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[PUBBLICOIMPIEGO] Poste: sciopero delle prestazioni aggiuntive e dello straordinario, il 3/6 manifestazione nazionale

Il 3 giugno sciopera per il tuo futuro

Sciopero delle prestazioni aggiuntive e dello straordinario dal 4 maggio al 3 giugno con giornata dimobilitazione nazionale

L’implementazione, della riorganizzazione del recapito “a giorni alterni”, volge tristemente alla fine e sono sotto gli occhi di tutti i disagi, le giacenze, le brutture che essa ha generato ed ancora genera per lavoratori ed utenti.

Più va avanti e più dimostra di essere stata la peggiore riorganizzazione in tutti i sensi in Poste e questo al di la delle vane parole di sindacati ed azienda “sulla fase di rodaggio, sui dovuti aggiustamenti” la sostanza purtroppo, rimane la stessa: sfruttamento, flessibilità totale, taglio sempre crescente dei posti di lavoro per i lavoratori e servizio pessimo offerto all’utenza.

Ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, che questa riorganizzazione è parte integrante e principale del piano aziendale che porterà (come ormai tutti sappiamo) al taglio in 3 anni di 10.000 posti di lavoro, tra i 15.000 pre e pensionamenti e le circa 5.000 assunzioni tra stabilizzazioni Ctd e nuove assunzioni

Vale la pena soffermarsi un attimo sulle precedenti riorganizzazioni

  • Anno 2006, inizia il processo di accorpamento dei recapiti che vengono così separati dagli uffici di Bancoposta, 2.580 zone di recapito tagliate.
  • Anno 2010, il 27 luglio nuova riorganizzazione del recapito, tagliati 5.857 posti di lavoro.
  • Anno 2012, richiesta dall’azienda la chiusura di 1.200 uffici postali
  • Anno 2013, il 28 febbraio ennesimo colpo al recapito, di nuovo 6.000 posti tagliati.

Ma non è tutto, i dati emersi dall’analisi della Corte dei Conti, per l’anno 2017 evidenziavano una riduzione del personale a tempo indeterminato e al contempo un aumento del lavoro precario (contrazione di 4.848 totali di cui 4.505 livelli B, C e D; crescita del lavoro precario di 2.110 unità).

Tutto ciò, quindi prima appunto del piano Delivery 2022 anno 2018 a cui facevamo riferimento.

Alla fine del 2017 Poste Italiane contava 136.555 dipendenti (fonte Poste NEWS N°13). Nel 1990, i meno giovani, se lo ricorderanno, eravamo circa 230.000 dipendenti.

Basterebbero questi dati, senza entrare nel merito delle pressioni che tutti i giorni subiamo, dei carichi di lavoro insostenibili che sono continua causa di stress, di incidenti e malattie correlate, per comprendere come sia necessaria una inversione di tendenza.

Questo senza contare tutte quelle attività accessorie, che non vengono conteggiate nel lavoro del portalettere, che però gravano quotidianamente sugli enormi carichi di lavoro attuali: tracciatura al civico, compilazione delle can e delle cad, prodotti di posta interactive (Aruba, Coop voce, Vodafone, Namiral, Postemobile, Poste id ecc.) che presuppongono delle lavorazioni particolari con verifiche identità e corrispondenza documentazione, firma di contratti e verifica da parte della clientela con lettura degli stessi, che chiaramente comportano tempi di consegna molto superiori a quello dei normali oggetti a firma, così anche per ciò che riguarda le cartelle esattoriali (MOF….)

Negli ultimi tempi, però stiamo assistendo ad una sempre maggiore e diffusa adesione, nonostante l’acuirsi delle minacce aziendali, al nostro sciopero degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive, chiaramente questa, oltre che a rappresentare l’opposizione palese a questi piani aziendali, è divenuta anche l’unico sistema per salvarsi dalla ulteriore ed odiosa, con questi carichi di lavoro, richiesta di flessibilità operativa e di straordinario e sia il recapito che il banco posta stanno dando molto risalto a questa forma di lotta.

Ma da sola, come abbiamo sempre sottolineato, non può bastare, bisogna dare un chiaro segnale di contrarietà alle politiche aziendali e questo si può fare solo con lo sciopero nazionale, con una manifestazione partecipata che dia l’esatta percezione della volontà dei lavoratori che rigettano al mittente queste politiche distruttive.

E lo dobbiamo fare nella consapevolezza che nulla è passato e perduto, che i lavoratori debbono e possono dire la loro.

Il 3 giugno stiamo organizzando questa iniziativa di lotta, che segue quella del maggio scorso, tentando però, di coinvolgere anche i Sindaci che si stanno opponendo ai piani aziendali con ricorsi al TAR ed all’autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio e che hanno votato mozioni all’unanimità contro il recapito a giorni alterni.

Vogliamo che la nostra lotta e la loro lotta siano unite nell’unico intento di garantire dignità e rispetto ai lavoratori ed un servizio pubblico tutti i giorni ed uguale per tutti i cittadini, che renda centrale il fatto che il servizio pubblico postale non può essere immolato alla logica del profitto e che rimetta al centro l’occupazione, la lotta alla precarietà e la dignità dei lavoratori, non più carne da macello, ma al servizio dei cittadini.

SCIOPERA PER IL TUO FUTURO, PER IL SERVIZIO PUBBLICO

LUNEDI’ 3 GIUGNO SCIOPERO NAZIONALE INTERA CATEGORIA

MANIFESTAZIONE A ROMA SOTTO LA SEDE POSTE DI VIALE EUROPA ORE 11,00

CUB POSTE S.I. COBAS COBAS POSTE SLG-CUB POSTE

Qui il link all’evento virtuale dello sciopero:

https://www.facebook.com/events/551009831972586/

N.B.: Stiamo predisponendo pullman per chi viene da fuori Roma per informazioni contatta antonella.fierro@libero.it


IL 3 GIUGNO SCIOPERA PER IL TUO FUTURO

SCIOPERO DELLE PRESTAZIONI AGGIUNTIVE E DELLO STRAORDINARIO

DAL 4 MAGGIO AL 3 GIUGNO CON GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

Se nel recapito la situazione non è certo rosea (riorganizzazione a giorni alterni, aumento dei carichi di lavoro, flessibilità, precarizzazione e pessimo servizio reso all’utenza) nel bancoposta di certo non si respira un clima migliore.

Il personale applicato è soggetto a continue pressioni commerciali per il raggiungimento di obiettivi sempre più sproporzionati che vengono assegnati sulla base di una vasta e crescente gamma di prodotti finanziari da piazzare indiscriminatamente all’interno di qualsiasi segmento della popolazione.

In tale contesto anche i piccoli risparmi diventano oggetto di contesa fra uffici viciniori o addirittura fra operatori dello stesso ufficio, al solo scopo di soddisfare l’insaziabile logica del profitto e non altro.

La riduzione sistematica del personale e la chiusura degli uffici di prossimità distanti 1 km l’uno dall’altro, indipendentemente

dal bacino di utenza, hanno generato prevedibili contraccolpi sul rimanente organico con aggravio delle condizioni psico-fisiche dovute al sovraccarico di lavoro ed ai ritmi snervanti che non consentono la necessaria tranquillità nell’espletamento

di operazioni impegnative nonché delicate.

A questa inaccettabile condizione si aggiunge, nella maggioranza dei casi, la difficoltà oggettiva ad operare con strumentazione inadeguata o addirittura mancante (le postazioni di sportello sono prive della importantissima macchinetta per rilevare le banconote contraffatte ma traboccanti di brochure pubblicitarie).

Disumana è la gestione delle risorse umane.

In realtà, col passare del tempo anche questo settore viene soffocato dalla massima flessibilità, dal massimo risultato nel minimo tempo e da una serie di tensioni che alimentano lo stress da lavoro correlato.

Dalle periferie ai grossi centri ogni lavoratore è costretto ad operare sotto la scure di quelle politiche maledette volte a favorire esclusivamente gli interessi dell’alta finanza, anche sottoposto a continui distacchi e straordinari full-day per fronteggiare il calo occupazionale.

Per di più, le ferie sono diventate oggetto di indecenti obiettivi legati a budget aziendali ed a lauti premi per sfamare la canea dei “bravi” di manzoniana memoria.

E per pura convenienza sono state barattate dai tanti cantastorie in giro per gli uffici a mendicare deleghe. Il dato di fatto è che la vocazione pubblica e sociale delle poste appartiene sempre più al passato ma ciò non vuol dire che dobbiamo
arrenderci al cospetto di tale depredazione.

È sulla base di questa certezza che ci preme sottolineare come il piano delivery 2022 ha portato ad un’accelerazione senza precedenti di questo processo avviato con la nascita della spa: taglio di circa 10.000 unità, considerando 15.000 prepensionamenti e 5,000 assunzioni comprensive delle stabilizzazioni dei CTD.

Ma non è tutto.

Infatti, i dati che emergono dall’analisi della corte dei conti relativi all’anno 2017 evidenziano una riduzione di personale a tempo determinato e contestualmente registrano un aumento del lavoro precario (contrazione di 4.848 totali di cui 4.505 inquadrati nei livelli b, c e d; crescita del lavoro precario pari a 2.110 unità).

Aspettando Godot: il piano delivery 2022 anche per il futuro non verrà ad infondere speranza.

Alla fine del 2017 eravamo 136.555 dipendenti (fonte Poste NEWS n°13).

Nel 1990, i più anziani lo ricorderanno, eravamo circa 230.000.

Se la matematica non è un’opinione, il risultato non può che essere preoccupante: – 90.000 circa.

E non finisce qui.

Negli ultimi tempi, però, stiamo assistendo ad una crescente e diffusa adesione (nonostante l’acuirsi delle minacce aziendali) al nostro sciopero degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive e chiaramente questa, oltre a rappresentare l’opposizione palese a questi piani aziendali attraverso le forme di lotta che il sindacalismo di base da tempo mette in campo, costituisce l’unico baluardo per difendersi da ogni abuso e sfruttamento.

Pertanto diventa necessario che anche questo settore si spinga oltre le barriere dell’arroganza del potere e dei suoi scandalosi sottopancia.

Ma da sola, come abbiamo sempre sottolineato, non può bastare.

Bisogna dare un chiaro segnale di contrarietà alle politiche aziendali e questo si può fare solo con lo sciopero nazionale, con una manifestazione partecipata che dia l’esatta percezione della volontà dei lavoratori che rigettano al mittente queste politiche distruttive.

E lo dobbiamo fare nella consapevolezza che nulla è passato e perduto, che i lavoratori debbono e possono dire la loro.

CONTRO LA STRISCIANTE LOGICA DEL PROFITTO E LA SUA PRODUZIONE SPAZZATURA DIFENDIAMO LA NOSTRA DIGNITÀ: NON PIÙ CARNE DA MACELLO MA LAVORATORI AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ.

LUNEDÌ 3 GIUGNO 2019 SI MANIFESTA A ROMA SOTTO LA SEDE DI POSTE IN VIALE EUROPA ALLE ORE 11,00.

CUB POSTE SICOBAS COBAS POSTE SLG-CUB POSTE