LA PANDEMIA E’ IL CAPITALISMO
Roma 21 maggio
vertice mondiale sulla salute
Dopo che alle popolazioni, per una lunga fase, si sono negate cure, assistenza e prima ancora prevenzione, le 20 economie più progredite del pianeta vengono a manifestare buoni propositi e tardivi ravvedimenti.
Dopo che la pandemia ha seminato morte e dolore, l’ex premier Conte, la Presidente della UE Von der Leyen e i tanti altri generali sconfitti ritornano sul campo di battaglia per rendere un ipocrita omaggio ai caduti.
Il summit ha come obbiettivo la definizione di strategie per rendere più efficaci i sistemi sanitari che dovranno meglio fronteggiare le future pandemie.
Si da per scontato che vi saranno future pandemie!
La previsione viene da osservatori altamente qualificati.
Sono loro i rappresentanti della razza padrona che tanta parte ha avuto nel vampirizzare le risorse naturali e creare le condizioni che facilitano i salti di specie virali.
Primo principio: viene enunciato il nesso indissolubile tra Salute-Ambiente.
Questo nesso non può essere rispettato perché la fame di profitto è la sola regola che mantiene in vita questo sistema.
Lo sfruttamento della natura e degli uomini, per quanto irrazionale, è la condizione per assicurare continuità al loro sistema.
Secondo principio: priorità al sistema sanitario, sia dal punto di vista della prevenzione che della mitigazione: la sanità universale e gratuita è di ostacolo alla logica privata che ha ormai pervaso tutta la sanità.
Banche e istituti finanziari non sono solo ospiti della sanità pubblica, sono ormai i padroni assoluti.
L’orpello giuridico “pubblico” serve solo a mimetizzare contenuti, filosofie, sistemi di gestione interamente fondati sull’aziendalizzazione.
Questi contenuti sono dominanti in tutti gli atti di programmazione. “Il Patto per salute” del 2018 anticipa il “Patto per la riforma della P.A.” firmato da Draghi, Brunetta e confederali, che a sua volta ricalca la bozza contrattuale per la sanità presentata da CGIL CISL UIL in era pre-covid.
La continuità è assoluta: depotenziare il CCNL, individualizzare i contratti, ridisegnare la busta paga sulle voci variabili e non su quelle fisse, premialità, pagelline, ulteriore riduzione del personale, sostituzione del turnover con contratti interinali o part time, esasperazione delle tempistiche di lavoro.
Con queste premesse, nessuna preminenza sanitaria è possibile.
La mitigazione delle epidemie (obbiettivo di ripiego) sarà inversamente proporzionale ai livelli di reddito.
Quando potranno accedere alle vaccinazioni le popolazione povere che sono fuori dai circuiti mercantili?
Le stesse vaccinazioni che si vogliono assicurare alle popolazioni dei paesi industrializzati sono nella logica di rimettere in piedi schiavi per nuovi e più intensi turni di lavoro.
D’altra parte, lo stesso G-20, con in testa il nostro premier Mario Draghi, si è finora ben guardato dal mettere minimamente in discussione i brevetti sui vaccini e, di conseguenza, il business miliardario di cui finora hanno beneficiato le grandi multinazionali del farmaco…
Terzo principio: ripensare la produzione alimentare e il suo consumo. Bene! Facciamo tesoro dei suggerimenti dietetici, ma sappiate che lotteremo per avere salari adeguati e per non mangiare cibo spazzatura che trasformate in profitto.
Quarto principio: sviluppare sistemi energetici che promuovano il benessere. Certo, c’è troppo inquinamento, l’aria è irrespirabile, le malattie respiratorie sono in crescita.
Lavorare meno, più turni di riposo e, perché no, verremo a tenervi compagnia nelle ville circondate da alberi e stagni ecologici.
Allo stesso tempo, combatteremo con la massima energia il green new deal di cui vi riempite la bocca, che, ad uno sfruttamento sempre maggiore della forza-lavoro, unisce quello più distruttivo sulle risorse naturali e l’aumento dei conflitti per il controllo delle materie prime e dei metalli rari necessari alla “transizione ecologica”.
Quinto principio: investire nella cooperazione sociale.
Certo, l’attuale sistema genera isolamento e disuguaglianza sociale e allora noi promuoviamo l’unione della nostra classe.
La nostra medicina sarà la coalizione sociale.
Sentirete gridare “toccano uno, toccano tutti”!
Sesto principio: sfruttare l’educazione per il benessere.
Certo, vi è un nesso tra salute ed educazione.
Per questo studieremo, propaganderemo e ci organizzeremo per difendere la nostra salute, la nostra vita, la vita della nostra specie.
Lo faremo noi, lo farà la nostra classe, perché voi non ne siete capaci e il vostro sistema ha già fatto bancarotta!
L’attuale crisi pandemica non è il frutto di una sventurata sciagura ne tantomeno di qualche oscuro compotto pianificato a tavolino, bensì è il frutto di un sistema fondato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sul saccheggio e la
devastazione della natura e dell’ambiente.
L’emergenza sanitaria in corso ha messo definitivamente a nudo come il sistema capitalistico rappresenti il principale veicolo di diffusione e di moltiplicazione delle pandemie, così come delle guerre, delle catastrofi e delle calamità ambientali, mettendo a repentaglio non solo le condizioni di vita di milioni di salariati, ma la stessa sopravvivenza della specie umana.
E’ per questo che oggi siamo in piazza: non per reclamare qualche elemosina, ne per suggerire ai padroni del mondo un diverso “modello di sviluppo” basato sulla favola del capitalismo “ecosostenibile” o “dal volto umano”, bensì per manifestare la nostra opposizione a un sistema sempre più marcio e irriformabile e per indicare a milioni di proletari qual’è l’unica strada percorribile per difendersi dagli effetti nefasti delle politiche del G-20: il rilancio della lotta di classe e dell’unità internazionale di tutti gli sfruttati.
20.05.2021
SI Cobas nazionale