Riceviamo e pubblichiamo questo “Report: Covid-19 e Regno Unito”, scritto da una compagna che lavora come precaria nel sistema universitario inglese, sulla situazione politica e sociale nel Regno Unito nell’emergenza internazionale della pendemia da Coronavirus.
Questa crisi sanitaria e sociale, che sta provocando i primi scioperi spontanei nelle fabbriche dopo decenni, e diviene ora anche crisi economica e finanziaria, mette alla prova i sistemi capitalistici, in Italia e nel mondo intero, e scuote le coscienze in settori della nostra classe cui si chiede di lavorare comunque, anche in assenza delle condizioni di sicurezza che vengono invece imposte al resto della popolazione.
Per la prima volta da decenni assistiamo a scioperi spontanei nelle fabbriche.
Anche nella lotta per ambienti di lavoro sicuri e adeguati dispositivi di protezione individuale, e nelle difficoltà di coloro che sono lasciati a casa con un futuro incerto, deve crescere la coscienza della necessità di lottare per superare questa società divisa in classi.
Contro le ideologie da “unità nazionale” tra sfruttati e sfruttatori.
Il virus globalizzato mette inoltre in chiaro l’inconsistenza delle prospettive di autonomie locali/localistiche, e delle scorciatoie “sovraniste”.
L’unica strada è quella internazionalista, dell’unione tra i proletari di tutto il mondo.
S.I. Cobas
Report COVID-19 e Regno Unito
Mentre in Italia, finalmente, sembra abbassarsi il dato delle morti causate dal COVID-19, anche in Inghilterra le misure di contenimento si fanno più stringenti – seppur in ritardo.
Queste Health Protection Regulations 2020 sono arrivate dopo settimane in cui il problema è stato largamente sottostimato, dando sfogo a nuove forme di razzismo formale ed informale.
Stereotipi negativi e discriminazioni hanno rafforzato la retorica anti-immigrati pro-Brexit e, più in generale, il razzismo nei confronti di chi è diverso e, tramite il quale, i privilegiati si continuano ad arricchire.
Come ha sottolineato la mia vicina di casa se sei italiano o cinese, porti il virus – anche se nel tuo paese è da un po’ che non torni.
E se hai i tratti mediterranei o asiatici, molti cambiano strada e se ti sentono parlare al telefono con la mamma, si scansano.
Dal fruttivendolo, tutti si coprono la bocca ed il naso appena ti vedono entrare.
Tra atteggiamenti e frasi infelici, anche l’intellighenzia con cui condividevo le proteste all’università ha mostrato capacità analitiche peculiari, sostenendo che il virus si è diffuso perchè gli italiani non si lavano le mani.
Pregiudizi, stereotipi e ignoranza non sono però gli unici elementi problematici legati alla diffusione del coronavirus nel Regno Unito.
Tra questi, vale la pena soffermarsi su logistica e sistema sanitario.
Essendo un’isola, l’Inghilterra dipende dagli scambi marittimi per il commercio ed i porti giocano un ruolo fondamentale per il suo approvvigionamento (come gli scioperi dei portuali inglesi del 1972 e 1989 ci insegnano).
Vale la pena ricordare che Il 95% di tutte le importazioni che entrano e lasciano l’Inghilterra dipendono dal trasporto marittimo.
In particolare, il 40% del fabbisogno alimentare britannico viene importato via mare.
Se le attività commerciali e logistiche si dovessero interrompere, al paese resterebbe poco di che mangiare e sostentarsi, dato che il settore agricolo inglese provvede intorno al 50% del bisogno nazionale.
Per quanto riguarda l’NHS, il sistema sanitario pubblico è una istituzione sociale chiave del welfare state inglese, istituito nel dopoguerra per collettivizzare quei rischi che tutti avrebbero prima o poi attraversato “from the cradle to the grave” – dalla culla alla tomba (salute, pensioni, e sussidi di disoccupazione).
Tante azioni collettive sono state organizzate negli ultimi anni per “salvare l’NHS” .
Da cosa e da chi?
Tagli, carenza di personale e ritmi di lavoro disumani.
Amatissimo da più del 77% degli inglesi, è stato uno degli argomenti centrali sviluppati nelle recenti elezioni politiche 3 ma la strategia di Corbin – candidato del labour party – di rendere pubblici gli accordi tra USA e Boris Johnson – attuale Primo Ministro – di privatizzare l’NHS non ha pagato.
Ciononostante, Johnson è costretto anche lui a realizzare in questi giorni l’importanza del sistema sanitario pubblico.
Presto o tardi capirà che immigrati ed immigrate, senzatetto, lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate contribuiranno a diffondere il virus se non riceveranno cure, salario, e saranno costretti a scegliere tra denaro e salute.
Per il momento, di tamponi ne sono stati fatti pochi.
Sappiamo che il principe Carlo è risultato positivo, ma non si fanno controlli sul personale sanitario e su coloro che sono certi di esser stati a contatto con chi il virus lo ha già contratto.
Fino a pochi giorni fa se avevi i sintomi o eri stato a contatto con chi aveva il virus la raccomandazione era di stare a casa – se potevi.
Al telefono mi è stato detto dall’NHS che se non avevo sintomi potevo andare al lavoro e che alla fine la scelta di tutelare se stessi e la collettività ricadeva sulle responsabilità e sulle possibilità individuali, trasformando il problema della salute in una rappresentazione della retorica liberista e, per noi comuniste, ovviamente di classe.
Anche qui, chi ha più denaro, può stare a casa di più.
Ma quelli che vivono con poche centinaia di sterline al mese e aspettano l’accredito settimanale di disoccupazione sul conto in banca, non possono fare le raccomandate spese sostanziali di beni essenziali e devono accontentarsi di quello che trovano, se lo trovano, affrontando il rialzo dei prezzi dei beni indispensabili come il sapone per le mani, salito a 2,50 sterline, 100 guanti in plastica a 14sterline e, addirittura, arance a 1 sterlina (se le trovi).
Ovviamente, queste risposte liberiste hanno aumentato la paura ed il senso di sconforto.
Insomma, anche nella perfida Albione, la sete di profitti non ha risparmiato nessuno, ed in particolare, i/le più vulnerabili ne sono gravemente colpiti.
Lavoratori, lavoratrici, disoccupati, disoccupate, immigrati e immigrati rinchiusi in centri di detenzione sono tutti uniti dal fatto di essere stati ignorati/e da questo governo.
Contratti ad ore, a zero ore, esternalizzazioni, e la malattia non pagata o pagata al 10% non sono condizioni che caratterizzano soltanto l’economia dei servizi e i settori più sregolati e precari – pulizie, costruzioni, assistenza, logistica e gig economy (Uber, JustEat, Deliveroo).
Anche nel settore dell’educazione, privato e pubblico, sono tanti i lavoratori precari che resteranno legati da un contratto senza ore al padrone, e dunque, senza reddito e diritti per i prossimi mesi.
Solo alla fine della scorsa settimana sono state emesse indicazioni più stringenti e a tutela dei lavoratori, ma non bastano.
In particolare, la regolamentazione sul lavoro che può essere condotto a casa non cambia (anche se tanti sono i bisogni che aumentano con il lavoro da casa: attrezzatura non adeguata, connessioni che non funzionano, un difficile connubio tra i vari compiti che deteriorano la salute mentaledi chi non riesce più a staccare dal lavoro essendoselo portato a casa).
Se non è possibile continuare a lavorare, il govero pagherà l’80% dello stipendio a coloro che hanno contratti a tempo indeterminato e guadagnano meno di 1000 sterline a settimana.
Meno chiare sono le indicazioni per i lavoratori autonomi, precari, e della gig economy che rischiano di essere semplicemente licenziati o di non poter lavorare.
Sebbene inizialmente Johnson avesse dichiarato che questi lavoratori sarebbero rimasti fuori dal decreto, si auspica che faccia un passo indietro.
La proposta di modifica al decreto che si discute al momento consiste nell’estensione del reddito garantito all’80% anche per questi lavoratori/e più sfruttati/e e precari/e.
Tra le varie richieste avanzate da IWGB e UVW – due sindacati indipendenti inglesi – si propone anche il riconoscimento della malattia che non è previsto in questi contratti.
In Regno Unito come in Italia, i lavoratori degli ospedali, delle pulizie (se la struttura è considerata essenziale e resta aperta, esempio: residenze universitarie), dei servizi pubblici, comunicazione e servizi, della logistica, e dei supermercati sono essenziali , rimangono in prima linea e pagano sulla loro pelle la sopravvivenza (e 7 forse anche i capricci ) di tutti e tutte.
In particolare, i lavoratori degli ospedali denunciano di aver subito avvisi di sfratto per paura che portassero il virus a casa ed, in generale, ricevono scarso supporto materiale.
Per quanto riguarda immigrate e immigrati le risposte sono ancora meno.
Anche per chi gode del precario stato di pre-cittadinanza post-Brexit non è chiaro se possa beneficiare del sussidio di disoccupazione oppure no.
Quali sono le risposte politiche che si stanno costruendo?
Gli scioperi che la scorsa settimana erano stati votati dai lavoratori della metro e delle poste inglesi sono stati sospesi per far fronte a questa emergenza.
Si moltiplicano gruppi su Facebook di consulenza sul lavoro e di aiuto, per la maggior parte gestiti da membri dei sindacati indipendenti come Angry Workers of the World, UVW, IWGB14 e membri più radicali dei sindacati confederali, come UCU e Unite.
Dall’altra parte fioccano gruppi di aiuto reciproco, in cui si aiutano le persone in isolamento, ci si porta la spesa o si inviano piccole somme di denaro per aiutare quelli più colpiti da queste difficoltà.
25 Marzo 2020
Gabriella Cioce
1) https://www.parliament.uk/documents/commons-commi-ees/ExiDng-the-European-Union/17-19/ Sectoral%20Analyses/22-MariDme-and-Ports-Report.pdf
2) https://keepournhspublic.com/
3) https://yougov.co.uk/topics/poliDcs/arDcles-reports/2018/07/04/nhs-briDsh-insDtuDon-brits-are-second-most-prou
4) https://www.theguardian.com/global/video/2020/mar/20/how-do-we-survive-coronavirus-owen-jones-meets-low-paid-workers-video?CMP=U_gu&utm_medium=Social&utm_source=Facebook#Echobox=1584710175
5) https://unitetheunionireland.org/2020/03/21/despite-the-promise-of-80-percent-wage-supports-hasDngs-group-terminates-contracts-of-staff/
6) https://www.personneltoday.com/hr/statutory-self-employment-pay-coronavirus/
7) https://www.gov.uk/government/publicaDons/coronavirus-covid-19-maintaining-educaDonal-provision/guidance-for-schools-colleges-and-local-authoriDes-on-maintaining-educaDonal-provision
8) https://www.dailyrecord.co.uk/news/uk-world-news/sports-direct-chiefs-say-stores-21742538 8
9) https://www.theguardian.com/world/2020/mar/22/nhs-paramedic-evicted-from-home-for-fear-he-would-spread-covid-19?CMP=U_gu&utm_medium=Social&utm_source=Facebook#Echobox=1584956458
10) https://www.theguardian.com/money/2020/mar/20/mortgage-rent-nhs-coronavirus
11) https://www.independent.co.uk/voices/coronavirus-boris-johnson-nhs-doctor-wuhan-hong-kong-masks-a9420866.html?utm_medium=Social&utm_source=Facebook#Echobox=1585060654
12) https://metro.co.uk/2020/03/13/tube-workers-vote-go-strike-pay-amid-coronavirus-pandemic-12393940/
13) https://www.ft.com/content/beceb382-686a-11ea-a3c9-1fe6fedcca75 1
14) https://www.facebook.com/groups/coronasupportgroupforworkers/search/?query=logisDcs&epa=SEARCH_BOX
15) https://www.facebook.com/groups/292963391332421/