Ieri mattina si è svolto l’atteso vertice in prefettura sulla vicenda dei 4 licenziati Hitachi, mentre sulla gru di Piazza Municipio continua la protesta.
L’incontro, come appariva già chiark a seguito dell’annunciato forfait di Hitachi e Leonardo, è stato nulla più che un passaggio interlocutorio, utile a far luce su quanto sta accadendo ma per forza di cose per nulla risolutivo.
La Prefettura ci ha accolto in maniera tutt’altro che benevola, impedendo ai licenziati Hitachi di prendere parte al tavolo perchè a suo dire, non intende accettare il “ricatto” di due persone arrampicate un protesta su una gru. Evidentemente per la Prefettura un atto di disperazione dettato dalla perdita del lavoro e del salario ė un ricatto, mentre chi come Hitachi ha spremuto per 20 anni questi lavoratori per poi buttarli per strada senza alcun motivo sarebbe un’azienda di gentiluomini…
Abbiamo avuto grosse riserve a partecipare al tavolo senza i diretti interessati e per di più in assenza delle reali controparti della vertenza, ma alla fine abbiamo accettato per non dare alibi ai padroni e non lasciare nulla di intentato.
Come sempre, anche in Prefettura è andato in onda il tentativo di scaricare la patata bollente unicamente su Quanta, agenzia interinale (ora si chiamano di “somministrazione lavoro” ma la sostanza resta la stessa, o meglio è peggiorata per i lavoratori a seguito del Jobs act di Renzi): quest’ultima ha contestato la definizione di licenziamenti in quanto formalmente i quattro sarebbero ancora alle dipendenze dell’agenzia a tempo indeterminato, rilanciando nuovamente lipotesi del ciclo di formazione… a Porto Marghera!
Come SI Cobas abbiamo contestato le argomentazioni di Quanta sia nel merito che nel metodo: infatti se da un lato i quattro non sono tecnicamente licenziati, nella sostanza lo sono in quanto non lavorano e percepiscono una misera indennità di disoponibilità di 500-600 euro, molto meno della NASPI; dall’altro, Quanta non è altro che lo specchietto per le allodole di Hitachi e di Leonardo, poichè chi ha lavorato per 20 anni in maniera continuativa all’interno dello stabilimento Ansaldo e poi Hitachi di via Argine è nei fatti, e anche per legge! un dipendente di queste ultime. Infine, non si capisce come mai Hitachi si dichiari estranea alla vicenda ma lo scorso 31 marzo abbia cercato di far firmare ai quattro un tombale proprio nei suoi confronti oltre che di Quanta e del consorzio Fata.
Alla luce di ciò la nostra richiesta è stata anche questa volta chiara: i quattro devono rientrare in Hitachi o in Leonardo.
L’assenza dei diretti interessati ha reso nei fatti impossibile anche solo l’avvio di una trattativa.
Per ora registriamo con favore l’impegno della Prefettura a riconvocare Hitachi e Leonardo per trovare una soluzione, il passo indietro di Quanta la quale ha ritirato ufficialmente l’ipotesi-porto Marghera, nonchè l’impegno del comune di Napoli che su sollecitazione del consigliere Bismuto si è attivato nelle vesti dell’assessore Panini, presenta al tavolo, e nel pomeriggio del sindaco in persona, il quale nel pomeriggio ha incontrato una delegazione del SI Cobas, delle mogli dei lavoratori e dei solidali e ha garantito un suo impegno diretto e tempestivo con la controparte.
Ma la lotta deve necessariamente proseguire perchè finora siamo solo alle chiacchiere: finchè Hitachi e Leonardo non prendono posizione e non si decidono a trattare, la mobilitazione andrà avanti. Bene hanno dunque fatto Mimmo e Max a rimanere per ora sulla gru. Col caldo torrido di queste ore stanno resistendo in maniera eroica mettendo a repentaglio la loro incolumità: scenderanno o per festeggiare il reintegro dei quattro, o per rilanciare la lotta su altri terreni, che per Hitachi sarebbero senz’altro “spiacevoli”…
Reintegro immediato dei quattro: o in Hitachi o in Leonardo
Solo la lotta paga
SI Cobas Napoli