Approfondimenti politiciCobasImmigrazioneInternazionaleLogistica

[ITALIA] Misure a tutela dei lavoratori di fronte al diffondersi del coronavirus

Misure a tutela dei lavoratori di fronte al diffondersi del coronavirus

Il propagarsi del COVID -19, meglio noto come coronavirus, anche in alcune regioni d’Italia pone una serie di questioni di ordine politico-sindacale, sanitario e salariale.

Le misure di “sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato” previste dal decreto del 23 febbraio si configurano oggettivamente anche come limitative della libertà di azione sindacale, e in più di una occasione sono state invocate dalle controparti per disdire incontri sindacali già previsti, ma poi spingono nelle aziende per mandare avanti comunque la produzione anche senza dispositivi di protezione, adducendo problemi di reperibilità.

Non possiamo non osservare come governi e pubbliche autorità di fronte a una decina di morti per il coronavirus si siano mossi in questa direzione con una solerzia che non abbiamo visto a fronte dello stillicidio di morti sul lavoro dell’ordine del migliaio ogni anno, e di quelli per l’amianto che assommano a 4 mila l’anno in Italia, 15 mila in Europa e 100 mila nel mondo.

Chiediamo di conseguenza che tali misure limitative della libertà sindacale (l’epidemia è stata usata a pretesto dalla Commissione di Garanzia per vietare lo sciopero dei lavoratori del trasporto aereo) e della libertà di manifestazione in generale siano circoscritte alle aree di rischio effettivo, e ritirate non appena la diffusione del contagio sia stata bloccata, dato anche che le misure prese non impediscono affollamenti ben più frequenti e promiscui quali quelli nelle stazioni ferroviarie o nei centri commerciali.

Precisiamo innanzitutto che, sulla base del D. Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 e successive modificazioni è fatto obbligo al datore di lavoro di tutelare la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, assicurando che le condizioni di lavoro siano esenti da rischio, fornendo tutti i dispositivi di protezione individuale che si rendano necessari, e impartendo al personale le necessarie informazioni e istruzioni su come evitare il rischio di contagio, che dovranno tenere conto delle raccomandazioni del Ministero della Salute in merito alla prevenzione del Nuova Corona Virus COVID-19.

Il SI Cobas chiede a tutte le aziende che venga rivisto il documento di
valutazione dei rischi (Duvri) per affrontare il nuovo pericolo biologico e per fornire ai lavoratori tutti i dispositivi di protezione individuale che si rendano necessari.

Si invita a fare riferimento ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) ove presenti e in ogni caso ai RSA.

Nella Pubblica Amministrazione gli uffici sono stati chiusi al pubblico per evitare il contagio del personale a diretto contatto con il pubblico.

Chiediamo che anche nelle attività produttive, della distribuzione, dei pubblici esercizi, dell’accoglienza, e della cura delle persone e in qualsiasi altra attività rivolta al largo pubblico il personale addetto a mansioni che lo espongono al contatto con il pubblico siano forniti di idonei dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti monouso, disinfettanti, ecc. che si rendano necessari per evitare il contagio.

In assenza di tali dispositivi i lavoratori non potranno essere costretti a svolgere le mansioni a contatto con il pubblico, né il rifiuto di svolgere tali mansioni in assenza di idonea protezione potrà essere sanzionata disciplinarmente.

Questo vale particolarmente per la “zona rossa” del contagio, strategica nel settore della logistica, dove la protezione deve valere non solo rispetto al rischio di contagio da altre persone – colleghi o clienti – ma anche tramite le merci che vengono trasportate in tutte le direzioni.

I lavoratori/le lavoratrici dovranno essere tutelati/e da ogni conseguenza negativa di ordine retributivo e contributivo/previdenziale dell’insorgere dell’epidemia.

a. Nel caso non siano ammessi al lavoro per contagio / sospetto contagio o per misure cautelative in zone a rischio contagio;
b. Nel caso sia loro ridotto l’orario di lavoro a causa delle conseguenze negative dell’epidemia sulle attività economiche;
c. Nel caso non possano svolgere la propria attività lavorativa a causa di un
incombente rischio di contagio e/o dell’assenza di idonee misure/dispositivi di protezione, al personale dipendente de jure o de facto (finte partite IVA, lavoratori a chiamata o senza contratto) dovrà essere garantita la piena retribuzione contrattuale, senza perdita di diritti a ferie o permessi retribuiti. Spetta agli organi dello Stato e previdenziali definire istituti, modalità e risorse atte a garantire questa tutela.
d. Qualora si individuassero nei magazzini lavoratori affetti dal contagio
l’azienda deve provvedere a far intervenire il medico aziendale e che gli
organi preposti facciano una verifica col tampone su tutti i lavoratori presenti sul posto.

Il SI Cobas chiede l’apertura di un tavolo con governo, INPS ed altri eventuali soggetti istituzionali, con le organizzazioni sindacali e quelle datoriali per assicurare quanto sopra richiesto.

Per L’Esecutivo Nazionale Si Cobas

Aldo Milani


AVVISO A TUTTI I LAVORATORI SI COBAS !

Viste l’incertezza e confusione a seguito dell’estendersi dei casi di contagio da coronavirus, come SI Cobas diamo le indicazioni che devono essere seguite e rispettate da tutti i nostri iscritti per evitare che le coop e le altre aziende ne approfittino per crearci ulteriori problemi che poi ci toccherà risolvere con ulteriori scioperi che possiamo evitarci con queste semplici regole:

1) presentarsi sempre al lavoro, a meno che non sia l’azienda a scrivervi di restare a casa;

2) mai abbandonare il posto di lavoro anche se non danno le mascherine o i guanti perché non sarete pagati e date all’azienda la possibilità di prendere provvedimenti contro di voi.

Il SI Cobas si sta attivando nei confronti delle istituzioni per chiedere che vengano trovate le risorse necessarie per essere retribuiti al 100% altrimenti le chiederemo ai padroni.

Ribadiamo ancora nello specifico i seguenti casi tenendo conto di quanto già detto sopra:

  • Chiedere all’azienda misure specifiche di protezione per tutti i lavoratori che lavorano a contatto con il pubblico;
  • Far mettere per iscritto l’eventuale ordine di lavorare senza misure di protezione (ordine che potrà essere eventualmente impugnato tramite RLS se esiste, o RSA);
  • DRIVER: se non c’è la mascherina e i guanti non si esce senza dispositivi, rimanendo in azienda in attesa.
  • Driver: per le consegne si chiede di non far firmare i clienti per evitare il contatto se non ci sono le mascherine, si chiede inoltre ai datori di lavoro lo spray disinfettante o altre soluzioni.
  • Nei magazzini se ci sono casi accertati di lavoratori che nel periodo pre-ordinanza, provenienti dalla zona “rossa” hanno lavorato in magazzino si richiede a tutti i datori visite mediche in tempi brevissimi.
  • In caso di sospetto di aver contratto il virus recarsi presso i presidi medici competenti.
  • Chiediamo la garanzia retributiva al 100% e che gli eventuali giorni di assenza a causa del coronavirus non siano conteggiati nel periodo di comporto.
  • Si invita a fare riferimento ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) ove presenti e in ogni caso ai RSA.
  • Si chiede un chiarimento su come devono essere considerati eventuali lavoratori irregolari che sono in quarantena.
  • Nei settori dove l’emergenza coronavirus sta provocando una significativa contrazione nell’attività produttiva (ad es. alberghi)

Approfittiamo di questa emergenza per tenere le elezioni degli RLS in ogni luogo di lavoro!

Milano,26-2-2020

SI COBAS NAZIONALE