Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Già il 10 ottobre questo blog aveva segnalato che una deputata del partito di Netanyahu aveva ventilato l’utilità di una “soluzione finale” per Gaza, alludendo con chiarezza all’uso delle armi atomiche di cui Israele dispone – https://pungolorosso.wordpress.com/2023/10/10/mentre-amman-e-nelle-mani-dei-manifestanti-a-sostegno-della-resistenza-palestinese-la-deputata-del-likud-tally-gotliv-invoca-la-soluzione-finale-per-gaza/
A distanza di 20 giorni, dopo aver constatato l’immensa mobilitazione di piazza in tutto il mondo che la resistenza palestinese e l’efferato e vile bombardamento di Gaza hanno prodotto; dopo aver cominciato a contare le perdite, sembra che siano ingenti, dell’invasione via terra del territorio di Gaza; l’opzione nucleare è salita di livello come strumento per chiudere al più presto la guerra sulla scia di Hiroshima e Nagasaki, e/o come arma propagandistica del terrorismo di stato (“se non vi arrendete, ricordate che siamo pronti ad usare l’atomica”): a rilanciarla come una delle possibilità in discussione è stato, infatti, il ministro delle tradizioni ebraiche del governo in carica, Amichai Eliahu.
L’illimitata ipocrisia democratica vuole che questo boia sia stato “sospeso a tempo indeterminato” dal governo di assassini di cui è parte (ignoriamo cosa questa sospensione voglia dire in realtà), e soprattutto vuole che si debba censurare la seguente verità: sulla popolazione di Gaza – al 31 ottobre – era già stato scaricato, attraverso violentissimi bombardamenti indiscriminati, l’equivalente di esplosivo di un’atomica e mezza. Si è fatto tanto ricorso al termine “nazisti”, e non c’è dubbio che il linguaggio sfoderato dai capi di Israele rassomigli maledettamente a quello nazista, sia sotto l’aspetto della bestializzazione del nemico palestinese, sia nell’orgogliosa rivendicazione della pulizia etnica e dello sterminismo. Guai a dimenticare, però, che l’uso dell’arma atomica è stato sin qui, sia in Giappone che in Iraq (sull’autostrada da Kuweit City a Bassora), una privativa assoluta della più potente d e m o c r a z i a del mondo, e che il trattamento riservato a Gaza molto ricorda quello che sempre i “liberatori” statunitensi riservarono alla popolazione di Dresda. Con l’unica differenza, fondamentale, che questa volta la grandissima parte degli sfruttati del mondo vedono gli Stati Uniti, le democrazie occidentali e Israele (“la sola democrazia del Medio Oriente”), come delle spietate, sanguinarie macchine di oppressione e di morte. E non certo perché amino i governi autocratici, ma perché hanno avuto modo di sperimentare a sufficienza le delizie della democratica pax amerikana, europea e sionista.