IL RICORDO DI FELICE DOTTI, LAVORATORE DELLA BREDA/ANSALDO, UCCISO DALL’AMIANTO E DAL PROFITTO.
I COMPAGNI DI LAVORO E DI LOTTA
C’è una parola per chiamare Felice (nella foto), una parola che amava, a cui rispondeva sorridendo: compagno.
Significa “Colui che ha il pane in comune”, con altri.
Ha lavorato per vivere, lontano da casa, ma il lavoro non è stato lo scopo della sua vita.
Perché, ha lottato contro lo sfruttamento degli uomini e delle donne al lavoro, per difendere la propria salute, per affermare che nessun capitale vale quanto la vita e la dignità di una persona che lavora.
Voleva che gli uomini e le donne che lavorano prendessero la vita nelle proprie mani, che fossero compagni, solidali tra loro e padroni della propria esistenza.
All’Ansaldo ha partecipato alla costituzione del Comitato contro il Nucleare, in una fabbrica che costruiva centrali nucleari;
alle lotte per la difesa della salute, e contro l’inquinamento, dentro e fuori la fabbrica;
alla costituzione di un gruppo operaio, e di un sindacato di base, lo SLAI-Cobas.
E, quando le cose finivano, anche con una sconfitta, ricominciava da quello che sapeva fare meglio: con pazienza, ostinazione e un po’ di ironia.
Perché amava ridere in compagnia.
La sua vita è stato il pane diviso con i suoi simili, anche noi.
Ne siamo orgogliosi e ti siamo riconoscenti, ciao, compagno Felice.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio