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[PRATO] I lavoratori: dall’altra parte della paura c’è la vita che vogliamo. Ricordando lo sciopero degli operai Tintoria Fada

DALL’ ALTRA PARTE DELLA PAURA C’È LA VITA CHE VOGLIAMO

In questo giorno due anni fa eravamo in sciopero alla Tintoria Fada.

Forse ricordate dell’imprenditore con il cartello che diceva “COBAS COMANDA PRATO”.

Anche qui si lavorava 12 ore al giorno senza riposo, senza ferie, senza malattia, contratti da 2 o 4 ore.

Dopo 10 giorni di sciopero abbiamo firmato l’accordo, per le stabilizzazioni, i contratti indeterminati da 8 ore, lavorare 8×5.

Sono passati due anni, oggi discutiamo fuori al cancello della trattativa sugli aumenti di livello e un piano ferie che dia diritto a tutti ad andare in Pakistan una volta l’anno senza ricatti.

Sono passati due anni, una pandemia globale, le botte della polizia e dei crumiri, le multe per blocco stradale, le denunce, i fogli di via, i fermi nelle celle della questura, le minacce sui permessi di soggiorno.

Ma noi siamo ancora qua.

E siamo molti e molte di più a pretendere di lavorare 8×5, e non solo.

E anche la Tintoria Fada è ancora qui, con i furgoni e le macchine piene di merce che entrano ed escono, con gli autisti spaventati a vederci fuori al cancello.

Quell’imprenditore cinese non è andato in banca rotta dopo che ha iniziato a far lavorare le persone secondo il contratto nazionale.

Ha semplicemente iniziato a fare qualche profitto in meno.

In questi settimane in tanti parlano di Prato come un sistema impossibile da cambiare, una realtà consolidata di sfruttamento che rimarrà così in eterno.

Noi non speriamo che nel distretto cambi qualcosa, noi siamo certi certi che succederà. Perchè l’abbiamo visto succedere.

Certo anche alla Tintoria Fada i problemi sono ancora tanti e la strada da fare è lunga, ma un po’ di cose le abbiamo cambiate, lo abbiamo fatto insieme, liberandoci della paura.

E continueremo a farlo.

1 giugno

S.I. Cobas Prato e Firenze