Approfondimenti politiciCobasImmigrazioneInternazionaleLogisticaMarche

[FERMO] Braccianti e sfruttamento: i lavoratori “Ambrousi e Viscardi” continuano la lotta

LUNEDÌ 28 OTTOBRE, ALTRO GIORNO DI LOTTA

Ci sembrano storie lontane quelle dei braccianti agricoli del Foggiano, dell’Agro Pontino o del Ragusano, spesso ascoltate distrattamente da qualche Tg.

Lo sono, però, fino a quando non le riconosciamo in qualche campo agricolo accanto a casa nostra e che coinvolgono donne e uomini che vanno nel nostro stesso supermercato, che portano i bambini nel nostro stesso parco o che vanno nel bar sotto casa.

Solo a quel punto capiamo che poi tanto lontane non sono e ci accorgiamo della loro sofferenza, ci interessiamo alle loro storie di vita, del loro lavoro e dello sfruttamento a cui spesso sono sottoposti.

Queste sono le storie di tante e tanti lavoratori agricoli che, da ormai un anno, chiedono il rispetto dei diritti e della propria dignità fuori e dentro i cancelli della “Ambruosi e Viscardi”.

È importante , portare la nostra solidarietà e dare il nostro contributo affinché si rompa il muro di omertà e di indifferenza che spesso circonda i più deboli.

In questi giorni ho ascoltato tante storie: c’è chi ci ha raccontato di aver lavorato 15 ore al giorno per poco più di 5 euro all’ora; chi ha pianto davanti alla propria moglie per aver chinato il capo davanti al padrone; chi, dopo un decennio di lavoro, sta per essere buttato fuori a causa della sua tessera sindacale; chi di fronte ad un padrone e a dei sindacati che dividono i lavoratori ti dice che non scenderà mai a compromessi perché “se toccano uno, toccano tutti”.

Questi lavoratori chiedono solo un lavoro stabile e dignitoso, secondo i dettami di legge e di contratto collettivo nazionale.

Sono convinta che questa lotta riguarda tutti noi e per questo motivo sia venerdì scorso che stamattina ero lì, davanti ai cancelli del’azienda insieme a loro.

E insieme a loro ero a Roma.

E ci tornerò tutte le volte che sarà necessario.

Resto a disposizione per chi voglia saperne di più o dare un segnale concreto di lotta e di solidarietà.

29 ottobre,

Una lavoratrice S.I. Cobas Marche