NON E’ STATO UN INCIDENTE:
ADIL E’ STATO AMMAZZATO IN NOME DEL PROFITTO!
Stamane, durante lo sciopero nazionale della Logistica Adil Belakhdim, nostro coordinatore della sede di Novara e membro del Coordinamento nazionale SI Cobas, è morto travolto da un Tir che ha forzato un picchetto davanti la Lidl di Biandrate (Novara).
Il presidio, composto da alcune decine di lavoratori, è stato investito da un autista criminale, che alla vista del presidio non ha esitato a premere l’acceleratore dell’automezzo travolgendo prima due lavoratori che a malapena sono riusciti a salvarsi e che ora sono ricoverati in ospedale, e poi schiacciando il nostro compagno, passandogli addosso e scappando.
Adil aveva 37 anni, era sposato e con due bambini piccoli, ed è stato per anni operaio della Tnt, quando aveva scelto di tornare al suo paese per avviare una attività. Le cose non andarono come erano state da lui programmate, e così era tornato da noi in Italia e si era attivato nel SI Cobas.
È lui che ha dato il suo impegno in quel di Novara per costruire quel coordinamento provinciale, lavorando quotidianamente per sviluppare il SI Cobas sul territorio novarese. I compagni di altre città hanno avuto la possibilità di sentirlo all’ultimo coordinamento nazionale svoltosi domenica scorsa a Bologna, dove ha incitato alla lotta e alla partecipazione alla manifestazione di domani a Roma.
Due anni fa, quando il SI Cobas si è incontrato in Marocco con il maggior sindacato, lui era presente con la nostra delegazione e con generosità ci aveva ospitato a casa sua.
In queste ore caotiche e strazianti risuonano ancora nelle nostre orecchie il messaggio vocale che Adil nella tarda serata di ieri ha inviato ai suoi lavoratori di Novara, nelle quali spiegava le ragioni dello sciopero nazionale di oggi e li invitava al presidio fuori a quegli stessi cancelli in cui ha incontrato la morte.
Per quanto ancora increduli ed esterrefatti, non possiamo tacere la nostra rabbia per una tragedia che non è in alcun modo derubricabile come un semplice incidente (come alcuni organi di stampa avevano fatto passare in un primo momento), né tantomeno come la semplice opera di un folle isolato!
L’omicidio di Adil avviene infatti all’apice di una escalation di violenza organizzata contro il Si Cobas, che si trascina da mesi ed è oramai senza limiti.
Le cariche alla FedEx Tnt di Piacenza, gli arresti, i fogli di via e le multe contro gli scioperi, le aggressioni armate di body guard e crumiri a San Giuliano e Lodi, passando per i raid punitivi alla Texprint di due giorni fa, sono parte di un unico disegno che vede i padroni e la criminalità organizzata (che fa giganteschi affari nella logistica) agire in maniera unita e concentrica per schiacciare con la forza e la violenza gli scioperi dei lavoratori contro il supersfruttamento e in difesa delle conquiste strappate negli anni dal sindacalismo conflittuale, in primo luogo dal SI Cobas: una violenza che è quasi sempre spalleggiata e alimentata dalla repressione spietata condotta dalle forze dell’ordine contro gli scioperi e le lotte operaie.
I PADRONI VOLEVANO IL MORTO E CI SONO RIUSCITI
Da settimane i padroni e i loro complici stanno veicolando sui luoghi di lavoro, con ogni mezzo e con ogni tipo di provocazione, il messaggio che i picchetti si possono sfondare, che operai e sindacalisti possono essere liberamente pestati a sangue, che gli scioperi possono essere schiacciati e le lotte messe a tacere con metodi mafiosi, il tutto con la complicità o il silenzio-assenso dello Stato e della polizia.
Questa violenza esplicita e dispiegata è solo la punta dell’iceberg di una strategia politica tesa a silenziare le rivendicazioni dei lavoratori e a isolare il sindacalismo di classe, funzionale a spianare la strada alle prossime misure governative di attacco alle condizioni di vita e salariali di milioni di lavoratori, su tutte l’imminente sblocco dei licenziamenti.
In queste ore stiamo assistendo al solito balletto di dichiarazioni di sconcerto e di prese di posizione da parte dei vertici del governo, con in testa il premier Draghi che invita a “far luce” su quanto accaduto a Biandrate, e con Cgil-Cisl-Uil che, come di consueto, si decidono a proclamare lo sciopero solo quando il sangue operaio è già stato versato.
Una dinamica simile a quella che è avvenuta anni fa alla Gls di Piacenza, quando Abd El Salaam venne travolto da un tir durante uno sciopero indetto da Usb: dopo qualche ora di indignazione a reti unificate, tornò a regnare il silenzio totale sulla condizione dei facchini e delle migliaia di lavoratori della logistica quotidianamente sfruttati, sottopagati e soggetti a ogni forma di ricatto e di angheria.
LA MORTE DI ADIL RENDE ANCOR PIU’ EVIDENTE CIO’ CHE ERA GIA’ CHIARO ALLA LUCE DELLA CRESCITA ESPONENZIALE DELLE MORTI SUL LAVORO REGISTRATE IN QUESTI MESI DI CRISI PANDEMICA:
PER I PADRONI I PROFITTI VALGONO PIU’ DELLA VITA UMANA
Il premier Draghi piuttosto che versare lacrime di coccodrillo dovrebbe spiegare per quale motivo da oltre 3 mesi il SI Cobas sta chiedendo al governo un tavolo di crisi al Mise per risolvere la vertenza alla Fedex di Piacenza con 280 lavoratori buttati per strada solo a causa della loro appartenenza al nostro sindacato, senza ricevere mai risposta e, anzi, ricevendo in cambio cariche e manganellate della polizia quando lo scorso 21 maggio ci siamo recati in presidio sotto Palazzo Chigi; dovrebbe spiegare come mai da oltre un anno il SI Cobas si batte per ottenere dal governo (prima Conte, ora l’attuale) il varo di protocolli vincolanti sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro senza mai aver ricevuto alcuna risposta; dovrebbe spiegarci come mai il governo stia sponsorizzando piani di ristrutturazione che prevedono migliaia di licenziamenti e una generale precarizzazione dei contratti (oggi in Fedex, domani dappertutto) senza che le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nella logistica siano convocate ai tavoli di trattativa.
I vertici di Cgil-Cisl-Uil dovrebbero spiegarci come si concilia il giusto sciopero per la morte di Adil con l’opera sistematica di demonizzazione e criminalizzazione condotta dai confederali contro il SI Cobas (solo per restare agli eventi più recenti, gli inviti alla polizia ad intervenire contro le lavoratrici e i lavoratori in sciopero alla Ceva di Stradella) e, più in generale, contro il sindacalismo
combattivo.
Per questo denunciamo con forza che questa morte non è stata provocata dalla follia di un singolo, bensì è il frutto di una guerra a tutto campo contro la classe lavoratrice, alimentata dell’omertà delle istituzioni e dal collaborazionismo dei vertici confederali.
Domani Adil sarebbe stato con noi a Roma per manifestare contro lo sblocco dei licenziamenti, contro il rinnovo-farsa del Ccnl Trasporto merci e logistica, e a sostegno della lotta dei lavoratori Fedex di Piacenza.
Il dolore per la perdita del nostro dirigente nazionale ad opera di un vigliacco criminale è indescrivibile, ma non appanna, anzi rafforza le ragioni della manifestazione di domani a Roma: perchè si tratta delle stesse ragioni e della stessa causa per cui Adil si batteva da anni e che sono alla base della tragedia di stamattina: la lotta per l’emancipazione dei proletari dalla barbarie capitalistica.
Saremo alle 14 a Piazza della Repubblica per portare la nostra rabbia e le nostre lotte fin nel cuore della capitale, e invitiamo tutti i lavoratori e i solidali alla massima partecipazione.
Al contempo, sosteniamo fin d’ora ogni iniziativa tesa a denunciare e smascherare le responsabilità oggettive del gruppo Lidl per il barbaro assassinio di Adil.
ADIL VIVE NELLE NOSTRE LOTTE!
IL SUO SANGUE NON SARA’ VERSATO INVANO!
ONORE A TE, COMPAGNO!
18 giugno 2021
Si Cobas nazionale
* nelle prossime ore avvieremo una raccolta-fondi pubblica per sostenere i familiari di Adil
IT WAS NOT AN ACCIDENT:
ADIL WAS KILLED IN THE NAME OF PROFIT!
This morning, during the national strike of Logistics, Adil Belakhdim, our coordinator for Novara and a member of the National Coordination of SI Cobas, was killed by a truck that forced a picket line in front of the Lidl warehouse at Biandrate (Novara).
The picket, consisting of a few dozen workers, was hit by a criminal driver, who at the sight of the picket did not hesitate to press the accelerator, first running over two workers who barely managed to save themselves and who are now hospitalized, and then running over our comrade, and running away.
Adil was married with two young children, and had been a Tnt worker for years, when he chose to return to his country and start a business. Things didn’t go as he had planned, and so he came back to Italy and became active in the SI Cobas.
It was he who gave his commitment in Novara to build that provincial coordination, working daily to develop SI Cobas in the Novara area.
Comrades from other cities were able to hear him at the last national coordination where he urged the struggle and participation in tomorrow’s demonstration in Rome.
Two years ago, when SI Cobas met in Morocco the largest union, he was present with our delegation and generously hosted us at his home.
Although still incredulous and appalled by this tragedy, we can not silence our anger for a death that is not in any way dismissable as a simple accident (as some media had passed at first), nor as the simple work of an isolated madman!
Adil’s murder is in fact the culmination of an escalation of organized violence against Si Cobas, which has been ongoing for months and is now without limits.
The police charges at FedEx Tnt in Piacenza, the arrests, the travel warrants and the fines against the strikes, the armed attacks by bodyguards and scabs in San Giuliano and Lodi, and the punitive raids at Texprint two days ago, are part of a single design under which the bosses and organized crime (which has a huge business in logistics) act in a united and concentric way to crush with force and violence the strikes of the workers against super-exploitation and in defense of the achievements won over the years by militant unions, primarily by SI Cobas.
Such a violence is almost always backed and fed by the ruthless repression conducted by the police against strikes and workers’ struggles.
THE BOSSES WANTED THE DEAD AND THEY GOT IT
For weeks the bosses and their accomplices have been spreading in the workplaces, by any means and with any kind of provocation, the message that picket lines can be broken, that workers and trade union organisers can be freely beaten to a pulp, that strikes can be crushed and struggles silenced by mafia methods, all with the complicity or connivance of the state and the police.
This explicit and deployed violence is just the tip of the iceberg of a political strategy aimed at silencing workers’ demands and isolating class unionism, functional to pave the way for the next governmental measures to attack the living conditions and wages of millions of workers, above all the imminent unblocking of layoff these hours we are witnessing the usual ballet of statements of dismay and stances by the leaders of the government, led by Prime Minister Draghi who invites to “shed light” on what happened in Biandrate, and with the official unions Cgil, Cisl and Uil that, as usual, decide to call a strike only when the workers’ blood has already been shed.
A pattern similar to what happened years ago at Gls in Piacenza, when Abd El Salaam was run over by a truck during a strike called by Usb: after a few hours of indignation on unified networks, total silence reigned on the condition of thousands of logistic workers, daily exploited, underpaid and subject to all forms of blackmail and harassment.
The Prime Minister Draghi rather than shedding crocodile tears should explain why for over 3 months the SI Cobas has been asking the government for a crisis table at Ministry of Economic Development to solve the dispute at Fedex in Piacenza with 280 workers thrown out into the street only because of their membership in our union, without ever receiving a response and, indeed, receiving in return charges and truncheons of the police when last May 21 we went in front of the palace of Government; he should explain why for over a year the SI Cobas has been fighting to obtain from the government (first Conte’s, now the current one) the launch of binding protocols on health and safety in the workplaces without ever having received any response; he should explain why the government is sponsoring restructuring plans that include thousands of redundancies and a general precarization of employment contracts (today in Fedex, tomorrow everywhere) without the most representative trade unions in the logistics sector being called to the negotiating table.
The leadership of Cgil-Cisl-Uil should explain to us how to reconcile the just strike for the death of Adil with their systematic work of demonization and criminalization conducted against the SI Cobas (just to stay at the most recent events, the calls to the police to intervene against the workers on strike at Ceva in Stradella) and, more generally, against combative unionism.
Tomorrow Adil would have been with us in Rome to demonstrate against the unblocking of redundancies, against the sham renewal of the Freight and Logistics national collective agreement, and in support of the struggle of Fedex workers in Piacenza.
Our grief for the loss of one of our national leaders by a criminal and cowardly act is indescribable but does not tarnish, indeed it strengthens the reasons for the demonstration tomorrow in Rome.
Because these are the same reasons and the same cause for which Adil has been fighting for years and that are the basis of the tragedy of this morning: the struggle for the emancipation of the proletariat from capitalist barbarism.
Adil lives on in our struggles!
His blood will not be shed in vain!
Honor to you, comrade Adil!
18 June
SI Cobas