C’era una volta il Servizio Sanitario Nazionale.!

Ci vuole metodo e tanta malafede per distinguere l’assistenza sanitaria dall’ assistenza socio-sanitaria.
Ia differenza può sembrare futile ma ha un suo perché.. Si vuole nascondere una scelta impopolare con una
cavillosa interpretazione..
Stiamo parlando di un emendamento al Ddl 1241 già approvato in Commissione Sanità del Senato. Le ragioni
perché si aprisse tanta surreale discussione trae origine dall’art. 30 della legge 1983 che recitava:
“Sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri dell’attività di rilievo sanitaria connesse con quelle socio
assistenziali”. Da questo cavillo la senatrice della lega Maria Cristina Cantù ne ricava che a carico del SSN
devono essere imputati solo gli oneri sanitari.
Traduzione. I malati non autosufficienti, i pazienti con Alzheimer ed altre patologie degenerative bisognosi di
assistenza nella vestizione, nell’alimentazione e nelle cure igieniche di base, pazienti quindi, ricoverati nel RSU
perché non altrimenti gestibili dalle famiglie, non rientrerebbero più nella spesa a carico di Regioni e Comuni.
Se si considera che le rette per i ricoveri variano da 3.000 a 4.000 € la quota a carico delle famiglie sarebbe pari
al 50% circa. Siamo di fronte ad una barbarie contro la sofferenza e il disagio!
Com’è possibile? Non c’è di che stupirsi se consideriamo quanto affermato non più tardi di due anni fa dalla
stessa senatrice M.C.Cantù.
Dando prova di una creatività capace si ridisegna ad uso e consumo di cinici progetti da estendere a tutti i
pazienti cronici e fragili, una realtà surreale. La senatrice, sostiene che per via del clima mite, del cibo, dello stile
di vita e della dieta mediterranea, l’Italia benedetta dal sole e dalla natura non deve sopportare una spesa come
gli altri paese meno fortunati e con temperature rigide e via delirando.
Lasciando da parte il lirismo da quattro soldi rimane per questi la prosaica missione di tagliare i fondi da destinare
all’assistenza. Cosa che hanno fatto in precedenza tutti i governi.
L’assassinio della Sanità Pubblica annovera molti esecutori e molti mandanti negli ultimi decenni. È da sempre
che le accuse e le contro accuse tra maggioranza e opposizioni sono una recita stantia di guitti che si
contendono il primato dei tagli e dell’accanimento contro i poveri e gli sfortunati.
“C’era una volta il Servizio Sanitario Nazionale” è il titolo di una coproduzione ad opera dei cretini parlamentari
con la regia del capitale.
Certo i familiari possono ricorrere in giudizio. Certo La Corte di Cassazione ha sentenziato che le cure sanitarie
e assistenziali sono indistinguibili, ma…
Ma c’è un ma, grande come una casa, preso a prestito da Ponzio Pilato: per potersi affermare pienamente la
civiltà giuridica occorre una legge. La legge non c’è e non si farà perché l’astrattezza e l’universalità del diritto
deve fare i conti con la ragioneria di stato, braccio contabile del comitato d’affari dei ricchi.
La magistratura non può che lavarsi le mani ma seguiranno le discussioni parlamentari alla ricerca di formule
per edulcorare scelte già definite da una classe e uno stato di sfruttatori sempre in guerra per il profitto.
Sui mercati da contendersi non si può girare disarmati e quindi si inizia la guerra contro i poveri e gli sfruttati per
armare le milizie del capitale. La guerra non è solo guerreggiata, la vera guerra e quella di classe. La sola guerra
che i proletari dovrebbero combattere tutti i giorni per non essere arruolati sotto le bandiere dei nazionalismi
sempre risorgenti.

SI COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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