Cronaca di una giornata che ha messo a nudo il nervo scoperto rappresentato dal contrasto tra istituzioni e corpi dello stato: da un lato (questura) si reprimono gli operai e si comminano misure assurde in applicazione del decreto Salvini, dall’altro (sindaco) si vorrebbe darsi un tono più presentabile ma si continua a condannare la lotta del sindacato.
Ora sindaco, prefetto e questore litigano e si danno le colpe a vicenda, ma come successo nella nostra Piacenza in occasione delle vertenze Ikea (2012 e 2014), GLS (2012) e antifascista (2018)… l’incapacità di gestire la piazza è solamente specchio dell’incapacità di comprendere una nuova forza sociale – la nuova classe operaia meticcia – che quasi unica nel panorama italiano dice che non siamo disposti ad accettare qualsiasi umiliazione sul posti di lavoro.
Oggi il S.I.Cobas ha vinto, ma la lotta proseguirà fino alla cancellazione delle scandalose leggi antioperaie varate da Salvini e al miglioramento dei contratti di lavoro: solo da quello infatti -e non da piccoli sconti sulle tasse con cui paghiamo scuole e ospedali, come invece ieri ha rivendicato Landini- può arrivare una via d’uscita dalla morsa di povertà e precarietà che costituisce il mondo del lavoro in Italia oggigiorno.
18 gennaio
S.I. Cobas Piacenza