L’assassinio di Atika, avvenuto a Castello D’Argile per mano del suo ex compagno, ci costringe a riaprire il dibattito sul tema dei femminicidi.
Questo è un argomento su cui, nonostante i numeri, pare non esserci mai lo stesso interesse che invece viene riservato ad argomenti come l’immigrazione e la sicurezza.
Pare, infatti, che la sicurezza di noi donne non sia qualcosa di così importante da meritare la stessa attenzione di tutti gli altri problemi sociali su cui si catalizza il dibattito pubblico.
Ciò nonostante i numeri dei femminicidi parlano chiaro; praticamente ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa da un uomo, ed il 90% di questi delitti avviene all’interno del nucleo familiare per mano di un marito, di un compagno, di un padre, di un fratello, o di un fidanzato.
Anche Atika, che il 2 agosto aveva deciso di denunciare il compagno convivente per le molestie subite da lei e da sua figlia, aveva chiesto aiuto alle istituzioni, più e più volte, con altri esposti ed ulteriori denunce.
Ogni femminicidio appare sempre come un racconto già scritto; una donna subisce violenza, quella donna denuncia, chiede aiuto alle istituzioni, e poi, quella stessa donna resta da sola e viene uccisa.
Anche per Atika, purtroppo, si è ripetuto lo stesso copione.
Circola un video, girato il giorno in cui Atika scopre delle molestie subite dalla figlia, in cui il suo ex compagno scappa di casa scavalcando balconi e inferriate, le grida di aiuto, la richiesta di soccorso, le urla di disperazione di una donna che poteva essere salvata e che invece giace sotto le ceneri di un capannone.
Ci tornano alla mente la tante, troppe, richieste di aiuto rimaste inascoltate, i volti di tutte quelle donne che si sono fidate delle istituzioni e per tali ragioni hanno perso la vita, e ci domandiamo per quanto, ancora, dovremmo assistere inerti a questa guerra silenziosa, prima che si riesca ad ammettere che serve un cambiamento qui ed ora.
Giovedì sera 12 Settembre dalle ore 18 .00, prima della fiaccolata che si terrà a partire dalle ore 21 in Piazza Savonarola a Ferrara a e a cui parteciperemo, faremo un presidio in Prefettura, per manifestare la nostra profonda rabbia nei confronti di questo femminicidio e dei tanti che quotidianamente avvengono.
Chiediamo un incontro al Prefetto affinchè il barbaro assassinio di Atika non rimanga impunito e perché vengano accertate tutte le responsabilità: anche le più scomode.
S.I. Cobas Bologna