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[CONTRIBUTO] Ai disoccupati e alle disoccupate del Movimento 7 novembre – TIR

Qui di seguito il testo distribuito nella manifestazione di Napoli di sabato 13 novembre dalla Tendenza internazionalista rivoluzionaria ai disoccupati e alle disoccupate del Movimento 7 novembre.

La manifestazione, molto combattiva, ha raccolto migliaia di disoccupati, operai e studenti. La sua riuscita è stata ammessa a denti stretti anche dal giornale cittadino, Il Mattino, che ha pensato bene di prendersi una vile rivincita presentandola in un suo titolo intenzionalmente falsante come una dimostrazione “no vax”, laddove è stata una dimostrazione contro la disoccupazione, contro la repressione statale, il carovita e ovviamente anche contro il “green pass” (come ognuno sa, la lotta contro il “green pass” è altra cosa dall’ideologia e dalla prospettiva “no vax”) – una manifestazione contro il governo Draghi, la Confindustria, l’Unione europea, com’era del tutto evidente già nella efficace iconografia di apertura.

La manifestazione era stata vietata dalle autorità di polizia e di governo, che hanno invece dovuto prendere atto che il corteo si sarebbe tenuto, e si è in effetti tenuto lungo il percorso previsto, concludendosi sotto la prefettura nel centro del centro di Napoli (quello vietato dal governo Draghi), dove una delegazione del Movimento 7 novembre è stata ricevuta dal prefetto.

Il corteo è stato segnato dall’inizio alla fine dalla folta e organizzata presenza del SI Cobas, a cominciare dagli irriducibili facchini della Fedex di Piacenza e della Unes di Trucazzano, e dagli operai Textprint di Prato, tra gli altri. Benché limitate numericamente, sono state molto significative le presenze di delegazioni della Gkn, dell’Elettrolux di Susegana, dei No tav, dei Bpm e del Comitato 23 settembre.

I disoccupati del Movimento 7 novembre, fortemente sostenuti dai compagni e dalle compagne di Iskra, hanno aperto il corteo rovesciando contro le istituzioni l’accusa di associazione a delinquere, e indicando nel trio Draghi-Bonomi-Lagarde l’autentica associazione a delinquere che funesta i giorni e le notti dei proletari, dei giovani (e degli anziani) senza privilegi, e più in generale di tutta la parte non sfruttatrice della società. Non c’è dubbio che il messaggio di solidarietà di classe a questo Movimento napoletano che è nel mirino della repressione statale è arrivato dove doveva arrivare, sia a livello di massa che di élite del potere.

E’ stata una manifestazione politica“, ha evidenziato Eddy Sorge, non solo per la denuncia della repressione, ma per avere ribadito ancora una volta, sul campo, la prospettiva del fronte di classe, del fronte di lotta anticapitalista tra disoccupati, precari e occupati stabili, tra proletari immigrati e autoctoni, e per avere evocato (anzitutto nell’intervento di Peppe D’Alesio) la necessità di iniziative internazionali e internazionaliste, a cominciare da quella prevista il prossimo 26 novembre contro Amazon.

E’ proprio quello che abbiamo voluto sottolineare, come TIR, portando in questa manifestazione la questione, intrinsecamente politica e internazionale, della riduzione generalizzata della giornata lavorativa e del lavoro socialmente necessario, in contrapposizione al dilagare della più devastante precarietà da un lato, dell’allungamento degli orari di lavoro dall’altro, e ad una “transizione ecologica” che promette di radicalizzare entrambi questi processi distruttivi delle vite di milioni di proletari e proletarie, e di accrescere ulteriormente la produzione di merci inutili e dannose esplosa con il capitalismo senile.

Chi ha sale in zucca (si veda, ad esempio, il comunicato del SI Cobas nazionale), sa molto bene che per sbarrare la strada al programma di macelleria sociale e di sistematica repressione della lotta di classe in nome del contrasto alla pandemia proprio del governo Draghi, della Confindustria, dell’Unione europea, ci vogliono rapporti di forza molto diversi da quelli oggi esistenti. Ma il punto essenziale è questo: una modifica degli attuali rapporti di forza sarà possibile solo ed esclusivamente sul terreno della lotta aperta e determinata al fronte dei capitalisti e delle loro istituzioni, solo ed esclusivamente combinando la lotta economica con la lotta politica nella totalità delle sue dimensioni, solo ed esclusivamente collegando ed inserendo le risposte immediate in una prospettiva anti-capitalista rivoluzionaria, e perciò internazionalista.

Ai disoccupati e alle disoccupate del Movimento 7 novembre

La vostra iniziativa di oggi coglie in pieno la necessità del momento: contrapporre all’offensiva del governo Draghi e della Confindustria il massimo di unità possibile tra le realtà operaie, proletarie, sociali in lotta.

La vostra forza – quella che ha portato qui delegazioni dalle realtà di lotta più significative esistenti oggi in Italia – è nella vostra auto-organizzazione, nel protagonismo di tutti/e gli appartenenti al movimento, nei contenuti della lotta che portate avanti da anni.

Avete saputo collegare la vostra volontà di uscire a testa alta dalla disoccupazione e dalla precarietà con la soddisfazione di una serie di bisogni sociali violati dal sistema sociale capitalistico: i bisogni di salute, di vivere in un ambiente pulito, di socialità, di ridurre gli orari di lavoro per gli occupati, etc. E avete inteso che per ottenere questo risultato, è necessario muovervi insieme con altri comparti del vostro fronte (come i lavoratori della logistica) per rafforzare l’autonomia di classe.

La speciale determinazione con cui avete resistito e resistete alla repressione statale che ha accompagnato l’intero vostro cammino, è una lezione per tutti, disoccupati e occupati.

Noi compagni/e della TIR siamo fin dall’inizio solidali con voi. E proprio qui a Napoli, nel settembre 2019, abbiamo tracciato insieme al SI Cobas e ai compagni di Iskra la prospettiva di un fronte di lotta anticapitalista. Allora il bersaglio era il governo Conte-bis, oggi è il governo-Draghi, che ha avviato una vera e propria macelleria sociale in tutti i campi. E ha scatenato una vergognosa campagna contro il reddito di cittadinanza per mettere sotto accusa i pochi, miseri interventi di sostegno alla parte più povera della popolazione.

Per questo governo e per l’Unione Europea solo i padroni, in particolare i più ricchi tra loro, meritano sussidi a fondo perduto, agevolazioni fiscali, protezione legale. Anche l’imposizione del “green pass” serve a questo: garantire che gli affari dei padroni procedano senza intoppi, e nessuna garanzia per la salute!

Siamo qui al vostro fianco con uno striscione che dice: nessuno sfruttato, disoccupato, precario. Lavorare meno, lavorare tutti/e. Per il lavoro socialmente necessario. Cioè per le sole attività che rispondono a bisogni umani autentici. Perché da questo corteo in solidarietà con la vostra lotta parta anche un messaggio di prospettiva alla grande massa di chi è costretto a lavorare troppo e spesso a perdere la salute e perfino la vita, mentre altri milioni di proletari/e fanno fatica a sopravvivere e debbono cercare affannosamente un lavoro quale che sia.

Basta con la disoccupazione, la precarietà, il clientelismo, le vessazioni, le umiliazioni, gli arbitrii e la repressione dello Stato! Basta con l’uso capitalistico della pandemia! Basta con lo stato di emergenza!

Lavoratori e disoccupati, proletari autoctoni e immigrati, uniti nella lotta!

Uniti si vince!

Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria

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