Una classe, un fronte, una lotta.
L’articolo di oggi, sulla mobilitazione dei lavoratori dello spettacolo di ieri, cita il nostro movimento che ieri era presente in piazza anche perché in contemporanea avevamo alcuni tavoli istituzionali che ci riguardavano.
Spesso in piazza ci sono quelli che ci chiedono “perché ci state anche voi”, “cosa interessa a voi disoccupati con questi lavoratori”.
Lo dicono soprattutto quelli che vogliono trasmettere ai disoccupati l’idea che si sta perdendo del tempo.
Innanzitutto fino a quando non abbiamo risposte concrete, non si sblocca anche la nostra vertenza per il lavoro, l’unica alternativa che abbiamo è essere presenti e visibili in tutte le occasioni, mobilitazioni ed iniziative che si sviluppano in città. Insomma, banalmente, tutte le piazze, cortei, manifestazioni che parlano di lavoro, licenziamenti, precarietà, disoccupazione, sanità, trasporti, scuola e’ la nostra piazza, la piazza di chi quotidianamente è presente per le strade.In secondo luogo non possiamo non vedere la situazione per quella che è.
Siamo dinanzi ad una crisi sanitaria, economica, politica e sociale generale del sistema capitalistico.
Come pensiamo di poter ridurre la nostra azione alla sola nostra vertenza, veramente pensiamo che c’è qualche istituzione “amica” che potrebbe risolverci il problema?
Quello si sarebbe illudere i disoccupati e le disoccupate di poter vincere pensando di isolarci, di limitare il nostro raggio d’azione alla sola nostra vertenza che oramai dura da troppi anni.
Ci sono aziende in crisi, licenziamenti, interi settori e categorie in crisi, i governi ed i padroni riusciranno a dividere, parcellizzare, separare ulteriormente pur di non ricevere una risposta unitaria, complessiva dell’intera classe lavoratrice.
Anche tra i disoccupati tra ex percettori di ammortizzatori, percettori o meno dell’elemosina del Reddito di cittadinanza ecc.
I disoccupati sono lavoratori, sono esercito di riserva, sono utilizzati per ridurre i salari per chi lavora ed aumentare la ricattabilita’ sui luogi di lavoro.
Per questo motivo noi continueremo fino alla vittoria a portare avanti le ragioni della nostra lotta, per sbloccare corsi di formazione, attività utili per costruire progetti per il lavoro di pubblica utilità, per un salario ai disoccupati e disoccupate.
Oramai abbiamo sviluppato proposte, conoscenze e capacità per sbloccare definitivamente la nostra vertenza.
Ma lo continueremo a fare nella prospettiva di unità di tutti gli sfruttati e le sfruttate.
Perché non ci sarà davvero vittoria se non dentro questa prospettiva di lotta, come dimostrano tante situazioni che ancora lottano perché quelle conquiste momentanee vengono messe in discussione e poi sottratte.
In queste ore abbiamo comunicato al Ministero del Lavoro, al Mise, alla Regione, a Città Metropolitana, al Comune di Napoli nuovamente le nostre richieste e ragioni.
Il 5 Marzo andremo a Roma, in assenza di risposte, andremo davanti al Ministero del Lavoro.
Le restrizioni non possono fermarci, soprattutto dopo un anno dall’inizio di questa pandemia, in cui non abbiamo avuto risposte.
Chiediamo a tutti i solidali di sostenerci!
Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”
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