Abbiamo appena saputo che stamattina si è spento il compagno Paolo Turco.
Per quanto si tratti di una notizia a cui bisognerebbe essere preparati dal corso delle cose, essa ci lascia sgomenti per la incredibile perdita.
Nonostante i significativi dissensi maturati nei confronti di questo militante, personalmente riconosco di dovere tantissimo della mia formazione politica al suo esempio ed ai suoi insegnamenti. Anche negli ultimi anni, le cose scritte da lui o dai suoi compagni, continuavano a rappresentare un efficace punto di riflessione per la comprensione della realtà che ci circonda ed un saldo punto di ancoraggio per tenere la barra dritta senza farsi depistare dalle campagne mediatiche e dalle mode del momento.
Oltre che un militante irremovibile dalle proprie convinzioni, egli era un raffinato intellettuale che non amava esibire il suo sterminato sapere, mascherandolo dietro un dissacrante disprezzo per gli intellettuali di professione. Una insaziabile curiosità ed interessi che si estendevano ben oltre le tematiche della stretta attualità politica.
Ci sarà tempo per tornare sulle caratteristiche ed i contributi di un comunista che, a dispetto del suo coerente e ricercato anonimato, ha lasciato tracce rilevanti, che speriamo possano essere raccolte da futuri militanti. Al momento prevale il dolore e lo smarrimento per il vuoto che egli lascia, difficilmente rimpiazzabile nell’immediato futuro. Ci supporta soltanto il suo esempio e la sua determinazione nel proseguire con immutato entusiasmo, nonostante le delusioni subite, la sua battaglia per l’affermazione di una tendenza politica salda nei suoi fondamenti programmatici ed in grado di fornire una lettura non ideologica della realtà dello scontro di classe.
Ci mancheranno pregi e difetti di Paolo.