e Adl mobi­li­tano di nuovo “fac­chini”, soci lavo­ra­tori delle coop e migranti delle piat­ta­forme logi­sti­che. In gioco il diritto alla rap­pre­sen­tanza sin­da­cale, soprat­tutto per avere dav­vero voce in capi­tolo nel rin­novo del con­tratto nazionale.

 

Sarà una gior­nata dif­fi­cile nei poli della logi­stica ita­liana: Torino, hin­ter­land mila­nese, Verona, Vicenza, Padova, Bolo­gna, Pia­cenza, Parma, Modena, Ancona, Roma e Napoli. Alcuni magaz­zini, di fatto, si fer­me­ranno nella notte. Altri saranno pre­si­diati ai can­celli. In tutti i dele­gati Cobas ria­pri­ranno le ver­tenze con i con­sorzi di appal­ta­tori delle prin­ci­pali aziende della logi­stica, ma anche con gli enti più o meno pub­blici che gesti­scono alcune piat­ta­forme strategiche.

 

Uno scio­pero fasti­dioso, se le merci e i colli devono attra­ver­sare la peni­sola sem­pre più veloci e trac­cia­bili a sca­pito però delle con­di­zioni dei lavo­ra­tori. Tant’è che Roberto Alesse, pre­si­dente della com­mis­sione di garan­zia sugli scio­peri, lunedì ha fir­mato con urgenza l’«indicazione» al governo e ai pre­si­denti delle camere, che con­te­sta le moda­lità dell’agitazione sin­da­cale. Si con­te­sta, in sostanza, il man­cato pre­av­viso (che vale nei ser­vizi pub­blici…) e la durata dello scio­pero. Un richiamo che potrebbe giu­sti­fi­care even­tuali azioni non solo di carat­tere disciplinare.

 

Comun­que, i Cobas non mol­lano sulla difesa dei diritti alla luce delle lotte che in que­sti anni hanno sco­per­chiato l’effettiva situa­zione all’interno di Aspiag, Ikea, Artoni, Inter­porto Padova Spa, Gra­na­rolo, Num­ber 1 oppure di Gls, Tnt, Brt o Dhl. In Ita­lia, un busi­ness da 80 miliardi all’anno pol­ve­riz­zato fra set­tori mer­ceo­lo­gici dispa­rati a par­tire dalla grande distri­bu­zione, mul­ti­na­zio­nali e coo­pe­ra­tive, padron­cini e mano d’opera stra­niera. Lo scio­pero punta a can­cel­lare le troppe ano­ma­lie della logi­stica, tant’è che nella piat­ta­forma sin­da­cale spicca la clau­sola di sal­va­guar­dia che obbliga il com­mit­tente in caso di cam­bio d’appalto a garan­tire tutto il per­so­nale pre­sente nel magaz­zino. Ma anche la defi­ni­tiva archi­via­zione del “socio” nelle coop sconta a caro prezzo la dif­fe­renza rispetto al lavoro subor­di­nato. Infine si chiede la ridu­zione dell’orario a 37 ore e mezza, il con­trollo di com­mis­sioni medi­che e il man­te­ni­mento dell’arti. 18.

 

La logi­stica si è già rive­lata un nervo sco­perto nel com­pro­messo sto­rico fra ciel­lini della Com­pa­gnia delle Opere e sigle di Lega­coop. Un modello sus­si­dia­rio che ha anti­ci­pato l’auto-governo del mer­cato del lavoro, can­ni­ba­liz­zato il patri­mo­nio pub­blico e spesso sna­tu­rato sto­ri­che realtà. Ora si pro­fila l’Alleanza che uni­fica le diverse anime (anche poli­ti­che) della coo­pe­ra­zione ita­liana: la logi­stica rischia di essere, di nuovo, il labo­ra­to­rio che anti­cipa sce­nari futuri.