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[ITALIA] A fianco degli operai Gkn. Contro i licenziamenti di massa serve qui e ora un fronte unico di classe!

OGGI IN MIGLIAIA A FIANCO DEGLI OPERAI GKN.

CONTRO I LICENZIAMENTI DI MASSA

SERVE QUI ED ORA UN FRONTE UNICO DI CLASSE!

Stamane un enorme corteo ha attraversato la zona industriale di Campi Bisenzio a sostegno della lotta dei licenziati Gkn.

In piazza una folta rappresentanza del sindacalismo di base e combattivo, tante vertenze sia del comparto privato che pubblico, e numerosissimi solidali.

Come SI Cobas abbiamo preso parte alla manifestazione con due spezzoni espressione di due tra le principali vertenze che in questi mesi ci stanno vedendo protagonisti: da un lato i lavoratori della Textprint di Prato, dall’altro i facchini della FedEx di Piacenza.

Una scelta non casuale, frutto della necessità oggettiva di mettere in collegamento quelle esperienze che su scala nazionale si stanno contrapponendo alla macelleria sociale voluta dai padroni e dal governo Draghi, nei fatti e non solo a parole, con la lotta e non con sterili proclami sui media.

È oramai anche superfluo dover ribadire che la lotta degli operai Gkn è la nostra lotta, non solo perché gli esiti di questa vertenza possono rappresentare un importante termometro dei rapporti di forza tra le classi nei mesi a venire, ma anche e soprattutto perché il collettivo di fabbrica della Gkn ha rappresentato in quest’anno e mezzo di pandemia una delle poche voci fuori dal coro capace nelle fabbriche metalmeccaniche di sottrarsi alle derive aziendaliste e collaborazioniste alimentate dai vertici confederali, e di unirsi concretamente alle battaglie portate avanti dal SI Cobas e dai lavoratori della logistica.

Nel breve giro d’interventi che ha concluso la manifestazione, e nel quale è stato ricordato ancora una volta il sacrificio di sangue del nostro compagno Adil, i lavoratori SI Cobas di FedEx e della Texprint hanno evidenziato come la strategia padronale sia analoga in tutte le aziende in cui i lavoratori esprimono un alto livello di combattività e non piegano la testa nella rivendicazione dei propri diritti, e riaffermato senza giri di parole la necessità immediata di definire un calendario di mobilitazione e di lotta unitario e coordinato con i licenziati Gkn e con tutte le vertenze che saranno disponibili in tal senso.

Nell’ultimo intervento, Dario Salvetti a nome del collettivo di fabbrica ha evidenziato la necessità di uscire dall’angolo, valorizzando la grande partecipazione alla manifestazione di oggi ma al tempo stesso evidenziando le difficoltà a mantenere alto il livello di mobilitazione anche nel periodo estivo, che da sempre è la stagione privilegiata dai padroni per sferrare i propri attacchi contro i lavoratori approfittando del periodo di ferie, ribadendo da un lato la necessità di uno sciopero generale, dall’altro ipotizzando l’eventualità di una manifestazione a Roma in tempi brevi.

Alle proposte degli operai Gkn, come SI Cobas rispondiamo senza mezzi termini: noi ci siamo!

Per passare dalle buone intenzioni ai fatti è necessario però aprire un confronto su scala nazionale per definire in tempi brevi un piano d’azione concreto e realmente unitario, fondato su obbiettivi chiari, praticabili e soprattutto condivisi.

Giustamente il collettivo di fabbrica ha evidenziato che i programmi e le liste di rivendicazioni hanno un’utilità solo se sono effettivamente espressione di rapporti di forza e di protagonismo sui luoghi di lavoro, altrimenti sono solo uno sterile esercizio di testimonianza: come SI Cobas da anni sosteniamo questa tesi e ne abbiamo verificato la veridicità sulle trincee dei magazzini della logistica e non solo.

Ma la nostra esperienza concreta ci ha insegnato anche che per determinare rapporti di forza favorevoli è necessaria in primo luogo una strategia di lotta che tenga conto del contesto generale dello scontro di classe e che, a partire da questo, sappia ricavarne indicazioni utili per le singole vertenze; in secondo luogo è necessaria una pratica dell’obbiettivo capace di individuare e colpire i punti deboli del nemico di classe, in parole povere gli spostamenti materiali delle merci, della produzione e, quindi, del ciclo del profitto.

Dunque:

– importantissimo occupare la fabbrica, ma lo è altrettanto uscire dai confini aziendali e cittadini per andare alla “radice del problema”, e cioè del gigantesco piano di ristrutturazione che a breve colpirà l’intero settore automobilistico e che oggi si sostanzia nello spostamento della componentistica su altri, e ben noti, lidi aziendali…: se è vero che gli speculatori di Melrose non sono attaccabili direttamente, è altrettanto vero che i semiassi che si producevano a Campi Bisenzio ora si continuano a fabbricare altrove…;

– giustissimo ipotizzare una mobilitazione nazionale a Roma, ma questa deve porsi l’obbiettivo di saldare in un unica grande lotta i licenziati Gkn con quelli di FedEx, di Texprint, di Alitalia, di Whirlpool, ecc.

In questi giorni le sedi del ministero del lavoro e del Mise sono teatro di un carosello continuo di presidi e delegazioni di lavoratori licenziati, con una dinamica che ricorda da vicino il detto “ognuno per sé e Dio per tutti”.

Noi riteniamo che questo sia il miglior viatico della sconfitta.

Per uscire dal “fortino assediato” occorre allargare, qui ed ora, il campo di gioco dello scontro coi padroni.

Nel nostro piccolo, nelle scorse settimane abbiamo unito anche fuori ai palazzi romani vertenze apparentemente diverse tra loro (FedEx, disoccupati organizzati, lavoratori della manutenzione stradale…), in realtà accomunate non solo dagli attacchi padronali, ma anche dalla comune volontà di rispondere a questi attacchi con la lotta, colpo su colpo: ed è stato solo grazie a queste mobilitazioni unitarie che il ministro Orlando ha accettato di attivare un tavolo di trattativa su ciascuna delle vertenze scese in piazza.

Questo ci porta a salutare positivamente la proposta dei lavoratori Gkn di una grande manifestazione a Roma, nei termini di una mobilitazione unitaria di tutti i licenziati, dei disoccupati e rivolta a tutti i lavoratori delle aziende in crisi e prossime ai licenziamenti: solo così possiamo fare pesare l nostra forza nei confronti dei padroni, del ministero del lavoro e del MISE.

Al contempo, riteniamo che questi percorsi non possano e non debbano concepirsi come avulsi dalla costruzione dello sciopero generale unitario del sindacalismo di base e combattivo del prossimo 18 ottobre, ma debbano essere parte di un unico processo di mobilitazione unitaria e continuata nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: a tal riguardo, la capitolazione dei vertici confederali sui licenziamenti rende oggettivamente anacronistico e autolesionistico ogni attendismo da parte di quei settori di Cgil e Fiom che, come nel caso della Gkn, intendono porsi realmente sul terreno del conflitto e della lotta.

Su queste basi siamo disponibili sin da ora a un confronto immediato.

Toccano uno- toccano tutti!

Il posto di lavoro non si tocca. Lo difenderemo con la lotta!

24 luglio

SI Cobas nazionale