Il SI Cobas, primo sindacato nella logistica in Italia, è da anni sotto il fuoco della repressione
poliziesca e giudiziaria dello Stato italiano. Di fronte ai nostri scioperi con picchetti sono sempre
più frequenti gli interventi della polizia, le denunce, i fogli di via dal luogo in cui si sciopera e arresti
domiciliari. Nella sola Lombardia i nostri lavoratori e coordinatori sono oggetto di oltre 300
denunce penali. In alcune città le Procure della Repubblica hanno imbastito processi per colpire i
dirigenti nazionali del SI Cobas con accuse quali “estorsione” (la minaccia di scioperi per ottenere
miglioramenti salariali!) e associazione a delinquere ( il coordinatore nazionale come capo
delinquenziale). Aumenta il processo della crisi economica e di conseguenza le
contraddizioni e per questo si mettono in rapporto anche gli strumenti giuridici atti a reprimere,
ora basta aver avuto delle condanne negli anni precedenti per essere considerato individuo pericoloso e se sei organizzatore di scioperi puoi subire gli arresti domiciliari per anni.
I nostri militanti, in maggioranza immigrati da tutti i continenti, sono anche ricattati dalla polizia
con difficoltà al rinnovo del permesso di soggiorno, e con il diniego della attribuzione della
cittadinanza italiana, motivate con la partecipazione agli scioperi.
Il ministro dell’Interno Piantedosi a inizio ottobre 2024 in Parlamento ha motivato il ddl Sicurezza,
ora divenuto decreto governativo, con la volontà di impedire i picchetti che bloccano le merci,
citando espressamente il solo SI Cobas quale autore di gran parte ( 183) dei 227 picchetti dei primi
9 mesi del 2024, equiparando i picchetti di sciopero ai blocchi stradali, criminalizzando questa
forma storica dello sciopero a livello internazionale. Secondo il decreto chi ostacola la circolazione
stradale è punito con una pena da 6 mesi a due anni. Secondo il decreto chi ostacola la circolazione stradale è punito con una pena da 6 mesi a due anni, non più solo con le multe – 170 euro per ogni lavoratore partecipante in una vertenza aziendale – volte a colpire economicamente il sindacato.
Il SI Cobas non si lascerà intimidire dal varo di questa nuova legge, che estende la repressione a tutte le forme di lotta sociale e politica, aumentando poteri e impunità della polizia. Abbiamo promosso e partecipato a numerose iniziative di protesta, nazionali e locali, e non defletteremo dal continuare ad utilizzare i metodi di lotta più efficaci. E’ con l’esercizio continuato del diritto di sciopero che possiamo difenderlo e contestare la equiparazione del picchetto al blocco stradale.
Il SI Cobas, sindacato che ha a cuore la solidarietà internazionale tra lavoratori, vede con favore l’iniziativa di questo Forum contro la repressione ed è interessato alla costituzione di una rete internazionale di denuncia degli atti di repressione politica e sindacale, anche per portare solidarietà ai lavoratori e militanti colpiti in ogni paese.
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SI Cobas contribution at the international Forum against Repression (Aldo Milani, National Coordinator)
SI Cobas, the strongest labor union in the logistic sector in Italy, has been under the fire of police and judicial repression by the Italian state during all its 15 years. In the face of our strikes with pickets, police interventions and denunciations, bans on returning to the strike municipality, house arrests are increasingly frequent. In Lombardy alone our workers and organizers are presently subject to more than 300 criminal charges. In some cities, public prosecutors’ offices have set up trials to hit SI Cobas national leaders with charges such as “extortion” (the threat of strikes to obtain wage improvements!) and criminal conspiracy ( the national coordinator as delinquency ringleader). As the process of the economic crisis and consequently the contradictions increase, the legal means of repression are also being correlated; now it suffices to have previous convictions in order for a strike organizer to be considered a dangerous individual and be subjected to house arrest for years.
Our militants, mostly immigrants from all continents, are also blackmailed by the police, creating difficulties in the renewal of their residence permits, and with the denial of the Italian citizenship, motivated by participation in strikes.
Interior Minister Piantedosi in early October 2024, speaking in Parliament motivated the Security bill, which has now become a government decree, with the aim to prevent pickets blocking goods, expressly singling out SI Cobas as the author of most (187) the 227 strikes with pickets in the first 9 months of 2024, equating strike pickets with roadblocks, criminalizing this traditional and international form of the strike. According to the decree, anyone who obstructs road traffic is punished with a penalty of 6 months to two years, no longer just with fines – 125,000 euros for just a single dispute (the Maxidì strike), aimed at hitting the union economically.
SI Cobas will not be intimidated by the passage of this new law, which extends repression to all forms of social and political struggles and increases police powers and impunity. We have promoted and participated in numerous national and local protest initiatives, and we will not deflect from continuing to use the most effective methods of struggle. It is through the continued exercise of the right to strike that we can defend it and challenge the equation of the picket line with a roadblock.
SI Cobas, a union that values international solidarity between workers, welcomes the initiative of this Forum Against Repression and is interested in the establishment of an international network to denounce acts of political and trade union repression, also to bring solidarity to hard-hit workers and militants in every country.