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[CONTRIBUTO] Non andrà tutto bene… se non ci organizziamo ora!

NON ANDRÀ TUTTO BENE…
SE NON CI ORGANIZZIAMO ORA!

Come disoccupati/e, precari e licenziati, famiglie in emergenza abitativa, come esercito di lavoratori non garantiti ci siamo fermati a distanza di qualche giorno dall’inizio della quarantena a causa dell’emergenza sanitaria legata al contagio del Covid-19.

Lo diciamo da subito: non andrà tutto bene se non ci organizziamo già da ora.

La quotidianità si è interrotta, la crisi è globale e contro le crisi del capitalismo non ci sono ricette di politica economica, locali, nazionali, europee.

Per noi c’è una strada ed è solo la lotta per non pagare ancora una volta noi il costo di tutto questo.

Siamo quelli che fino a ieri facevano i salti mortali per racimolare un minimo per poter campare, siamo quelli che si erano organizzati per rivendicare un lavoro stabile e sicuro, un salario ed un reddito con cui poter campare, siamo quelli che lavoravano a nero nei pub, ristoranti o qualche ditta di pulizia o edile, siamo quelli che avevano un contratto finto o che erano costretti a lavorare a nero, siamo i licenziati che non percepiscono neanche più forme di ammortizzatori sociali, siamo le badanti che fino a ieri hanno accudito gli anziani di questo paese, spesso senza contratto e senza tutele, siamo i lavoratori dei mercati che ora sono chiusi e non si sa quando riapriranno.

Come continuiamo in quarantena a campare?

Perché, soprattutto al Sud, i governatori delle Regioni e i Sindaci invocano l’esercito per le strade soffiando sull’indignazione social di chi ancora non ha capito eventualmente la serietà del problema?

Pensate che lo facciano solo perché ci vorrebbero tutti a casa per evitare la diffusione del contagio o perché presumibilmente sanno che il sistema sanitario è già al collasso, che prevederanno problemi di ordine pubblico e perché un esercito di senza lavoro non potrà a lungo sopravvivere ad una quarantena del genere senza salario e senza reddito?

Come faremo a pagare l’affitto o un mutuo?

Le misure di sostegno messe in campo ancora una volta tutelano i proprietari di casa per i mancati guadagni ma non pensano a chi è in affitto in nero o chi non può accedere al servizio sanitario perché non ha la residenza a causa dell’art 5, avendo occupato per necessità.

Ancora una volta gli ultimi vengono considerati scarti, non titolati ad avere le stesse possibilità degli altri.

Come le migliaia di persone invitate a stare a casa e che la casa non ce l’hanno.

Siamo convinti che la necessità di misure radicali di isolamento sociale per evitare il contagio a causa della grave crisi sanitaria non sia in contraddizione con un utilizzo politico oggi ed in prospettiva di questo stato di emergenza.

Oggi chiedono Unità Nazionale per farci oagare domani, ma già da oggi, il costo della loro crisi.

Questi momenti drammatici, come la pandemia da Covid-19, ci mostrano il sistema per quello che è senza veli che possano nascondere contraddizioni: tutta la società si regge sullo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, su un esercito di inoccupati che provano a campare, su quelli che producono un’enorme ricchezza sociale che viene appropriata dalle mani di pochi che controllano distribuzione, scambio e comunicazione ed in questo quadro per i governi di qualsiasi colore ad essere difesi sono gli interessi dei capitalisti e delle associazioni degli industriali.

Cosa vuoi che valga la vita di un lavoratore, di un disoccupato figuriamoci di un detenuto o addirittura di un immigrato schiavizzato per raccogliere pomodori.

Peggio della crisi del 2008 il CoronaVirus, nella sua drammaticità per le conseguenze dal punto di vista sanitario e sulle vite di ognuno di noi, è detonatore alla nuova crisi mondiale dell’economia: quanto profonda, quanto lunga non è dato sapere, ma la scomparsa del turismo (trasporto aereo, alberghi e tutto il business connesso) e la cessazione di molte altre attività sotto il coprifuoco azzerano per settimane una fetta importante della produzione, con decine di milioni di lavoratori a casa, innescando una spirale recessiva, mandando in isteria le Borse dopo anni di euforia drogata: perdite di più di un quarto del valore fittizio delle quotazioni in una sola settimana.

Governi e banche centrali stanno correndo ai ripari: tassi a zero o sotto, trilioni di dollari ed euro per salvare soprattutto le banche che rischiano di finire gambe all’aria perché le imprese non potranno ripagare i prestiti, spesa pubblica per tenere a galla le imprese e i redditi di chi non lavora, accumulando altro debito pubblico, in Italia e ovunque, quindi nuovi squilibri.

Chi ripagherà quel debito?

Negli ultimi anni e decenni l’ineguaglianza è cresciuta enormemente.

La ricchezza si è concentrata nelle mani dei borghesi, dei ricchi mentre la maggioranza della popolazione non possiede neppure il minimo per far fronte a eventi imprevedibili come una malattia o la disoccupazione.

I ricchi si arricchiscono non solo direttamente sfruttando i lavoratori, ma anche indirettamente attraverso la finanza e lo stesso debito pubblico, controllato dalle loro banche.

Deve invece pagare chi ha accumulato miliardi in questi anni, le spese per far fronte alla crisi devono essere finanziate con un’imposta patrimoniale sul 10% dei più ricchi, sui padroni recuperando oltre 400 miliardi di euro, tagliando le spese militari enormi che nel nostro paese arrivano ad oltre 60 milioni di euro al giorno (un F35 vale quanto 7113 ventilatori polmonari) e tagliando le spese per grandi opere inutili e dannose, requisendo tutta la sanità privata e mettendola a disposizione della collettività, mettendo in discussione le leggi del mercato e definendo ciò che davvero serve alla società e non ai profitti.

In questi giorni continueremo a fare quello che possiamo per dare il nostro contributo nella lotta per costruire forme di mutualismo nei nostri territori e non lasciare indietro nessuno, per denunciare le condizioni della sanità pubblica, i tagli enormi negli ultimi 10 anni (37 miliardi), il collasso già annunciato degli ospedali soprattutto al Sud, per rivendicare la necessità di potenziare urgentemente i nostri ospedali e l’allargamento della profilassi con l’uso del tampone sui nostri territori; per rivendicare un blocco generalizzato degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti; per rivendicare l’amnistia o misure alternative per i detenuti che non possono essere considerati invisibili (in un paese in cui ancora non sappiamo i nomi di chi è morto nelle carceri dove si continua ad essere 8 in una cella) e soprattutto per sostenere chi si astiene dai settori non essenziali per difendere la propria vita, per organizzarci e rivendicare un

SALARIO PIENO CON L’ASTENSIONE DAL LAVORO DALLE AZIENDE CHE NON PRODUCONO BENI ESSENZIALI E REDDITO DI QUARANTENA PER TUTTI I DISOCCUPATI ED I LAVORATORI INOCCUPATI, COLORO I QUALI NON POSSONO ACCEDERE AD AMMORTIZZATORI PREVISTI DAL NUOVO DECRETO ECONOMICO!

Non siamo un’appendice, siamo tutto e vogliamo tutto!

La nostra vita vale più dei loro profitti!

CAMPAGNA NAZIONALE “VOGLIAMO TUTTO”