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[ITALIA] Contro guerra e carovita, per l’opposizione di classe al governo Meloni: 2/12 sciopero generale, 3/12 corteo nazionale a Roma

CONTRO GUERRA E CARO-VITA:

COSTRUIAMO L’OPPOSIZIONE DI CLASSE AL GOVERNO MELONI!

VENERDÌ 2 DICEMBRE: SCIOPERO GENERALE

SABATO 3 DICEMBRE: TUTTI IN PIAZZA A ROMA

In poche settimane, il nuovo governo a guida post-missina ha già svelato a pieno la sua natura reazionaria e ferocemente antiproletaria.

– un governo guerrafondaio, la cui granitica collocazione atlantista si pone in linea con i piani imperialisti a guida NATO e in perfetta continuità con la corsa al riarmo predicata dall’UE e praticata dai precedenti governi Conte e Draghi: un piano che, in un quadro di crisi capitalistica globale, usa la scellerata invasione russa in Ucraina come alibi per avviare un “regolamento di conti” economico e militare con l’imperialismo russo e, in prospettiva, con la Cina e le altre potenze capitalistiche emergenti; un piano che, dietro la retorica sui “diritti democratici” e l’utilizzo strumentale delle istanze di autodeterminazione da ambo i lati (Ucraina occidentale e Donbass) ha come unico scopo la contesa per il saccheggio e la spartizione delle materie prime e delle “sfere di influenza” ai quattro angoli della terra.

– un governo nemico dei lavoratori: mentre l’inflazione svuota i carrelli della spesa e affama milioni di famiglie operaie, si prepara una nuova ondata di regalíe di stato per padroni e padroncini, con la flat tax e l’innalzamento del tetto al contante, vero e proprio incentivo all’evasione. Intanto, centinaia di fabbriche e di aziende chiudono o delocalizzano, generando migliaia di nuovi disoccupati; le scuole e le infrastrutture cadono a pezzi; la sanità e il trasporto pubblico sono al collasso e la mattanza dei morti sul lavoro continua senza sosta.

– un governo nemico dei disoccupati e dei poveri, che punta a cancellare il reddito di cittadinanza per favorire le forme più brutali di sfruttamento, il lavoro nero e i salari da fame.

– un governo nemico dell’ambiente, nel quale prevale il negazionismo sui cambiamenti climatici che è funzionale a legittimare le politiche di devastazione ambientale in nome dei profitti.

– un governo razzista, che con le politiche di respingimento alimenta l’odio verso gli immigrati e con le restrizioni al rilascio dei documenti crea un bacino di clandestini ultra-ricattati e ad uso e consumo di padroni schiavisti e caporali senza scrupoli.

– un governo nemico delle donne e della libertà di orientamento sessuale, che riprende le crociate contro l’aborto e un modello di famiglia fondato sul patriarcato e l’omofobia.

– un governo repressivo, che come dimostra il recente decreto “anti-raduni”, punta a criminalizzare le lotte sociali e sindacali, inasprendo ulteriormente le misure persecutorie già in vigore con i “decreti -sicurezza” varati dai precedenti governi e incentivando il clima da “stato di polizia” contro gli scioperi, i picchetti e le occupazioni a scopo abitativo.

Ci troviamo di fronte a un’offensiva che è figlia di decenni di politiche antioperaie varate dai governi di centro-sinistra, centrodestra e “tecnici” sotto dettatura di Confindustria, dei padroni e del grande capitale finanziario.

Alla luce di ciò, l’opposizione al governo e la difesa degli interessi delle masse sfruttate non possono in alcun modo essere delegate agli “antifascisti di comodo” o ai pacifisti a “corrente alternata” che siedono in parlamento e finché sono stati al governo hanno attaccato i salari, precarizzato il lavoro, smantellato i contratti nazionali, represso gli scioperi manganellando, denunciando e incarcerando lavoratori, disoccupati e sindacalisti, aumentato le spese militari, alimentato il business dell’invio di armi in Ucraina e contribuito al clima di escalation bellica, ne tantomeno ai bonzi di Cgil-Cisl-Uil complici da sempre di padroni e governi “amici”…

Per questo, venerdì 2 dicembre il SI Cobas, assieme a tutto il sindacalismo di base, ha indetto una giornata di sciopero generale nazionale.

Per noi questo sciopero non dev’essere una scadenza rituale, bensì un’occasione per bloccare concretamente i gangli vitali dell’economia e interrompere per 24 ore il flusso di merci e di servizi, dentro e fuori i luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e sui territori degradati e disastrati delle metropoli.

E per questo, il giorno successivo, sabato 3 dicembre, saremo in piazza a Roma, per far sentire chiara e forte al governo la voce e la rabbia dei lavoratori, dei disoccupati e degli sfruttati, dando vita all’interno del corteo a uno spezzone anticapitalista e internazionalista, in continuità con lo spirito classista e combattivo della manifestazione dello scorso 5 novembre a Napoli, e aperto a tutti coloro che ne condividono i contenuti e le parole d’ordine.

Solo la lotta paga!

Uniti si vince!

S.I. Cobas