Cobas

[ITALIA] Nicoletta martire di un mondo del lavoro feroce. Non chiediamo parole: chiediamo fatti, norme e salario

COMUNICATO STAMPA:

NICOLETTA MARTIRE DI UN MONDO DEL LAVORO FEROCE

Abbiamo appreso in mattinata della morte (non la chiameremo tragica) di Nicoletta Palladini, operaia rimasta schiacciata nella vetreria di Borgonovo (PC) durante il lavoro notturno alle 3 di notte.

Non è la prima volta in cui ci tocca prendere parola dopo una morte del genere.

Ricordiamo Romina, schiacciata mentre si recava al polo logistico di Castello l’8 novembre 2019.

Ricordiamo anche Abd El Salam e Adil, ammazzati dai camion mentre scioperavano.

Situazioni e dinamiche diverse, ma accomunate dalla ferocia con cui oggi si va declinando il mondo del lavoro.

Una ferocia che parte dai bassi salari, che prosegue nella persecuzione penale e violenta verso le organizzazioni che rivendicano con metodi efficaci trattamenti migliorativi, e che ha il suo climax nell’assoggettamento complessivo della vita delle persone ai ritmi e ai tempi di lavoro.

Nicoletta è morta schiacciata tra un nastro trasportatore e un carrello.

Nicoletta è morta per mancanza di sicurezza, che è la prima voce nei tagli di ogni azienda e il primo fattore a saltare laddove dilagano i contratti a termine.

Ma Nicoletta è morta anche per l’obsolescenza delle leggi-quadro a tutela dei lavoratori: mancano gli strumenti, anche all’interno di quella Legge 300/1970 (lo Statuto dei Lavoratori) oggi sempre più sotto attacco, che contemplino meccanismi di difesa coerenti alle nuove forme e tempistiche del lavoro.

Il lavoro notturno è particolarmente esposto.

Serve una revisione in senso espansivo dello Statuto, che contempli maggiori pause e aree di ristoro per gli operai.

Serve un parametro che imponga un maggior numero di addetti alla movimentazione merci nei turni notturni, incentivando così nuove assunzioni.

Purtroppo, lo vediamo con i continui attacchi al diritto di sciopero andati in onda anche a Piacenza, la revisione allo Statuto dei lavoratori sta avvenendo, ma in senso contrario.

Domani si celebrerà al Tribunale del Riesame di Bologna la richiesta della Procura di Piacenza di rimettere le misure cautelari tolte ai militanti del S.I. Cobas: cadute le frottole sulle “associazioni a delinquere” più improbabili della storia, le misure sarebbero ora motivate solo dalle azioni (vincenti) di sciopero portate avanti dal Sindacato.

Senza una modifica legislativa, ecco che si va a invalidare, a svuotare dall’interno, la parte più importante dello Statuto dei Lavoratori.

Un attacco che fa il paio con le indicazioni istituzionali di aderire (o dialogare, si veda l’ultima “cabina di regia” tenuta in Prefettura) solo con i sindacati più inclini alle posizioni padronali, bypassando completamente gli articoli che danno diritto di rappresentanza ai sindacati scelti dai lavoratori.

In questo clima, è legittimo che anche la politica dorma e guardi altrove, ad esempio non realizzando le opere urbanistiche necessarie a mettere in sicurezza gli accessi ai grandi poli industriali e logistici in provincia.

Un degrado culturale (e amministrativo) complessivo, nel quale poi avvengono anche le morti sul lavoro di cui tanti non si fanno vergogna di utilizzare per vuote dichiarazioni di solidarietà e cordoglio.

Non chiediamo parole: chiediamo fatti, norme e salario.

Per noi, per chi sta sotto, da oggi anche per Nicoletta.

Coordinamento Provinciale S.I. Cobas Piacenza