Approfondimenti politiciCobasImmigrazioneInternazionaleLiguriaLogistica

[GENOVA] 23/5: nessuna agibilità per i fascisti! Rilanciamo la lotta contro il capitale e le sue guerre

GENOVA, 23 MAGGIO: NESSUNA AGIBILITÀ PER I FASCISTI!
RILANCIAMO LA LOTTA CONTRO IL CAPITALE E LE SUE GUERRE!

Al di là dello stanco e, francamente, noioso dibattito cittadino che si sta imponendo dopo la manifestazione del 23 maggio contro Casa Pound – in cui tutti i vari soloni da Toti a Bucci, dal Pd al Prefetto, dal Questore ai deliri di Primo Canale ci hanno spiegato come e quanto manifestare contro i fascisti educatamente e democraticamente – la determinata manifestazione di Piazza Corvetto fa emergere alcuni elementi di riflessione politica su cui vale la pena soffermarsi.

La determinazione con cui centinaia e centinaia di persone, lavoratori, giovani, studenti, precari, compagni hanno resistito per ore ai lacrimogeni e alle cariche delle forze dell’ordine che avevano blindato mezza città per consentire, non un comizio, ma una vera e propria provocazione fascista, ha dimostrato il fatto che nonostante gli appoggi istituzionali, la militarizzazione di un territorio, la blindatura di un intero quartiere con la mobilitazione di centinai di agenti, alari, furgoni blindati é possibile togliere agibilità politica ai fascisti, razzisti, mazzieri e ai loro padroni.

Ma é andata male anche a chi credeva di potersi utilizzare questa iniziativa di lotta come ennesima cassa di risonanza per la campagna elettorale sua o di qualche suo amico, oppure per modificare a proprio favore rapporti ed equilibri nei centri di potere di questa città.

Le migliaia di mani che battevano contro gli alari della Polizia, l’intera piazza che si difendeva dai lacrimogeni e solidarizzava con chi era in prima linea, il sentire comune di tutti ha fatto si che i soloni democratici, i faccendieri elettorali, gli antifascisti inconseguenti non potessero far altro che riparare dietro i cordoni di polizia, oppure neanche presentarsi in piazza.

Una bella operazione di chiarificazione!

Lo scenario del 23 maggio rende perciò per l’ennesima volta chiaro come razzismo, fascismo e sovranismo se da una parte rappresentano il veleno ideologico con cui si cerca di annebbiare milioni di menti proletarie distogliendole dalla difesa del loro interesse di classe, dall’altra parte diventano elementi con cui le destre e sinistre, liberali ed europeiste, provano a rifarsi una verginità politica, provando a ripresentarsi, dopo decenni di macelleria sociale, come gli ultimi avamposti democratici contro la barbarie.

Lavorare per un fronte di classe che con tenacia e determinazione lotti contro il complessivo schieramento delle forze borghesi e padronali é l’unico antidoto alla strumentalizzazione elettorale o meno della lotta.

Anche per questo la reazione e la repressione da parte delle classi dominanti sarà sempre più dura, sollecitando una risposta adeguata da parte nostra e di tutti i sinceri anticapitalisti.

Perché mentre i sinceri democratici s’indignano sul pestaggio del giornalista de La Repubblica – brutalmente pestato in Piazza Corvetto perché scambiato per un manifestante – ormai sono quotidiani gli episodi repressivi contro chi lotta nelle piazze, nei quartieri, davanti ai varchi portuali o davanti al cancello di un magazzino, proprio come successo in questi giorni al nostro compagno Simone duramente picchiato dalle forze dell’ordine (2 costole incrinate e varie echimosi) durante lo sciopero ai cancelli dello stabilimento Italpizza di Modena.

Il bel segnale arrivato dalla piazza del 23 Maggio é derivato certo dalla determinazione espressa, ma soprattutto per la sua capacità d’intrecciarsi con le diverse iniziative di lotta che si sono succedute nei giorni immediatamente precedenti alla manifestazione, in particolare con il blocco del carico militare della nave saudita Bahri Yanbu e con lo sciopero nazionale dei lavoratori portuali, dove la capacità di organizzare ed esprimere da parte dei lavoratori livelli adeguati di lotta ha comportato la necessità da parte delle dirigenze sindacali di rincorrere.

I diversi nuovi passaggi e scadenze nelle prossime settimane misureranno la capacità di rilancio e della mobilitazione, a partire dal nuovo attracco, previsto per il 28 Maggio, della nave saudita al Porto di Genova e del suo carico di morte, utile per continuare il macello di vite nel sanguinosissimo conflitto in Yemen.

Una nuova occasione per le forze di classe di prendere posizione contro le guerre imperialiste e i suoi responsabili.

Una nuova occasione per far sentire la forza che i lavoratori hanno se decidono d’incrociare le braccia.

Una nuova occasione, a fronte del macello imperialista, per urlare con forza che il nemico é in casa nostra!

Coordinamento Provinciale S. I. Cobas Genova