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[CONTRIBUTO] Altri 3 operai assassinati: ancora morti per il profitto. Basta lacrime, lotta! I lavoratori non sono carne da macello

Riceviamo e pubblichiamo:

Ancora morti per il profitto. Basta lacrime, lotta!

– M. Michelino, 4 giugno 2021

Altri 3 lavoratori sono stati assassinati, due lavoratori sono morti dentro una cisterna profonda alcuni metri nell’azienda vinicola Fratelli Martini in provincia di Cuneo, mentre un altro lavoratore, a Bergamo, è rimasto travolto da un carico di 5 quintali che stava scaricando da un mezzo pesante. Altri 3 omicidi accaduti nel totale disinteresse delle Istituzioni, Confindustria, governo, sindacati filo padronali e di una parte dell’opinione pubblica.


Omicidi che piangono le famiglie, ma non la società del profitto che si arricchisce sullo sfruttamento e il sangue operaio. A questi omicidi si aggiungono le 8 morti giornaliere per amianto e altre decine per malattie professionali contratte sui luoghi di lavoro. Solo per cancro ogni anno si ammalano in Italia circa 370mila persone, e ne muoiono circa 500 il giorno: la maggioranza di queste malattie è di origine professionale e ambientale.


​Sul lavoro e per il profitto si continua a morire più che in guerra, e non si risolvono i problemi solo con “l’assunzione di 2000 ispettori”, come dichiarato dal Ministro del Lavoro Orlando.
Solo con la lotta dei lavoratori che scioperano per la difesa della sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita, si può intervenire prima che il danno accada e prima che si producano e si piangano nuovi morti.

Anche se spesso i dati sono falsati, perché nei morti sul lavoro non sono conteggiati i circa 3 milioni di lavoratori in nero, dai dati ufficiali INAIL risulta che in Italia nel periodo gennaio-aprile 2021, le morti per infortunio sul lavoro sono aumentate del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Basta lacrime, lotta!

Organizziamo scioperi, manifestazioni e assemblee nei luoghi di lavoro e davanti alle sedi della Confindustria e del governo per imporre nuovi protocolli di sicurezza e affermare che il diritto alla sicurezza e alla vita dei lavoratori viene prima dei bilanci aziendali e dello stato.

I lavoratori non sono carne da macello.