I lavoratori di Leroy Merlin e Geodis di Castel San Giovanni si sono fermati in solidarietà con i sindacalisti arrestati.
Non fermeranno la lotta!
ARAFAT, CARLO, BRUNO E ALDO LIBERI SUBITO
S.I. Cobas Piacenza
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Grandissima la solidarietà operaia che si sta muovendo a fianco degli arrestati e questa è la riprova che le infamie e le bugie di giornali-pm-padroni non possono niente contro le conquiste concrete che le lotte operaie hanno ottenuto negli ultimi dieci anni.
Chiunque abbia minimamente attraversato le lotte nella logistica sa quanto il sicobas e i sindacalisti arrestati abbiano fatto contro il caporalato e la schiavitù nella logistica.
L’accanimento giudiziario e le montature di questi anni sono il risultato della paura che i padroni hanno dell’unità operaia, che nella lotta ha finalmente messo in crisi guadagni miliardari di pochi per far rispettare i diritti sul lavoro e la dignità dei lavoratori.
Non crediamo alle vostre bugie, crediamo solo ai dati di fatto!
E i dati di fatto si vedono in video e immagini come queste:
https://www.facebook.com/1639279296323889/videos/953449498703804
S.I. Cobas Piacenza
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Quelli che vedete nelle foto pubblicate qui sotto sono proprio qui compagni che ora sono rinchiusi agli arresti domiciliari con l’infame accusa di associazione per delinquere con lo scopo di portare “migliori condizioni di lavoro ai lavoratori”:
Quei compagni che durante il lockdown, durante il grandissimo caos che c’è stato nell’affrontare una pandemia senza precedenti, sono stati in grado di organizzare una raccolta fondi insieme a tutti i lavoratori del territorio piacentino (che ricordiamo è stato uno dei più colpiti dall’ondata del covid-19) sono riusciti a compare gel, igenizzanti, beni di prima necessità per i più bisognosi (latte, pomodoro, olio, uova ecc…) e abbiamo consegnato casa per casa a chiunque ci chiamava senza fare distinzioni,con tanto di scatola chiusa e ben organizzata.
Quei compagni che hanno fatto commuovere il direttore della croce rossa di Piacenza dopo aver consegnato più di 3000 tra mascherine, gel igenizzanti e guanti.
Ma probabilmente vi starete chiedendo, come mai si è emozionato?
Ve lo spieghiamo subito, perché nel corso degli anni tutti i governi hanno solamente portato tagli su tagli su tagli alla sanita, tagli ai posti letto e a qualsiasi spesa doveva essere fatta.
Risultato è che con la pandemia ci siamo trovati con il culo per terra e quando gli abbiamo consegnato tutti questi “kit” (perché erano chiusi a bustine sigillate con dentro 1 gel, 1 guanto, 3 mascherine) si è commosso ringranziadoci veramente come se fosse successo un miracolo.
Be questa è la dura realtà ed è tutto commentato nelle foto.
Ora invece siamo all’apoteosi,dove ci troviamo a dinfedere proprio quei compagni che hanno organizzato proprio tutto questo per gli altri senza mai pretendere niente in ballo, ci troviamo a difenderli dagli attacchi della questura, della procura e sopratutto anche dei media locali che tutto fanno tranne che raccontare la verità ma anzi,scrivono il contrario ma lo capiamo dato che anche loro sono servi delle istituzioni, proprio come quei sindacati confederali che in una nota hanno detto che “ripongono massima fiducia nella magistratura” è chiedono “chiarezza” sulla vicenda.
Ma intendono proprio quella magistratura che era ben consapevole dell’accordo siglato lo scorso anno alla Tnt/Fedex di Piacenza davanti alle istituzioni,davanti a prefetto e questore in persona?
Ah no è vero scusate,li andava più comodo mettersi d’accordo con la stessa fedex e siglare un accordo sotto banco per fare fuori i quei rompi palle dei S.I. Cobas che si erano opposti alla chiusura del magazzino facendo una lotta per 7 mesi di seguito,tutti i giorni in tutta Italia!
Lì l’accordo sull’incentivo all’esodo andava bene vero?
Certo perché finché lo fanno i servi va bene,gli altri no!
E poi dove era la “chiarezza” dei confederali quando alla Tnt i lavoratori aspettavano fuori che venissero chiamati dai caporali per fare anche 2 ore al giorno di lavoro, per dormire a volte in stazione e non tornare a casa per non perdere il proprio posto di lavoro perché sempre minacciato dalle cooperative che sfruttavano,pagavano in nero e consegnavano le buste paga a zero?
Dove era la chiarezza quando in altri stabilimenti “governati” sempre dalla loro burocrazia è arrivato il S.I. Cobas e ha effettuato conteggi delle buste paga per migliaia di euro a ciascun lavoratore?
Questo è il sistema che ci troviamo ad affrontare tutti i giorni, che Arafat, Aldo, Bruno e Carlo ci hanno insegnato a combattere, a non avere paura,a difenderci come compagni ed essere uniti come classe operaia.
Ora proprio noi della classe operaia ci troviamo a difendere loro da queste accuse ignobili,è proprio come compagni,come famiglia ci dobbiamo unire e rispedire al mittente questo vile attacco.
Da quando quel maledetto martedì sono arrivate le notizie di questi arresti tutta Italia, ma sopratutto Piacenza si è mobilitata con scioperi, manifestazioni, cortei e tantissima solidarietà anche all’estero dove sono stati effettuati dei presidi in molte città di Europa e del mondo e continuaremo finché i nostri compagni non torneranno con noi a lottare contro questo sistema marcio.
Arafat libero
Carlo libero
Aldo libero
Bruno libero
Lotta dura senza paura
24 luglio
Lavoratori S.I. Cobas Piacenza