Metalmeccanici

[MOTIVE,BS]: CONTINUA LA LOTTA CONTRO 22 LICENZIAMENTI POLITICI

Prosegue da giovedì 11 Febbraio lo sciopero alla Motive, azienda metalmeccanica di Castenedolo in provincia di Brescia.                                                            
Oggetto della vertenza sono le rivendicazioni poste dagli operai per uscire da una condizione di sfruttamento estremo.
 
La formula è quella delle cooperative, ormai entrate anche nelle fabbriche per comprimere al massimo il costo della forza lavoro; è così che la Motive riesce creare profitti enormi sulla pelle dei lavoratori.
Il meccanismo è lo stesso che si trova in tutte le aziende in cui sono impiegate le cooperative: la Motive (Committente) esternalizza tutta la parte della produzione ad una cooperativa, in questo caso la Uniqacoop, la quale per fare profitto deve applicare ai lavoratori contratti non corretti e fare ruberie sulla busta paga.
E’ così che ai 26 operai della Motive viene applicato il contratto mutualistico – Cioè di lavoratori soci di cooperativa a chiamata e non subordinati, nonostante lavorino in fabbrica da anni – invece del CNNL dei Metalmeccanici. In questo modo gli operai percepiscono 6,70 Euro all’ora tutto compreso – 13’, TFR, ferie e contributo di Renzi- , il che significa che a fronte di 170 ore medie di lavoro percepiscono salari di 800/900 euro, ovviamente senza malattia e senza infortunio.
A questa condizione al limite della schiavitù i lavoratori si sono ribellati e, dopo essersi iscritti al S.I. Cobas e aver richiesto le giuste competenze, vista la chiusura aziendale hanno indetto una prima giornata di sciopero; dall’altra parte la reazione dei nuovi padroni del vapore è stata il licenziamento politico di tutti i 22 lavoratori iscritti al S.I. Cobas e l’assunzione attraverso un’agenzia interinale di altri lavoratori per sostituire i licenziati.
Da questo quadro si capisce chiaramente come dietro a tutto ci sia la Motive, che fa enormi profitti sulla pelle dei lavoratori utilizzando il meccanismo delle cooperative che cambiano nome dopo qualche anno per azzerare gli avanzamenti contrattuali dei lavoratori.
Nonostante attraverso alcune dichiarazioni del suo amministratore delegato l’azienda cerchi di tirarsi fuori da ogni coinvolgimento, ne rimane la diretta responsabile perché vige ancora la clausola della responsabilità in solido e della vigilanza di quello che accade nella propria fabbrica.
A questo punto la lotta prosegue davanti ai cancelli con un presidio quotidiano che blocca da giovedì i crumiri e le merci.  I lavoratori sostenuti da diversi operai a loro solidali hanno respinto ogni tentativo di sfondare il picchetto con l’aiuto della Digos Bresciana, che da diversi giorni continua a mettere in campo provocazioni al fine di intimidire la lotta degli operai.
Avanti fino alla vittoria!

Sotto approfondimenti con Video, corrispondenze e articoli sulla vertenza: 

LAVORO: OTTAVO GIORNO DI PICCHETTO ALLA MOTIVE DI CASTENEDOLO.

LAVORO: PICCHETTO ALLA MOTIVE RESPINGE IL CRUMIRAGGIO CONTRO I 22 LICENZIATI SI COBAS.

LAVORO: CONTINUA LA VERTENZA DEGLI OPERAI DELLA MOTIVE DI CASTENEDOLO (BS)

«Troppe ore di lavoro e paghe basse», sciopero alla Motive